ANIEF: Comunicati 9 ottobre 2008

Rassegna Stampa e News su Scuola e Sindacato

ANIEF: Comunicati 9 ottobre 2008

Messaggiodi edscuola » 9 ottobre 2008, 15:40

Lettera aperta agli specializzandi congelati
Parte il ricorso ANIEF
La Camera respinge l’OdG.

Cari colleghi,abbiamo aspettato a inviarvi le istruzioni operative per il ricorso al Tar per l’annullamento della nota MIUR che vieta alle Università di procedere allo scongelamento della vostra iscrizione, perché volevamo che il Tribunale fosse l’ultima strada da percorrere per rivendicare il vostro diritto a scongelare l’iscrizione e a conseguire l’abilitazione presso le strutture esistenti.

L’apertura del Ministero dopo la discussione del punto specifico della piattaforma del 2 ottobre, elaborata dall’ANIEF e condivisa dall’ADI, con il consigliere del Ministro, ci aveva spinto a percorrere prioritariamente la trattativa per poter risolvere subito la vertenza, ma l’Ordine del Giorno dell’On. Russo così come respinto dal Governo e dalla Camera oggi in sede di discussione del DL 137/2008, ci costringe ad avviare subito il ricorso al Tar Lazio visto l’inizio dei corsi dell’ultimo ciclo SSIS.

Continueremo, comunque, i contatti istituzionali insieme ai rappresentanti dell’ADI per chiedere immediatamente il diritto allo scongelamento dei corsi, sperando che il ricorso induca l’Amministrazione a scelte veloci e condivise, in maniera tale da consertirvi la frequenza del secondo anni dell’ultimo ciclo delle SSIS già ora, e il diritto a completare il corso in un semestre aggiuntivo ad hoc da attivare per l’anno successivo anche in modalità interregionale, per non rimandarvi a un futuro sistema di formazione con regole ancore incerte e certamente diverse da quelle vigenti al momento della vostra iscrizione. Cercheremo di far ripresentare l’OdG in Senato mentre l’ADI continuerà a interagire negli organi del CNSU e del CUN.

Chi ha dato le pre-adesioni riceverà oggi le istruzioni operative dell’Avv. Miceli incaricato dall’ANIEF per il ricorso. I tempi sono ristretti, una settimana, ragion per cui vi consiglio di affrettarvi subuto dopo aver ricevuto le istruzioni. Nel caso di disguidi potete sempre scrivere a anief2003@libero.it. Per info, abbiamo nominato la dott. Angela Madeo, come referente ANIEF Congelati-Semestre aggiuntivo, cell. 320.2135886 mail angelamadeo2008@yahoo.it

Invitiamo tutti i colleghi a inviare ai senatori il testo dell’OdG Russo con la preghiera di ripresentarlo in Senato e di approvarlo in sede di discussione del DL 137/2008



Roma 9 ottobre 2008

Marcello Pacifico

Pres. Naz. ANIEF



La Camera respinge l’Odg Russo sui congelati. Parte il ricorso ANIEF al Tar-Lazio



Respinto dalla Camera, dopo il parere negativo del Governo per voce del sott. Pizza, con uno scarto di 30 voti, l’OdG dell’On. Russo e del PD che impegnava il Governo a garantire il diritto degli specializzandi congelati a conseguire l’abilitazione.

L’OdG era stato presentato, dopo che il Governo lunedì sera, in Commissione Bilancio, aveva cassato il comma 4 dell’art. 5bis nel maxi-emendamento sostitutivo dell’AC 1634-A, presentato dal Comitato dei Nove della VII Commissione della Camera il venerdì 3 ottobre e approvato dal rappres. del Governo, lo stesso sott. Pizza nella stessa serata.

Gli specializzandi che hanno congelato i corsi per dottorato di ricerca, maternità, motivi di salute o perché risultavano idonei a diversi classi concorsuali e ne hanno dovuto frequentare soltanto una, non potranno portare a termine il percorso universitario congelato per conseguire l’abilitazione, come richiesto dall’ANIEF e dall’ADI nella piattaforma della manifestazione del 2 ottobre 2008.

Il ricorso al Tar rimane l’unica strada per ottenere i diritti lesi. Avviate le procedure. I tempi sono ristretti, entro una settimana deve pervenire tutta la documentazione allo studio legale. Chi ha dato la pre-adesione riceverà a breve le istruzioni operative. Per info: angelamadeo2008@yahoo.it o anief2003@libero.it



L’intervento dell’On. Russo in difesa dei congelati SSIS



http://video.camera.it/default.aspx?Vid ... al&banda=2







L’odg dell’On. Russo

http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori ... /frame.htm



La Camera,



premesso che:



il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, prevede la sospensione, per l'anno accademico 2008/2009, delle scuole di specializzazione, nell'attesa dell'avvio di una nuova procedura di reclutamento per gli insegnati;



l'articolo 5-/bis/ del disegno di legge in esame consente l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento per i soggetti che hanno frequentato un corso di specializzazione nell'anno accademico 2007/2008;



il comma 4-/ter/ dell'articolo 64 della legge 6 agosto 2008, n. 133, prevede che «le procedure per l'accesso alle Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario attivate presso le università sono sospese per l'anno accademico 2008-2009 e fino al completamento degli adempimenti di cui alle lettere /a)/ ed /e)/ del comma 4», senza regolamentare il diritto degli specializzandi al conseguimento dell'abilitazione nel caso in cui risultino avere congelato l'iscrizione ai sensi della normativa previgente;



la nota ministeriale del 31 luglio 2008, n. 1726, non risponde a tale esigenza di chiarezza, anzi, demanda ad un successivo sistema di reclutamento dai contorni ancora poco chiari nella sua formulazione e nella sua attuazione, e ancora oggetto di riflessione di un'apposita commissione creata dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, mentre secondo la normativa vigente questi specializzandi hanno pieno diritto a scongelare l'iscrizione già nel corrente anno accademico, come è stato rilevato nella mozione approvata dal Consiglio nazionale degli studenti universitari e indirizzata Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca il

