E al Nord i docenti sono esauriti

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E al Nord i docenti sono esauriti

Messaggiodi edscuola » 21 novembre 2007, 6:50

da ItaliaOggi

E al Nord i docenti sono esauriti
Carlo Forte

Nelle regioni del Nord ci sono più cattedre che docenti in graduatoria. E dunque talvolta i dirigenti scolastici per coprire i posti sono costretti ad assumere i neolaureati che si offrono di lavorare in caso di disponibilità di posti. Si tratta delle cosiddette messe a disposizione: manifestazioni unilaterali di disponibilità ad accettare offerte di lavoro dopo l'esaurimento delle graduatorie.
Insomma, mentre al Sud le graduatorie dei precari sono stracolme di aspiranti ultratitolati, che restano senza lavoro o devono accontentarsi di supplenze occasionali per brevi periodi, al Nord i dirigenti scolastici faticano a trovare supplenti disposti ad accettare incarichi di supplenza.

E' il caso delle province di Treviso e Novara dove le nuove graduatorie d'istituto non sono ancora state pubblicate. E nel frattempo si sono esaurite quelle dell'anno scorso. In particolare a Treviso, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sarebbero almeno 50 i neolaureati titolari di incarichi di supplenza che lavorano grazie alle messe a disposizione. «Siamo tornati agli anni /0, è paradossale», è il commento di Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola. Per arrivare all'esaurimento delle graduatorie d'istituto bisogna che prima si esauriscano le graduatorie provinciali degli abilitati, poi devono esaurirsi le graduatorie della scuola. E dopo l'esaurimento di questi elenchi, devono esaurirsi anche quelli delle scuole vicine. Solo dopo queste operazioni il dirigente scolastico interessato può assumere in base alla sola disponibilità. Si tratta di una situazione strutturale, determinata dall'incremento del numero degli alunni nelle regioni settentrionali, dovuto essenzialmente ai forti processi immigratori in corso, che hanno visto crescere il numero degli alunni extracomunitari dai 50 mila di dieci anni fa ai 500 mila di oggi. Una situazione alla quale fa da contraltare il progressivo decremento del numero degli alunni nella aree più povere del paese. Per esempio, in Basilicata che, con circa 600 mila abitanti, vede diminuire la propria popolazione scolastica nell'ordine di 1.500 alunni all'anno.
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