da LASTAMPA.it
Il "quasi flop" del blocco dei libri di testo
ROMA
La legge 169/2008 sul blocco delle adozioni dei libri di testo si sta rivelando un mezzo flop soprattutto nella scuola secondaria. È quanto risulta da un’analisi fatta dal settimanale Tuttoscuola.
La prima “sgradita scoperta” la stanno facendo molti docenti, soprattutto della scuola primaria, che vedono bloccata dalle adozioni dello scorso anno la loro intenzione di scegliere testi di loro gradimento: ad esempio, nelle prime classi, dove l’adozione dell’anno scorso impedirà per un quinquennio nuove adozioni).
Il blocco è stato voluto, come noto, per tutelare la famiglie da un troppo frequente cambio dei contenuti dei libri e conseguente esborso di nuovo denaro, favorendo il riutilizzo dei volumi ad esempio dal fratello maggiore a quello minore, e lo stesso mercato dell’usato. In definitiva per favorire economicamente le famiglie. E ciò non tanto nella scuola primaria, dove il costo dei libri è a carico dei Comuni e dello Stato, ma nella secondaria.
Ma è proprio dalla scuola secondaria che viene la sorpresa per le famiglie: il blocco dei testi adottati non ferma il tetto di spesa. Infatti, i testi adottati l’anno scorso restano confermati per un sessennio anche se nel frattempo i loro prezzi, fissati dagli editori, aumentano. I testi sono bloccati, ma i loro prezzi possono correre.
Come è possibile? Bisogna consultare la legge n. 133 del 2008, pubblicata qualche mese prima della 169, per capirlo. All’art. 15, intitolato “Costo dei libri scolastici”, si legge, laddove si parla di versioni on line scaricabili da internet dei libri di testo, che va assicurato «il prezzo dei libri di testo della scuola primaria e i tetti di spesa dell’intera dotazione libraria per ciascun anno della scuola secondaria di I e II grado, nel rispetto dei diritti patrimoniali dell’autore e dell’editore».
Gli editori fanno valere, giustamente dal loro punto di vista, questo diritto. E così, la legge, che voleva conseguire un risparmio per le famiglie, potrebbe alla fine conseguire il blocco dei testi, che devono essere confermati per anni senza variazione alcuna, ma non quello dei loro prezzi, che devono tener conto dell’aumento dei costi. E i genitori pagano.