26 settembre 2008;



a migliaia di giovani laureati e di docenti precari sprovvisti di titolo abilitante è precluso l'accesso ai nuovi corsi SSIS,



OMISSIS,



impegna il Governo:



a consentire, nelle more del nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti, agli specializzandi che risultino iscritti ai corsi presso le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (SISS), i corsi biennali accademici di secondo livello ad indirizzo didattico (COBASLID), i corsi di didattica della musica presso i Conservatori di musica e di strumento musicale e il corso di laurea in scienza della formazione primaria ed abbiano «congelato» l'iscrizione in relazione al presente decreto per motivi di studio (dottorato di ricerca), maternità, salute o perché si erano iscritti o risultavano idonei a diverse classi di abilitazione al momento dell'iscrizione, di «scongelare» l'iscrizione a partire dal corrente anno accademico per conseguire l'abilitazione presso le stesse strutture universitarie o analoghe, con modalità da individuare con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, e di inserirsi con riserva all'atto del prossimo aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, con scioglimento della riserva all'atto del conseguimento del titolo;



ad avviare, fin dal prossimo anno accademico, un nuovo sistema di formazione iniziale che consenta ai giovani laureati e ai docenti precari di poter conseguire l'abilitazione;



OMISSIS.

9/1634/*38*. Antonino Russo, Ghizzoni, Coscia, De Pasquale, Siragusa,

De Torre, De Biasi, Levi, Mazzarella, Rossa, Pes, Ginefra, Lolli, Nicolais, Bachelet, Picierno, Vico.
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Audizione ANIEF 7a Commissione del Senato

Messaggiodi edscuola » 9 ottobre 2008, 15:41

Audizione ANIEF 7a Commissione del Senato
Roma 7 ottobre 2008

Parere su Atto n. 36 recante «Schema di piano di programmatico del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze di cui all’art. 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133».

1. Memoria dell’ANIEF e proposta di Parere
2. Piattaforma rivendicativa Manifestazione ANIEF 2 ottobre 2008
3. Scheda del piano programmatico da Orizzontescuola e Italiaoggi
4. Scheda del piano programmatico da La Tecnica della Scuola
5. Il maestro unico in Francia, ma da Tuttoscuola.com
6. Verso i nuovi Licei da Tuttoscuola.com
7. Italioggi: Prof in esubero trasferiti d’ufficio
8. Intervento alla Camera sul maestro unico, DL 137/2008

Premessa

Onorevole Presidente, Onorevoli Senatori,
dopo la riuscita manifestazione (più di 10.000 persone) del 2 ottobre, davanti il MIUR, per la valorizzazione della professione docente, vi ringraziamo perché ci avete permesso ancora una volta di portare in Parlamento la voce dei docenti e dei genitori.
L’occasione è gradita per lasciarvi alcuni spunti di riflessione sul piano programmatico elaborato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, perché, possano essere recepiti nella proposta di parere finale della Commissione.
Una proposta che deve essere scritta con particolare cautela ed attenzione perché il Senato non potrà esprimersi sull’attuazione del piano: le osservazioni poste dalle referenti Commissioni parlamentari sono state disattese dal Governo in sede di conversione del DL 112 (richiesta di parere sui regolamenti) e molti degli interventi del piano (regolamenti e decreti ministeriali) saranno approvati entro il prossimo dicembre per consentire l’attuazione della riforma dall’a.s. 2009-2010 (p. 2, 5), molto prima dei dodici mesi previsti dall’approvazione della legge 133 del 6 agosto 2008.
I tempi per la riflessione sono molto ristretti, a dispetto di un decisionismo che cerca il coinvolgimento e la condivizione di scelte da parte di docenti ed utenti, scelte, tuttavia, non concordate né debitamente dibattute. I cambiamenti, di contro, sono epocali, e il volto del nostro sistema d’istruzione potrebbe cambiare con un semplice appunto di un funzionario del MIUR senza alcun controllo del Parlamento, come nell’ipotesi del pensionamento del latino nei licei scientifici che potrebbero perdere la lingua di Galilei o di Newton. Ipotesi su cui il Senato non potrà dire la sua, se non oggi, in questo parere, su un piano che deve prevedere «una maggiore razionalizzazione dell’ultilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili» a condizione che dia «una maggiore efficacia ed efficienza al sistema scolastico». A questo noi ci atterremo, cercando di trovare per ogni provvedimento una ratio, una motivazione logica che esuli dal mero risparmio, perché in caso contrario, violerebbe la legge e ci porterebbe all’ennesima occasione perduta per investire nel sistema della conoscenza. Nella premessa, infatti, si afferma che:
la spesa per allievo in Italia è superiore alla media Ocse, ma si dimentica che si destina l’1.2% di P.I.L. in meno rispetto alla media europea per il sistema Istruzione (4.9 invece che 6.1),
2. il rapporto italiano tra alunni e insegnanti (200.000 docenti) è decisamente superiore alla media UE, ma si tace sulla particolare attenzione prestata dal nostro Paese al diritto all’Istruzione degli alunni disabili (90.000 insegnanti di sostegno) e alla particolare geo-morfologia del nostro territorio che dispone di 5.000 comuni sotto i 5.000 abitanti, spesso, senza collogamenti, collocati in Montagna o Piccola Isola (eclatante il caso di Marettimo)
3. è necessario ridimensionare il sistema scolastico con l’accordo degli Enti locali (Comuni, Province, Regioni) prevedendo specifiche misure finalizzate a ridurre il disagio degli alunni, ma non si specifica niente se non i tagli effettivi da attuare comunque (si parla di «forte interlocuzione»), dimenticando l’esistenza di aree a rischio e a forte disagio dove l’insegnante prima del carabiniere personifica la presenza dello Stato e combatte giornalmente contro la dispersione (per non parlare delle scuole dove il mediatore linguistico per gli studenti allofoni è stato soppresso, v. Lombardia).



