Cisal Scuola: Ddl Goisis: nasce la scuola regionale?

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Cisal Scuola: Ddl Goisis: nasce la scuola regionale?

Messaggiodi edscuola » 8 maggio 2010, 8:29

Cisal Scuola Nazionale - Disegno di legge Goisis: nasce la scuola regionale?

Porta il n. 3357 il disegno di legge presentato dalla on.Paola Goisis in materia di "Disposizioni concernenti il sistema dell'istruzione, il governo delle istituzioni scolastiche, il trasferimento delle funzioni amministrative relative al personale della scuola alle regioni,nonché il reclutamento, l'organizzazione e l'inquadramento del personale scolastico nei ruoli regionali e l'istituzione di autonomi livelli di contrattazione collettiva integrativa regionale". Il testo momentaneamente non è ancora disponibile sul sito della Camera dei Deputati.
La Cisal scuola ritiene che la scuola sia prerogativa nazionale. La convinzione che si possano mettere in atto sistemi d’istruzione regionali diversi, che andrebbero inevitabilmente a penalizzare ancora di più il personale precario, ci lascia a dir poco esterrefatti. La scuola è un valore che si deve ergere a garanzia di pari opportunità su tutto il territorio nazionale per il personale che vi lavora. Oltre ad essere una questione di giustizia sociale e di parità di diritti, l’integrazione è anche una necessità per realizzare una più salda coesione sociale ed economica, per costruire una società più armonica, autenticamente democratica e proiettata in un futuro di serena convivenza e benessere.
Apprendiamo da fonti giornalistiche che il testo presentato prevede concorsi e albi regionali. Ai concorsi possono partecipare insegnanti provenienti da qualunque Regione italiana che però, una volta assunti, devo impegnarsi a rimanere per almeno 5 anni nella stessa Regione.
La proposta di legge, introdurrebbe anche la figura dell’”assistente educatore” addetto alle attività di assistenza e sostegno all’handicap (che non dovrebbe comunque confondersi con il docente di sostegno specializzato). Inoltre, sempre da notizie giornalistiche, mentre all’Aran si stanno definendo la composizione dei comparti, secondo il Decreto Brunetta, per la precisione quattro, secondo il decreto Goisis i comparti diventerebbero cinque.
In tale modo si avrebbe uno specifico comparto destinato esclusivamente al personale della scuola (all’interno del comparto ci dovrebbero essere 3 aree del tutto autonome fra loro: docenti, Ata e dirigenti scolastici).
“Certo se le indiscrezioni giornalistiche rispondessero al vero, ci troveremmo di fronte ad una situazione completamente cambiata, rispetto al testo di nostra conoscenza, per cui prima di pronunciarci sul decreto, aspettiamo la pubblicazione ufficiale e definitiva del testo per dare un nostro giudizio” così ha commentato il segretario Generale della

Cisal Scuola Prof. Raffaele Di Lecce.
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LA SCUOLA DEVE ESSERE RISARCITA

Messaggiodi edscuola » 8 maggio 2010, 8:30

LA SCUOLA DEVE ESSERE RISARCITA PER I MALI COMMESSI DA DECENNI NEI CONFRONTI DEL PERSONALE DELLA SCUOLA”,

“Anche noi autonomi siamo d’accordo con il segretario generale della Cisl Bonanni: la scuola deve essere risarcita per i mali commessi da decenni nei confronti del personale della scuola”, ha commentato il segretario nazionale della Cisal Scuola prof. Raffaele Di Lecce.
Un momento di grande difficoltà del sistema scolastico italiano, dovuto in parte, alla politica indiscriminata dei tagli fatta dal governo, dovrebbe vedere tutti i sindacati, autonomi e confederali uniti per respingere duramente una politica e un metodo non condiviso. La campagna denigratoria, ingiusta, nei confronti del personale della scuola, la si combatte riappropriandoci soprattutto da un consenso sociale, che oggi non abbiamo come operatori scolastici.
Per cui accanto alle grandi battaglie per rivendicare diritti sacrosanti, bisogna fare emergere quanto di buono la scuola italiana riesce a dare attraverso il proprio personale. Investendo soprattutto in una seria formazione del personale. “Condividiamo con Bonanni” afferma il segretario nazionale della Cisal Scuola “che è giunto il momento di trasferire il modello pubblico di rappresentanza anche nel privato, in modo da avere dati certi sulla rappresentanza, che oggi, purtroppo, nel privato è basata su numeri che spesso lasciano il tempo che trovano”.
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