Sit-in contro il Piano Gelmini 18 dicembre ore 16 davanti al Parlamento (P.Montecitorio)
Il Piano Gelmini, contenente la politica
scolastica del governo e i provvedimenti contro i quali si è
mobilitato il poderoso movimento del popolo della scuola pubblica, va in
approvazione al Consiglio dei Ministri domani. Se guardiamo il Piano
per il primo ciclo (materne ed elementari), quello da cui è partita la
protesta anti-Gelmini, non è proprio il caso di cantare vittoria, come
molti/e, incautamente o strumentalmente, stanno facendo. La ministra fotografa
infatti così l'articolazione del progetto:
"Non c'è alcuna marcia indietro. Non abbiamo
cambiato idea sul maestro unico. Deve essere chiaro che il modello dei tre
maestri su due classi non esiste più. Se le famiglie sceglieranno l'orario a 24
ore la classe avrà il maestro unico, se opteranno per l'orario più lungo esso
sarà affiancato da altri maestri". In
quest'ultimo caso, si affermerà la maestra prevalente e cioè una
simil-maestra unica affiancata da insegnanti del tutto "marginali" nella
conduzione della classe; mentre spariranno i moduli e la "pari
dignità" nel gruppo docente, il modello didattico unitario e
collegiale del Tempo Pieno. Poi, in merito ai
tagli complessivi il Piano prevede il varo di "misure compensative idonee a
garantire i complessivi obiettivi di riduzione di posti d lavoro" (132 mila
posti in meno in tre anni e 8 miliardi in meno per la scuola), cioè il
rispetto della "clausola di salvaguardia" dei tagli, imposta da
Brunetta-Tremonti.
Certo, a questo si accompagna un rallentamento del
progetto distruttivo e un'operazione di "maquillage" del Piano, che
dimostra quanto abbia inciso il movimento di protesta, ma che non deve far
dimenticare le permanenti brutture di ciò che si tenta di coprire
con il belletto. I tagli di
materie alle superiori vengono rinviati di un anno, ma non vengono
annullati e comunque restano quelli dovuti all'elevamento del numero medio di
alunni per classe, alla parificazione a 18 ore degli orari di cattedra, al
decurtamento dei posti per gli ATA.
Dunque, il conflitto resta aperto, e sarebbe
un errore catastrofico tirare i remi in barca, in particolare in occasione del
Consiglio dei Ministri che intende approvare il "pacchetto" Gelmini-Tremonti.
Per questo invitiamo docenti, Ata, studenti e genitori a partecipare
all'iniziativa di protesta contro il Piano Gelmini che abbiamo
organizzato a Roma per giovedi 18 alle ore 16 davanti al Parlamento a
P.Montecitorio. I soldi pubblici vadano alla scuola pubblica, ai
salari, alle pensioni, alla sanità, al risanamento ambientale e non a
banche fraudolente, speculatori e industriali.