Aree di Intervento

1. Revisione degli ordinamenti scolastici

Scuola primaria
Il piano, nel ricordare che nella scuola primaria (punta di diamante del nostro sistema di istruzione anche oggi proprio per le risorse maggiori destinate tra i due gradi di istruzione, e in verità da quindici anni, quando, però, la società italiana era meno complessa, non multi-culturale e molto più provinciale), sarà tagliato il team docente (contro cui ci siamo già espressi in audizione alla Camera nella discussione del DL 137-2008 e in piazza), prospetta per la Scuola primaria un orario di 24 ore con una flessibilità a 27 ore o 30 ore a carico delle finanze delle Scuole nel caso vogliano mantenere il maestro prevalente (inutile dire che le Scuole non hanno le risorse), e un ulteriore orario opzionale di 10 ore, comprensive della mensa. Anche in Francia (proprio per citare uno dei Paesi UE) le ore complessive sono di 24 ore, ma all’insegnante unico sono affiancati altri esperti che curano altre 8 ore obbligatorie, estendibili per altre 6 con l’orario opzionale. Di certo, l’affidare anche l’insegnamento dell’inglese degli specialisti ai maestri unici con un corso di 150/200 ore, peraltro non obbligatorio perché non previsto dal CCNL vigente, contrasta l’efficienza anche se razionalizza 11.200 tagli nel prossimo triennio (tab. 1c, 2c, 3c) coprendo la metà dei tagli previsti (altri 14.000, tab. 1b, 2b.). Le economie non sono quantificabili ma i tagli sì: 25.200 [11.200 tra gli specialisti di inglese, 14.000 con il maestro unico].

Scuola secondaria di I e II grado
La riduzione di 3 ore dell’orario scolastico, e l’unificazione delle classi concorsuali secondo tre aggregazioni, umanistico-letterarie (storia dell’arte con italiano e religione), scientifico-teconolgiche (ed. tecnica, scienza e matematica) e linguistiche (lingue) [e non sappiamo dove collocare l’ed. fisica], ancorchè veramente poco praticabili o immaginabili, inficiano l’efficacia dell’azione pedagogica perché disperdono la peculiarità disciplinare con il solo fine di riconvertire il personale, con poco seri corsi di formazione che non possono supplire alle carenze dovute all’assenza dello specifico titolo di studio. Il fine, invece, è sempre il risparmio con la riduzione del tempo prolungato e, soprattutto, della compresenza, con 29.900 posti in meno (tab. 1d, 2 d, 3d, 3e) nel triennio.
La riduzione delle ore riguarda anche i Licei classici, linguistici, scientifici e delle scienze umane, artistici e professionali per un totale di risparmi in media dalla 3 alle 4 ore per istituto settimanale per un meno 14.000 posti nel triennio, senza sapere cosa si vuol tagliare (il latino opzionale nei Scientifici, ad esempio?)

Corsi serali
I risparmi tagliano 1.500 posti, legando la formazione degli alunni al successo formativo e non alla formazione garantita, ancora una volta contro il merito, la qualità e l’efficacia della didattica. Gli ITP, insegnanti tecnico-pratici, saranno ridotti nella misura del 30% dei posti occupati specialmente in compresenza, per una riconversione professionale che a scapito dell’abilitazione appena ottenuta al termine dei corsi ex legge 143/2004, li trasforma in assistenti di laboratorio, ovvero in insegnanti di serie B, senza alcuno scopo se non quello di sprecare risorse recentemente formate.

2. Riorganizzazione della rete scolastica

Il piano individua un 20%, cioè 2.600 edifici scolastici, in deroga ai criteri stabiliti per la formazione degli istituti (minimo 500 alunni) su 10.760, di cui 700 sotto i 300 alunni, ma tra queste scuole figurano quelle situate in zone a forte disagio, ad alta dispersione, situate anche in piccole isole o comunità montane difficilmente raggiungibili. Basti pensare che tra queste scuole risulta la S. M. Verga di Palermo nel quartiere di Ballarò che dal prossimo anno perderà la titolarità lasciando un vuoto di legalità nel famoso quartiere storico, e sarà costretta a chiudere non appena saranno rispettati i criteri relativi alla formazione delle classi. L’ennesima prova della rinuncia dello Stato a testimoniare la sua presenza. Tutto ciò nega l’efficacia dei provvedimenti approvati contro la dispersione scolastica, mentre, se si pensa di tagliare si potrebbe anche levare la titolatità dei Comuni ed aggregarli a quelli più grandi, una proposta insensata come insensata è la soppressione delle scuole nelle piccole comunità di questi Enti. Aleaotorio è l’invito all’opportunità di coinvolgerli nella garanzia dei trasporti o nell’adeguamento delle strutture edilizie (p. 10), visti i tagli alle risorse come l’ICI appena intervenuti.

