IL COMUNE DI ROMA SCHEDA INSEGNANTI E STUDENTI DEI CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE
Nei giorni 8, 9 e 10 settembre, la quasi totalità del personale operante nelle attività di formazione professionale del Comune di Roma, è stato invitato (con nota prot. DP/3246) a sottoporsi – senza alcuna previa informazione alle organizzazioni sindacali, ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, agli stessi singoli lavoratori – ad accertamenti sanitari in virtù del fantomatico principio della "sorveglianza sanitaria".
Tali accertamenti, tuttavia, comunicati come ottemperanti alla abrogata legge 626/94 (che non disponeva nulla di simile), oltre a non essere stati previsti – per quanto a conoscenza – in conseguenza del piano di valutazione dei rischi (mai reso noto), comprendono prelievi ed analisi del sangue, tese ad accertare "alcool dipendenza e assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti".
Della circostanza i lavoratori non sono stati informati, e non risulta sia loro stato richiesto anticipatamente il consenso come prevede la legge 196/2003 (tutela della privacy).
Il documento del XIV dipartimento che dispone le visite – forse per ingiustificabile (e “zelante”) superficialità – cita l'art.25 del D.Lgs 81/08 (che attiene ai meri compiti del medico nominato a tutela della salute dei lavoratori, peraltro parte terza) e non dispone alcuna visita obbligatoria. La possibilità di effettuare accertamenti per tossicodipendenze, alcolismo e quant’altro, è invece normata dall’art. 41 che limita la cosa a categorie eventualmente individuate da leggi apposite. Si segnala che, allo stato, non esistono norme di tal misura per gli insegnanti, come si può ben capire anche confrontando l’iter di prevenzione previsto dal Ministero dell’Istruzione (tradizionalmente limitato all’accertamento di negatività alla tubercolina, peraltro mai effettuato invece dal Comune di Roma), ove mai s’è dato luogo a disposizioni del genere.
La ratio del decreto 81/08 è peraltro quella di difendere i lavoratori dai rischi intercorrenti per speciali categorie o mansioni (es. contatto con sostanze tossiche), su richiesta dei lavoratori stessi o disposte dal medico sulla base del piano di valutazione dei rischi, e giammai quello di consentire schedature di massa.
Si segnala inoltre che nel caso di specie non siamo in presenza di una disposizione del medico, bensì di un’iniziativa “inaudita altera parte” presa dal datore di lavoro, sena neppure aver informato preventivamente i lavoratori, le OOSS ed i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, come tassativamente previsto dalla legge. Ai lavoratori che vengono in questi giorni (dall’8 mattina sino al 10) sottoposti d’ufficio alle visite, non viene spiegato quali esami vengano fatti e non gli si sottopone il “previo consenso informato” previsto dal Decreto L.vo 196/03 (Legge sulla privacy). Tutte le operazioni sono gestite in esternalizzazione con convenzioni private, escludendo l’IPA (l’Ente previdenziale dei dipendenti comunali) che ha i suoi gabinetti medici.
L’Assessore del Comune di Roma Davide Bordoni, competente per la Formazione Professionale, non ha ancora ritenuto di rispondere alla richiesta di incontro urgente, né di procedere alla immediata sospensione degli esami, come ritenuto necessario dall’Unicobas con nota ufficiale del 7 settembre scorso.
L'assessorato al personale del Comune di Roma, retto da Enrico Cavallari, non ha ancora dato segno di iniziativa alcuna, nonostante sia stato contattato nel pomeriggio dell'8.
Sono stati coinvolti, per un loro intervento, anche gli assessorati al lavoro della Provincia di Roma e della Regione Lazio.
L'iniziativa è di estrema gravità, frutto di cervellotiche interpretazioni delle norme, attuata con dilettantismo e in violazione di numerose norme che vietano – di norma – le indagini sullo stato di salute dei lavoratori. A leggere gli sgrammaticati documenti è addirittura prevista (al più presto) l’estensione della pratica d’indagine anche agli studenti dei medesimi centri comunali di formazione professionale.
La CIB-Unicobas opererà, in tutte le sedi, per il blocco dell'iniziativa, per la distruzione dei dati raccolti, nonché al fine (anche giudiziario) di accertare eventuali specifiche responsabilità.
La CIB-Unicobas, invita i lavoratori che, in totale buonafede, avessero già effettuato la visita e gli esami, ad inviare diffida scritta alla direzione del XIV dipartimento, esplicitando il proprio diniego al trattamento dei dati personali sanitari sensibili – affatto previsto in forza di Legge – chiedendone la distruzione.
Stefano d’Errico (Segretario Unicobas Scuola)
Maurizio Monaldi (Segretario Formazione Professionale Unicobas)