L'Uruguay, 100mila Pc anti digital divide alle scuole

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L'Uruguay, 100mila Pc anti digital divide alle scuole

Messaggiodi edscuola » 2 novembre 2007, 19:27

da L'Unità
2 novembre 2007

L'Uruguay, 100mila Pc anti digital divide alle scuole

Sarà l'Uruguay il primo paese ad acquistare e distribuire nelle scuole del Paese il computer da 100 dollari realizzati dalla Olpc (“One Laptop Per Child”), l’associazione no-profit di Nicholas Negroponte che si pone l’obiettivo di offrire computer portatili dotati di connessione internet e sistema operativo Linux ai bimbi nati dal lato sbagliato del “digital divide”. L’operazione One Laptop Per Child è così veramente iniziata, dopo le polemiche degli ultimi mesi, quando Negroponte si è detto sfiduciato verso molti governi che prima avevano promesso e poi si sono tirati indietro, e le successive critiche all’aumento del prezzo del computer da 100 a circa 200 dollari.

L’acquisto da parte dell’Uruguay di 100mila macchine per bambini di un’età che va dai 6 ai 12 anni, è il primo di un programma che ne prevede 300mila entro il 2009. A fare l’ordine è stato il Laboratorio Tecnològico del Uruguay (Latu), con l’obiettivo di implementare il progetto Ceibal (Conectividad Éducativa de Informática Básica para el Aprendizaje en Línea), lanciato nel 2006 con l’obiettivo di garantire a tutti i bambini del Paese l’accesso alle conoscenze informatiche.

Dall’aspetto molto simile a un giocattolo, il modello di Negroponte è invece un vero e proprio computer, in grado di resistere alle peggiori condizioni climatiche e con un fabbisogno d’energia ridotto al minimo. Basati sul sistema operativo Open Source Linux, i computer potranno fare tutto quello che si può fare con un normale computer e avranno inoltre una connessione wireless a banda larga che permetterà loro di formare una “rete mesh”: ogni portatile in pratica, si connette automaticamente agli altri nella stessa area (circa 600 metri) creando una rete mobile ad hoc. Inoltre è programmato con un software che permette di funzionare in tutte le lingue.

«Siamo grati all'Uruguay - ha commentato Negroponte - per essere stata la prima nazione a fare qualcosa di concreto per dare dei laptop a tutti i suoi bambini e insegnanti e speriamo che altre nazioni seguano il suo esempio». Nonostante infatti inizialmente il progetto prevedesse di vendere i computer in blocchi da 250mila, ora Negroponte ha dovuto fare retromarcia su molti fronti, venendo incontro ai governi e contemporaneamente elaborando modi alternativi di vendita. Come per esempio la possibilità per i privati di comprarne un esemplare per sé e contemporaneamente pagarne un altro che andrà a chi ne ha bisogno.

Il cammino del progetto, ha però spiegato Negroponte in un’intervista al New York Times, non è stato affatto facile: «Ho in un certo senso sottostimato la differenza tra la stretta di mano di un capo di Stato e un accordo scritto». Prima di acquistare i computer da Negroponte, in realtà, anche l’Uruguay aveva anche valutato la possibilità di rivolgersi alla concorrenza, cioè il Classmate Pc di Intel. Altri accordi come quello stretto con l'Italia e per fornire 50mila laptop all'Etiopia non sono stati invece confermati. «Mi sono impegnato affinché l'Italia fornisca computer all'Etiopia», ha detto Romano Prodi. L'intervento per il superamento del digital divide nel Paese africano dovrebbe entrare nel vivo a gennaio.
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