3. Razionale ed efficiente utilizzo delle risorse umane della scuola

L’innalzamento del numero di alunni per classe dello 0.4 ha il solo fine di tagliare altri 12.800 posti di lavoro per assorbirli con i pensionamenti, ma in classi affollate già oggi è difficile insegnare, specialmente nella aree a rischio o a forte flusso immigratorio, mentre la presenza degli alunni disabili esige un numero di alunni inferiore per permettere una reale integrazione come la giurisprudenza ha ribadito. Si vuole evitare che gli studenti si inseriscano in comunità educative culturalmente adeguate ma si condannano gli alunni a non avere affatto un’istruzione, incrementando la dispersione.
La riconduzione delle cattedre di tutte le cattedre di I o II grado a 18 ore, colpisce specialmente quelle di lettere, e in generale non si dimostra efficiente perché se produce un risparmio di 5.000 cattedre, produce un aumento dei costi delle supplenze che ricadono nel bilancio della Scuola o dello Stato per le ore a disposizione non più ricoperte per tale incarico.
L’eliminazione della clausola di salvaguardia per i docenti titolari attualmente garantita dall’articolo 35 della legge 289 del 2002 e dalla giurisprudenza (Aquila, sentenza del 15 giugno 2004) nel caso si vengano a verificare situazioni di sovrannumerarietà nel ricondurre le ore a 18 ore, porterà a 2.000 perdenti-posto con riconversioni del personale che mal si adattano alle sigenze di efficienza, ovvero di miglioramento di servizi resi all’utenza.
La piena attuazione del comma 413 dell’art. 2 della legge 244 del dicembre 2007 ratifical’eliminazione della deroga dei posti di sostegno all’organico complessivo in presenza di certificazioni gravi, violando la legge 296 del 2006 che su di essa centra il prcesso di attrbizione delle ore, sebbene il Parlamento in sede di approvazione della stessa legge 244 abbia richiesto al Governo la permanenza della stessa deroga e un emendamento specifico l’abbia ripristinata, poi superato dal maxi-emendamento del Governo nella XV legislatura. I tagli sono ingenti, colpiscono le regioni meridionali e insulari e non solo, perché colpiscono indiscriminatamente tutti quegli alunni affetti da una disabilità grave e che per esingeze di cassa o di cattiva ridistribuzione dell’organico complessivo non hanno ricevuto le ore richieste dalle certificazioni delle USL, dei Dirigenti e dei GLH. Abbiamo 996 tagli in Sicilia, 350 in Calabria, 250 in Sardegna rispetto all’organico dell’anno precedente. Nella sola Provincia di Catanzaro dall’anno scorso ad oggi, sebbene il numero di alunni è rimasto invariato, i posti assegnati nell’AD00 sono passati da 130 a 6: sono soltanto i numeri dei tagli accorsi in questi giorni, contro cui le famiglie si stanno rivolgendo ai tribunali, e una sentenza del Tar Lazio, su ricorso promosso dall’ANIEF, presto darà giustizia per rimettere alla suprema corte la norma citata.


Proposta da inserire nel parere
Nel ridefinere le ore di insegnamento e l’organico delle istituzioni scolastiche, lo Stato deve garantire su tutto il territorio nazionale il diritto all’istruzione di ogni alunno e consentire una efficace azione didattico - laboratoriale, la realizzazione del tempo pieno e prolungato, l’azione di recupero ed una adeguata attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo con particolare attenzione ad interventi contro la dispersione scolastica nelle aree a forte flusso immigratorio e a rischio; deve, altresì, garantire la presenza di mediatori culturali che facilitino l’integrazione degli alunni stranieri e di insegnanti di sostegno. A tale fine, nei regolamenti o decreti attuativi del piano programmatico devono essere definite le condizioni per assicurare nuovi parametri per la formazione dell’organico che individuino la consistenza idonea a garantire l’ottimale e stabile funzionamento delle istituzioni scolastiche, per
a) contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, promuovendo nelle scuole interventi rivolti agli alunni in situazione di disagio socio-ambientale e in difficoltà di apprendimento, corsi di formazione e aggiornamento per il personale in servizio, definendo anche modalità attuative per l'assegnazione agli Istituti scolastici di dotazioni di docenti incaricati dell'insegnamento della lingua italiana agli studenti alloglotti con lo scopo di consolidare la padronanza della lingua come veicolo di comunicazione e di conoscenza e migliorare l'integrazione degli alunni stranieri nel contesto sociale e culturale del nostro Paese. I docenti incaricati dell'insegnamento della lingua italiana agli alunni alloglotti devono completare l'attività dagli altri docenti nell'ambito della loro attività di insegnamento. Gli interventi sono finanziati dal fondo inerente misure incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo immigratorio e contro l'emarginazione scolastica previsto all’art. 9 del vigente C.C.N.L. del comparto scuola.
b) autorizzare il dirigente preposto all’ufficio scolastico regionale ad attivare posti di sostegno a tempo determinato in deroga alla normativa vigente, nel rispetto dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, in presenza di indifferibili esigenze, rigorosamente accertate secondo i criteri disciplinati con Decreto del Ministro della Pubblica Istruzione e in base alle certificazioni stabilite dal comma 605, lettera b) dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
c) definire il numero massimo di alunni per classe che in presenza di alunno portatore di handicap medio o grave non può superare i 20 in ogni ordine e grado di scuola, nel caso di handicap lieve i 25 nella scuola dell’infanzia, i 23 nella scuola primaria, e i 26 nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Non è consentito formare classi con più di un alunno portatore di handicap grave. Nelle aree a forte disagio socio-ambientale e a forte flusso immigratorio il numero massimo di alunni può essere inferiore ai 15 nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado e ai 20 nella scuola secondaria di secondo grado; gli indici di riferimento in deroga al comma 2 del D. P. R. 19 giugno 1998, n. 233 ai fini del dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti possono essere inferiori a 300 alunni per gli istituti comprensivi di scuola materna, elementare e media, o per gli istituti di istruzione secondaria superiore che comprendono corsi o sezioni di diverso ordine o tipo, nel caso sia assicurato il successo formativo e promosso il miglioramento dell’offerta formativa.
d) prevedere la stabilizzazione di tutti i posti di insegnamento precari esistenti nel prossimo triennio, anche attraverso un nuovo piano d’assunzione a tempo indeterminato di personale docente per gli anni 2010-2013, da verificare annualmente, d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con la Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento della funzione pubblica, circa la concreta fattibilità dello stesso, prima della messa a regime del nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti.
f) adeguare le strutture degli edifici scolastici alla normativa vigente predisponendo laboratori, palestre e tutti gli spazi di uso specifico necessari alle attività didattiche previste. Gli edifici scolastici devono essere costruiti o adeguati secondo criteri di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica.




