da Il Corriere della Sera
Tra i rappresentanti molti uomini. I presidi: una partecipazione cosi' solo negli anni ’70
Elezioni a scuola, il ritorno dei genitori
Voto per i consigli d’istituto. In via Giusti scelto il supermanager di Luxottica
MILANO - Uno striscione dipinto dai bambini fuori dall’elementare di via Morosini: «Mamma e papà, non ti scordare, il tuo rappresentante vieni a votare». I volantini appesi davanti al plesso di via Tabacchi: «Ci presentiamo alle elezioni per il rinnovo del consiglio di istituto con la voglia e l’entusiasmo di collaborare con il corpo docente, vi chiediamo di votare per noi. Chiara Torresani e Sabrina Zanella». Le candidature «al maschile» e le elezioni «prestigiose», anche di amministratori delegati importanti (come Andrea Guerra di Luxottica) che hanno deciso di mettersi al sevizio della collettività. Scuola, dopo anni di latitanza, forse qualcosa si muove: torna la partecipazione. Boom di candidati per entrare nei consigli di istituto di elementari e medie. «Una campagna elettorale così — dicono i presidi — non si vedeva dagli anni Settanta». Striscioni, manifesti, programmi elettorali, chiamate a raccolta, mailing list. Cos’è successo? Difficile capirlo. La spiegazione più diffusa, da parte di dirigenti e insegnanti, è questa: «In un momento di crisi e incertezze, le famiglie hanno ripreso a interessarsi delle condizioni della scuola. Hanno capito che c’è in gioco il futuro dei loro figli».
Istituto Morosini Manara, lunedì e domenica la scelta dei rappresentanti in consiglio di istituto. I votanti: 140. Un record, visto che tre anni fa si fermarono a 120. Tra i dieci candidati, ben sette papà. Nicoletta Paolucci è uno dei nuovi consiglieri. Ed è molto combattiva: «Ho due figli e con gli altri eletti vogliamo dare più valore alla scuola. Troppo spesso è stata bistrattata». Anche all’istituto Thouar Gonzaga la battaglia per la scelta dei rappresentanti è stata accesa, con appelli al voto e manifesti elettorali: «Sono stati molto attivi — conferma la preside, Crocetta Calabrese — soprattutto dopo il caso "influenza". Ci scrivono mail, organizzano mercatini e raccolte fondi. Si danno molto da fare». La crisi economica, la pandemia da virus A che lascia a casa le maestre (non solo gli studenti), i problemi legati alle ristrutturazioni, gli appelli a sostenere le spese ordinarie. Tanti motivi per raccogliere i genitori intorno alle scuole. Anche i papà. Mai visti così tanti. Alberto Ciullini, consigliere all’istituto comprensivo Franceschi, è duro: «Le famiglie stanno toccando con mano il disastro in cui versa l’istruzione pubblica». Un altro eletto (ieri sera tardi) è Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica. Lui che gestisce un impero miliardario, ora è consigliere in via Giusti, la scuola multietnica (ma amatissima dai milanesi) nel cuore di Chinatown.
Un super manager alle assemblee di istituto, qualche anno fa sarebbe stato un miracolo. Guerra si schermisce: «In fondo è un impegno che non occupa molto tempo». Quindi l’analisi: «È un momento delicato per la scuola, penso che ognuno di noi possa dare un contributo». La carica dei padri. Alla Rinnovata Pizzigoni hanno dovuto fissare alcune riunioni alle 20.30 per accogliere le loro richieste. E in via Dal Verme i papà fanno perfino parte delle commissioni mensa, compito solitamente lasciato in mano alle mamme. Anzi, alle mamme casalinghe. La dirigente, Maria Lucia Saba, sorride: «Non so se sia tornata la partecipazione o se i genitori pensano di poter risolvere da soli la crisi della scuola. Purtroppo non è così. Ma resta comunque apprezzabile e preziosissimo il loro impegno per far funzionare al meglio il nostro istituto».
Annachiara Sacchi