ABC Liguria: su un articolo de Il Secolo XIX

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ABC Liguria: su un articolo de Il Secolo XIX

Messaggiodi edscuola » 19 novembre 2009, 20:43

(antefatto:
Il quotidiano “Il Secolo XIX” di Genova ha recentemente pubblicato un lungo articolo che illustra, sotto una angolazione nettamente positiva, l’attività scuole polo di tale città.
ABC Liguria , che vede invece ( come del resto la FISH) in tale esperienza un serio pericolo per l’integrazione scolastica ha replicato con il seguente scritto, a tutt’oggi non pubblicato dal quotidiano genovese)

Leggo su “Il Secolo XIX del 3/11/09 a pag. 34 un esauriente articolo di Donata Bonometti intitolato “Handicap, l’esperienza di Genova osservata da tutto il mondo” e mi permetto di dissentire da alcune considerazioni scaturite dall’articolo stesso.
La legislazione italiana in materia di integrazione scolastica è unanimamente riconosciuta tra le più avanzate al mondo ed è stata indubbiamente il motore principale della piena accettazione e comprensione della persona con disabilità nella società.
Questa piena accettazione e comprensione (=“inclusione”), da ritenersi solo idealmente compiuta, ha fatto grossi progressi concreti.
La forma di integrazione scolastica per la quale combattiamo ( che è poi quella garantita dalla legge) è sintetizzabile in due brevi pensieri:”alunni speciali in classi normali” e “ la gravità della disabilità non può mai essere motivo di esclusione (scolastica)”.
In una pubblicazione dell’ormai lontano 1987 della Fondazione Zancan ( ringrazio l’avv. Salvatore Nocera per l’informazione) intitolato “Handicappati gravissimi: è possibile l’integrazione scolastica ?” veniva criticata l’esperienza genovese delle “scuole polo”. Lo stesso Salvatore Nocera definiva “a gambero” l’integrazione realizzata mettendo alunni non disabili in strutture con alcuni alunni con disabilità, attuata con l’intento di salvaguardare alcune scuole speciali; la prassi si è poi estesa a scuole comuni ove gli alunni con disabilità provenienti anche da ampi bacini di utenza venivano “costretti” a riunirsi in singole scuole ove erano concentrate risorse umane specializzate.
La critica attuale non è rivolta ai risultati pratici di alcune scuole polo
ma all’insidioso concetto che possa essere vantaggioso anche per l’utenza concentrare gli studenti con disabilità in poche scuole magari ipertecnologiche ( dal punto di vista degli ausili).
Noi riteniamo che non lo sia.
Riteniamo sia sempre vantaggioso inserire lo studente con disabilità anche gravissima ( debitamente supportato da assistente alla comunicazione ed ausili adeguati, insegnante di sostegno per il necessario e presa in carico collettiva da parte di tutti gli insegnanti) in classi normali ed attuare una reale integrazione sociale che possibilmente continui poi per tutta la vita.

Giorgio Genta Associazione Bambini Cerebrolesi Liguria - FISH

PS. Un esempio su come è difficile concentrare adeguate professionalità in tutti i settori che sarebbero utili anche in una scuola polo “famosa” è data dalla foto relativa al citato articolo nella quale si vedono alcuni passeggini “ ad ombrello” che ospitano alunni disabili gravi.
Tali passeggini per via della mancanza di adeguata conformazione contenitiva sono considerati tra le maggiori cause di deformità vertebrali , soprattutto se usati a lungo e frequentemente.
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