PIATTAFORMA RIVENDICATIVA
DELLA MANIFESTAZIONE ANIEF
Largo Bernardino da Feltre (c/o MIUR), ROMA 2 ottobre 2008

In questi ultimi dieci anni, il MIUR-MPI ha selezionato, formato, abilitato e specializzato 120.000 docenti per insegnare nella Scuola Primaria e Secondaria, non preoccupandosi del loro reclutamento (solo il 5% è di ruolo), anzi, ha penalizzato la loro posizione nelle graduatorie ex-permanenti (legge 143/2004), ha vietato l’inclusione nelle stesse degli ultimi 15.000 aspiranti iscritti nel 2007 trasformando le graduatorie permanenti in graduatorie ad esaurimento (GaE) e penalizzando la mobilità interprovinciale dei precari (legge 296/2006), ha impedito il conseguimento dell’abilitazione o di un’ulteriore specializzazione ai docenti che avevano congelato l’iscrizione con la chiusura delle SSIS (legge 133/2008), ha escluso dalle GaE, persino, i docenti di Strumento musicale, i quali non hanno mai avuto dal 1999 ad oggi un percorso abilitante ordinario dopo otto anni dalla riconduzione ad ordinamento della classe corrispondente.
I docenti precari specilizzati/andi per andare ad insegnare, in realtà, sono stati illusi e sono ancora, per lo più, disoccupati con grave spreco delle risorse loro e dei contribuenti.
Nel contempo, sono stati ridotti i finanziamenti alla Scuola e all’Università Pubblica per risanare i conti pubblici senza riguardo per il settore strategico dell’Istruzione, della Conoscenza e della Ricerca (legge 133/2008), anche a spese degli alunni diversamente abili, sebbene l’Italia destini al sistema Scuola-Universita’ ancora l’1,2% di P.I.L. in meno della media europea. Le previsioni secondo il piano programmatico del Ministro Gelmini e l’ultima finanziaria 2009, atti a coprire gli 80.000 tagli previsti nel prossimo triennio, confermano la tragedia dei 300.000 precari inseriti nelle GaE e il tramonto del sogno di un’immissione in ruolo o di una supplenza annuale, l’agonia degli oltre 10.000 perdenti cattedra che saranno costretti al ricollocamento nel solo prossimo anno, l’angoscia di ricercatori, dottori e assegnisti di ricerca che non potranno essere assunti fino al 2012 per il blocco del turn-over, la trasformazione degli Atenei in Fondazioni e il taglio drastico dei finanziamenti, il dramma delle migliaia di alunni disabili che non avranno l’insegnante di sostegno, dei genitori che ritroveranno il maestro unico nelle Scuole di primo grado, sempre se troveranno ancora la scuola aperta nel comune di montagna o piccola isola o nel quartiere disagiato in cui risiedono.
L’ANIEF, oggi, scende in piazza per richiedere al Ministro Gelmini, al Parlamento e al Governo di ridare dignità agli operatori della Scuola e dell’Università, e d’investire nell’unica Istituzione che può garantire il futuro del nostro Paese. Per questa ragione, chiediamo
• l’inserimento a pieno titolo nelle GaE, all’atto del conseguimento del titolo abilitante, senza alcuna penalizzazione, degli specializzandi SSIS, COBASLID, Scienze della Formazione Primaria, AFAM (Didattica della musica e Strumento musicale), l’eliminazione di ogni riferimento alla coda anche in merito alla mobilità interprovinciale dei docenti già iscritti nelle GaE (che deve essere consentita senza alcuna limitazione), e la conseguente riformulazione dell’art. 5bis del DL 137/2008 approvato il 23 settembre dalla VII Commissione della Camera, in rispetto della sentenza della Corte Costituzionale n. 168/2004;
• l’inserimento con riserva nelle GaE degli specializzandi SSIS, COBASLID, Scienze della Formazione Primaria, AFAM (Didattica della musica e Strumento musicale), che abbiano congelato i corsi e la possibilità di conseguire successivamente l’abilitazione e di sciogliere la riserva, e l’apertura di un apposito tavolo tecnico di confronto;
• l’investimento di un ulteriore punto percentuale di P.I.L. nel settore Istruzione e Rircerca e conseguentemente l’abrogazione delle parti dell’art. 64 e dell’art. 66 della legge 133/2008 riguardanti il ridimensionamento, il risparmio di spesa, i tagli alle strutture e al personale, il blocco del turn-over, l’accorpamento delle classi concorsuali, compreso il ritiro dell’art. 4 del DL 137/2008 sul maestro unico, e l’apertura di un apposito tavolo tecnico di confronto;
• l’immissione in ruolo, su tutte le cattedre vacanti, nel prossimo a.s. 2009-2010 delle 75.000 unità restanti già previste dalla legge 296/2006, e la programmazione di un ulteriore piano di reclutamento di 150.000 unità per il triennio successivo per assorbire il precariato esistente;
• l’istituzione di una quota di posti riservata per le immissioni in ruolo (o di un canale di reclutamento) dei docenti specializzati presso le SSIS, COBASLID, Scienze della Formazione Primaria, AFAM (Didattica e strumento musicale), ovvero il riconoscimento del valore concorsuale dell’esame di stato abilitante, anche ai fini della progressione di carriera, secondo l’impegno preso dal Governo con il Parlamento all’atto dell’approvazione del Dlgs. 227/2005;
• una gestione corretta tra vecchio e nuovo sistema di reclutamento che tuteli i diritti acquisiti degli inseriti nelle GaE, che non devono essere cancellate, e garantisca il ricambio generazionale, senza alcuna chiamata diretta dei Dirigenti scolastici, e l’apertura di un apposito tavolo tecnico di confronto anche con la Commissione ministeriale insediata;
• l’assegnazione delle ore di sostegno agli alunni diversamente abili anche in deroga all’organico complessivo previsto, in presenza delle relative certificazioni mediche e delle richieste dei dirigenti e dei GLH, come già previsto dalla legge 296/2006, la rivisitazione dell’articolo 2, comma 414 della legge 244/2007 (laddove elimina la deroga) già in sede di approvazione della legge finanziaria 2008, l’immissione in ruolo nel prossimo anno dei docenti di sostegno su tutte le cattedre vacanti, e l’apertura di un apposito tavolo tecnico di confronto anche in sede di Consulta Nazionale Handicap;
• l’apertura di un tavolo tecnico di confronto sulla tabella di valutazione dei titoli delle GaE, prima del prossimo aggiornamento, alla luce delle sentenze del Tribunali Amministrativi, su ricorsi presentati dall’ANIEF.


















