ANIEF: Appello al Presidente della Repubblica

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ANIEF: Appello al Presidente della Repubblica

Messaggiodi edscuola » 7 giugno 2009, 8:45

Riforme: scompare il Latino nei Licei. Appello dell'ANIEF al Presidente della Repubblica.



Al Presidente della Repubblica



P. C.

Al Presidente della VII Commissione del Senato

Al Presidente della VII Commissione della Camera

Al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana

Al Presidente della CRUI

Al Presidente della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lettere



Caro Presidente, già il 7 ottobre 2008, durante l'audizione presso la VII Commissione del Senato avevo paventato la possibile scomparsa del Latino dai nuovi Licei. Agli illustri Senatori della nostra Repubblica avevo ricordato l'esempio di Galilei, di Newton e di altri filosofi, padri della Scienza che ancora per tutto il XVII-XVIII secolo usavano la lingua latina per il suo valore universale nel campo scientifico, umanistico, culturale. In quell'occasione, un senatore intervenne affermando che certamente quell'idea di rendere opzionale il latino o la filosofia (come scrissero qualche giorno dopo) era bizzarra, forse lanciata incautamente sulla Stampa da un anonimo funzionario del MIUR.

Oggi, apprendo con stupore e amarezza che per attuare quella riduzione oraria obbligatoria (di 3/4 ore) e per razionalizzare nel prossimo triennio quei 14.000 posti d'insegnamento previsti dal piano programmatico attuativo della legge 133/2008, nella bozza di Riforma del Sistema liceale, l'insegnamento del Latino relativo alla classe A051, nel Liceo Scientifico e nel Liceo delle Scienze umane, diventerà facoltativo in alcuni indirizzi. Lo stupore deriva dal fatto che si ribadisce nelle premesse come "il percorso del liceo scientifico approfondisce il nesso tra scienza e tradizione umanistica", e come "il percorso del liceo delle scienze umane approfondisce le teorie esplicative dei fenomeni collegati alla costruzione dell’identità personale e delle relazioni umane e sociali".

Da Duemila anni la Latinità scaturita dalla Romanità ha espresso per l'animo umano di volta in volta l'universalità della fede, dell'etica, della politica, del sapere forgiando non soltanto l'identità della cultura italiana ma anche della cultura europea e della cittadinanza mondiale. Penso al carattere della scrittura e al calendario, ai concetti di ius e pax a fondamento della democrazia, della giustizia, dello stato sociale, del governo politico; e tralascio le influenze e i prestiti linguistici, tutti quegli aspetti culturali e religiosi di cui è portatore un civis su quattro del globo. Eppure nella nostra Patria, nella Patria della Latinità si sta decidendo in queste ore di educare le nuove generazioni, di fare cultura scientifica e umanistica senza il Latino, lingua di scienza, lingua di filosofia, lingua dell'uomo, lingua di cultura.

Mi appello a Lei, caro Presidente, perchè questo atto non si consumi, perchè non si perda la memoria e la storia dell'umanità per risparmiare qualche milione di euro nella Scuola italiana, dopo tanti sprechi. Mi appello a Lei perché sono sicuro che non vi possa essere e non si possa fare cultura senza il patrimonio storico-linguistico della Romanità. Si possono abolire i Licei ma non si possono insegnare le humane litterae senza lo studio obbligatorio del Latino, di cui Noi Italiani siamo invidiati custodi.



Palermo, 6 giugno 2009

prof. Marcello Pacifico
Presidente ANIEF
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