TAR Lazio e Consiglio di Stato continuano l’iter dei ricorsi nonostante l’emendamento al D.L. 134/2009.
Il 5 novembre si discuteranno altre 12 richieste di Commissariamento e di risarcimento per spese di lite. Altri due appelli del MIUR respinti in Consiglio di Stato. Altri 5.000 ricorrenti dell’ANIEF grazie al commissario ad acta, in caso di esito positivo, potranno inserirsi a pettine, nonostante l’approvazione in XI Commissione dell’Emendamento ammazza-sentenza su inserimento a pettine nelle graduatorie.
Nonostante le denunce dell’ANIEF e i rilievi dell’Opposizione, è stato approvato il 14 ottobre l’emendamento 1.301 proposto dal Relatore teso a evitare ad annullare le pronunce del TAR e del Consiglio di Stato sul trasferimento dei docenti a PETTINE nelle province scelte all’atto dell’aggiornamento delle graduatorie, anche se il Presidente della XI Commissione ha auspicato che il testo possa essere modificato durante la discussione in aula (inizio della discussione il 19 ottobre), in relazione ai rilievi di costituzionalità mossi per gli effetti retroattivi della norma, e ai possibili nuovi conflitti giurisdizionali. Il sottosegretario Pizza a nome del Governo si è dichiarato disponibile al confronto. ANIEF, però, non si fida e ha confermato la manifestazione del 20 ottobre 2009 a Roma ore 10 nei pressi del MIUR contro un emendamento che allontana il Decreto legge dal suo fine di garantire la continuità didattica e di salvare i precari. Nel frattempo, il ministro ha i minuti contati prima di essere nuovamente commissariato: il 5 novembre, data entro cui difficilmente il testo sarà approvato dalle due Camere, sarà firmato dal Presidente della Repubblica e sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, saranno discusse altre 12 richieste di ottemperanze delle ordinanze ottenute dall’ANIEF dai giudici del Tar Lazio, e di condanna alla spese di lite, dopo che con altre due ordinanze in questa settimana il Consiglio di Stato ha rigettato gli appelli del MIUR e ha confermato il diritto dei ricorrenti all’inserimento a pettine.
ANIEF, quindi, ribadisce il suo NO a questo decreto truffa per i precari e ammazza-sentenze che viola la Costituzione (art. 3, 51, 97), istituisce soltanto una Schindler-list dei precari (i soli fortunati che hanno avuto un incarico annuale o stagionale nel 2008-2009), pone un conflitto tra poteri dello Stato, viola i principi costituzionali relativi alla certezza del diritto, all’uguaglianza tra cittadini, all’esecuzione delle sentenze della magistratura, alla retroattività delle norme, al reclutamento per merito) e rinvia di poco più di un anno il commissariamento del Ministro Gelmini. Rimangono valide, pertanto, tutte le istruzioni impartite dai legali ai ricorrenti e presto saranno note le indicazioni per i ricorsi individuali per ottenere i contratti a tempo determinato e indeterminato. Anche se sarà convertito il D.L. con questo emendamento (1.301), infatti, in caso di remissione alla corte costituzionale della norma e di una sua bocciatura, i ricorrenti potranno vantare anche a distanza di tempo le mancate nomine e il risarcimento pecuniario di una cifra considerevole da parte dello Stato, che graverà ancora una volta sui cittadini per colpa di una scelta scellerata. Nell’immediato, inoltre, neanche una legge può sospendere l’esecuzione coattiva delle ordinanze che deve avvenire nei tribunali con depositi di motivazioni aggiunte da parte dell’Avvocatura dello Stato e pubbliche discussioni in sede di discussioni di merito o di appelli in secondo grado. Il provvedimento, pertanto, rischia di essere inutile e di allarmare la corte dei conti per le ingenti richiesti risarcitorie che potrebbero investire le tasche dei cittadini fra uno o due anni.
Si ricorda, infine, che è possibile entro il 20 ottobre aderire ai nuovi ricorsi ANIEF presso il TAR Lazio per l’inserimento di tutti i precari nelle graduatorie distrettuali e per la remissione alla corte costituzionale e alla corte di giustizia europea della norma introdotta in materia di mancata stabilizzazione del personale precario, di disparità di trattamento tra cittadini (docenti di religione che percepiscono gli scatti biennali e gli altri docenti precari, docenti di ruolo e docenti supplenti), violazione delle sentenze e delle norme della magistratura comunitaria e del tribunale del lavoro italiano.