Orizzontescuola 19 settembre 2008

Il sacrificio maggiore nel piano di razionalizzazione Tremonti-Gelmini dovrà essere sobbarcato dalla scuola secondaria di I grado. Il totale delle cattedre perse sarà di 26.900. 2.700 le cattedre risparmiate (tagliate) di Italiano, 1.000 di seconda lingua. I tagli deriveranno dalla determinazione dell'organico della scuola di I grado secondo i parametri previsti dal decreto legislativo n. 59/2004 e tenendo conto del solo orario obbligatorio. Le attuali 30 ore, 33 con la seconda lingua straniera, saranno sostituiti da 29 ore o da un modello di 27. L'orario dei docenti a 18 ore porterà ad un taglio di 2.600 cattedre di Italiano, 1000 cattedre per la seconda lingua straniera e per il resto degli insegnamenti di 9.600. Il totale dell'operazione porterà ad un taglio di 13.300 cattedre
Altri 13.600 tagli deriveranno dalla ridefinizione dell'organizzazione dei quadri orario del tempo prolungato che saranno fissati in un orario massimo di 36, superando il sistema delle compresenza
Il piano programmatico
17 settembre 2008 ItaliaOggi anticipa la relazione tecnico-illustrativa-finanziaria del piano Tremonti-Gelmini. Vi sintetizziamo i contenuti
1) Innalzamento del rapporto alunni/classe dell'0,40. Tale intervento porterà una riduzione di 12.800 cattedre da distribuire in tre anni, a partire dal 2009: 6000 unità il primo anno, 3.400 il secondo e terzo anno
2) Determinazione organico della scuola primaria tenendo conto del solo orario obbligatorio. Il taglio di cattedre sarà di 14.003 unità. Il primo anno comporterà già 10.000 tagli.
3) Eliminazione dei posti di specialista di lingua inglese nella scuola primaria. La lingua inglese sarà affidata all'insegnante della classe opportunamente specializzato con corsi di 150/200 ore. Il costo in termini di cattedre sarà di 11.200 unità
4) Determinazione dell'organico della scuola di I grado secondo i parametri previsti dal decreto legislativo n. 59/2004 e tenendo conto del solo orario obbligatorio. Il totale dei posti tagliati sarà di 13.300 posti. Di questi ben 10.300 deriverà dal risparmio delle 3 ore a disposizione di una delle due cattedre di lettere presenti in ogni corso. Inoltre sarà ridefinita l'organizzazione dei quadri orario del tempo prolungato che saranno fissati in un orario massimo di 36, superando il sistema delle compresenza. La riduzione di cattedre sarà di 13.600 unità.
5) Eliminazione della clausola della salvaguardia della titolarità prevista dall'art. 35 della legge 289/2002 (finanziaria 2003). I docenti soprannumerari saranno trasferiti d'ufficio. Taglio per 2000 cattedre
6) Riconduzione di tutte le cattedre dell'istruzione secondaria a 18 ore. Taglio di 5.000 posti
7) Revisione dei curricoli e dell'orario settimanale di lezione degli istituti di II grado. Ciò comporterà una riduzione di 3 ore settimanali di lezione pari ad una riduzione di 14.000 cattedre. Manca ancora una revisione degli orari degli insegnanti tecnico pratici
8) Personale ATA. Il personale ATA sarà colpito per il 17% della dotazione organici di ciascun profilo. L'azione sarà coadiuvata anche dalla revisione dell'orario degli assistenti tecnici.
9) Razionalizzazione dell'organico dei corsi serali e dei corsi per l'istruzione degli adulti. L'attivazione delle classi non sarà basata sugliiscritti ma in relazione alla serie storica degli scrutinati. Tagli per 1.500 posti
Il taglio delle cattedre sarà di 87.341. Il taglio degli ATA sarà di 44.500
Pronto il piano dei tagli
(Articolo di Reginaldo Palermo) La tecnica della Scuola

