da Unità
Sorpresa: la matematica conquista l’università
EMERGENZA finita? Dopo anni di crisi, nelle università italiane è esploso il boom della matematica, con il 53% di iscritti in più negli ultimi due anni. Un’inversione di rotta che sta coinvolgendo le altre discipline scientifiche di base, come fisica (+25% di iscritti) e chimica (+24%). I dati sono stati illustrati ieri a Roma dal presidente del Gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della cultura scientifica, Luigi Berlinguer, e dalla Conferenza nazionale dei presidi delle facoltà di scienze. Certo, la crisi delle iscrizioni alle facoltà scientifiche che aveva colpito tutta l’Europa e che in Italia, «è stata nmolto rilevante» ha ammesso Berlinguer. Ora però c’è stato un cambio di passo, ed è «necessario continuare a lavorare in questa direzione. Bisogna far capire che c’è bisogno di fisici, chimici e matematici in mille mestieri e in modo diffuso nel mondo del lavoro». Si chiede inoltre alle forze politiche di «sostenere questa inversione di tendenza».
Dal 2005 ad oggi gli iscritti alle facoltà di matematica sono aumentati da 1.237 a 1.884, a fisica da 1.185 a 1.487 e a chimica da 1.404 a 1.749. All’origine della crisi, secondo Berlinguer, il fatto che «le discipline scientifiche sono state presentate come tali da non assicurare il posto di lavoro e difficili dal punto di vista formativo». È anche mancata, ha aggiunto, «la coscienza che senza metodo scientifico la partecipazione democratica è meno consapevole». Tra i fattori che hanno favorito l’inversione di rotta gli esperti indicano una generale cambiamento del clima politico-culturale, con un crescente numero di iniziative per la diffusione della cultura scientifica (musei, festival), una maggiore diffusione delle informazioni sui possibili sbocchi professionali, il piano Insegnare scienze sperimentali promosso dal ministero della Pubblica istruzione. «Quest’inversione di tendenza dimostra che il popolo italiano è fatto da persone serie, mica solo da bulli - conclude Berlinguer -. E però dobbiamo continuare, a partire dal fatto che l’insegnamento di quest materie non può passare come una purga data agli studenti».