Nella scuola primaria, in tre anni saranno tagliati poco più di 31mila posti. Il tempo pieno non sarà toccato. Il ritorno al maestro unico dovrebbe produrre una riduzione di 14mila posti. Eliminati progressivamente tutti i docenti specialisti di lingua straniera.
Nei prossimi giorni il piano programmatico previsto dal decreto legge 112 verrà presentato alle parti sociali e depositato in Parlamento per essere sottoposto al parere delle Commissioni competenti.
Ma intanto i contenuti essenziali sono ormai noti e non si discostano di molto dalle anticipazioni da noi fatte nelle settimane scorse.
La parte più interessante del piano è certamente quella relativa alla scuola primaria perché chiarisce quali siano le reali intenzioni dei ministri Gelmini e Tremonti in materia di tempo pieno e maestro unico.
Stando ai numeri contenuti nel documento la reintroduzione del maestro unico dovrebbe portare ad un risparmio di 14mila docenti nel triennio 2009/2012 (ma in realtà il taglio sarà concentrato in due anni: 10mila posti in meno nel 2009/2010 e 2011/2012).
Il piano precisa inequivocabilmente che “l’operazione di riduzione riguarda solo le classi a tempo normale considerato che per quelle a tempo pieno è previsto un doppio docente”.
Non solo, ma il piano chiarisce anche che il risparmio di posti si otterrà riducendo da 30 a 27 ore il funzionamento delle classi: pare quindi di capire che, nel concreto, nelle classi con il maestro unico l’orario potrà essere esteso fino a 27 ore (non è ancora chiaro se le tre ore in più siano quelle di lingua straniera o quelle di eventuali attività “opzionali”).
Altri 11.200 posti saranno risparmiati eliminando progressivamente i docenti specialisti di lingua straniera (il piano prevede un taglio di 4.000 mila posti nel 2009/2010, 3.900 nel 2010/2011 e 3.300 nel 2011/2012).
Per raggiungere questo obiettivo è previsto un “piano di formazione linguistica obbligatoria della durata di 150/200 ore” da realizzarsi con i fondi destinati all’aggiornamento del personale.
In realtà il piano non tiene conto che per fare questo sarà necessario cancellare la norma contrattuale che prevede l’aggiornamento dei docenti solo come attività non obbligatoria.
Un’ulteriore sforbiciata agli organici della scuola primaria è legata con l’aumento del rapporto alunni/classe che dovrà passare da 18,69 a 19,09 : il risultato, secondo i tecnici del Ministero, saranno 4.867 posti in meno.
Complessivamente solo la scuola primaria contribuirà a con 31.067 posti in meno.
Dal 2009 andrà in vigore anche la riforma delle Superiori
















IN FRANCIA IL MAESTRO È UNICO, MA . . .
da Tuttoscuola, 4 ottobre 2008
Da quest'anno scolastico, com'è noto, sono cambiate in Francia le regole di funzionamento della scuola primaria: i giorni di lezione sono diventati quattro, perché al tradizionale giorno di chiusura del mercoledì è stato aggiunto anche il sabato.
Nei quattro giorni del funzionamento ordinario le lezioni si svolgono normalmente dalle 8.30 alle 16.30, con un intervallo di due ore dalle 11.30 alle 13.30 per il gioco e per il pranzo. Le scuole possono organizzare attività di assistenza e doposcuola (anche in forma di laboratori) tra le 16.30 e le 18.00. Quindi gli alunni stanno a scuola per complessive 32 ore, che possono salire a 38 con l'uscita alle 18.00.
Solo 24 di queste ore, 6 al giorno (3+3), sono dedicate alle lezioni, che vengono impartite da un solo insegnante, unico responsabile dei risultati raggiunti dagli alunni. Questo insegnante non sta con i suoi allievi nelle altre ore (da 8 a 16), nelle quali essi sono seguiti da altre figure (assistenti, animatori, addetti ai servizi di mensa) che non possono interferire con l'attività di insegnamento, affidata esclusivamente al maestro.
L'orario di servizio del maestro francese (il tradizionale instituteur, ora professeur), è di 27 ore settimanali: 24 di insegnamento, 6 all'anno per riunioni (consigli di scuola), 18 all'anno per formazione in servizio (conferenze pedagogiche), 84 all'anno per programmazione e sostegno agli allievi in difficoltà (mediamente poco più di due ore e mezzo alla settimana).
Il carico orario annuale è di 972 ore, distribuite in 4 giorni per 36 settimane. Di queste ore 864 sono quelle dedicate all'insegnamento. Le stesse che dovrebbe fare il maestro unico in Italia, calcolando un'apertura delle scuole per 36 settimane, ma solo nel caso che fosse davvero unico, cioè che insegnasse anche la lingua straniera e la religione cattolica...






VERSO I NUOVI LICEI DI 30-32 ORE.
da TuttoscuolaNews, N. 362, 6 ottobre 2008
Nell’incontro svoltosi il 3 ottobre 2008 tra il Ministero e le organizzazioni sindacali sulle prospettive di riassetto dei licei non sono state date informazioni dettagliate sui piani di studio e le classi di concorso (saranno fornite, dicono al Ministero, in questa settimana), ma a quanto riferiscono fonti sindacali sarebbero confermate le indiscrezioni circolate in questi giorni sulla durata settimanale delle lezioni: 30 ore per i licei classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane, 32 per il liceo artistico e quello musicale-coreutico.
Il punto di partenza sarebbe l’orario già previsto dagli allegati al Decreto legislativo 226/2005 della riforma Moratti per i sei licei, ma senza le ore facoltative e con una più limitata area opzionale obbligatoria. Il taglio sarebbe di 2 o 3 ore dal primo al quarto anno per i primi quattro licei, e di 3-6 ore per gli altri due. Il taglio più robusto lo subirebbe il liceo artistico, che passerebbe da 38 a 32 ore nel terzo, quarto e quinto anno, con l’azzeramento delle tre ore facoltative (cinque nel quinto anno) e la riduzione dell’orario opzionale obbligatorio.
Un’altra novità riguarderebbe l’ultimo anno, che potrebbe differenziarsi in funzione delle scelte successive, come già annunciato anche per gli istituti tecnici e professionali. Ma in questo caso più che di una novità si dovrebbe parlare dell’attuazione di una precisa norma della riforma Moratti (legge n. 53/2003, art. 2, punto i: “i licei e le istituzioni formative del sistema dell'istruzione e della formazione professionale, d'intesa rispettivamente con le università, con le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica e con il sistema dell'istruzione e formazione tecnica superiore, stabiliscono, con riferimento all’ultimo anno del percorso di studi, specifiche modalità per l’approfondimento delle conoscenze e delle abilità richieste per l’accesso ai corsi di studio universitari, dell'alta formazione, ed ai percorsi dell'istruzione e formazione tecnica superiore”).

ItaliaOggi: Prof in esubero trasferiti d'ufficio E così si tagliano 7 mila cattedre
30-09-2008
Dal prossimo anno scolastico tutte le cattedre delle secondarie saranno ricondotte a 18 ore settimanali. E se non ci saranno abbastanza ore per costituire cattedre a sufficienza per tutti i titolari, gli ultimi in graduatoria d'istituto saranno dichiarati soprannumerari e trasferiti d'ufficio. Lo prevede l'articolo 22 di una bozza di regolamento sulla riorganizzazione della rete scolastica, predisposta dal ministero dell'istruzione per dare attuazione al decreto legge 112/2008 (si vedano le anticpazioni di IO di giovedì scorso) e al relativo piano di risparmi.
Ora più rischi . Il provvedimento, se approvato senza modifiche sostanziali, azzererà le norme di tutela che erano state previste dall'articolo 35 della Finanziaria del 2003 (legge 289/2002) che prevedevano la costituzione delle cosiddette cattedre di salvaguardia. In buona sostanza, la disciplina attualmente in vigore, nel disporre la cancellazione delle ore a disposizione tramite il riempimento delle cattedre fino a 18 ore fissa un limite. Esso consiste nalla impossibilità di procedere a questa operazione se nell'istituzione scolastica, a seguito della riconduzione delle cattedre a 18 ore vengano a verificarsi delle situazioni di soprannumerarietà.
Insomma, sì alla riconduzione a 18 ore, ma patto che non venga buttato fuori nessuno. Questo precetto, peraltro ribadito anche dalla giurisprudenza (tribunale di l'Aquila 22 del 15.6.2004) a breve sarà superato. E dall'anno prossimo, sempre che il decreto passi (cosa peraltro assai probabile) la riconduzione avverrà a tappeto. Anche nelle classi di concorso precedentemente risparmiate, come per esempio la classe A043 (lettere nella scuola media). Con questa operazione il governo conta di tagliare 5mila cattedre. E dalla sola cancellazione delle cattedre di salvaguardia, conta di tagliarne altre 2mila. In tutto, già dal prossimo anno: 7mila cattedre in meno.
L'ultimo perde posto . Quanto al trattamento dei soprannumerari, la bozza regolamentare rimanda alle procedure fissate dal contratto integrativo sulla mobilità. La procedura prevede in via preliminare la compilazione di una graduatoria d'istituto, nella quale devono essere inclusi tutti i docenti titolari nell'istituzione scolastica. Questa graduatoria, redatta con elenchi distinti per classi di concorso, viene elaborata secondo una serie di punteggi con riguadardo all'anziantià di servizio, alla continuità didattica, ai titoli posseduti e alle esigenze di famiglia. Dopo di che, all'atto dell'insorgenza della situazione di soprannumerarietà, il dirigente scolastico individua i docenti che vanno incontro al trasferimento d'ufficio, identificandoli in coloro che si troveranno collocati agli ultimi posti in graduatoria. Il tutto tenendo conto anche del regime di particolare tutela che la legge accorda ai portatori di handicap o a chi li assiste in via esclusiva (articoli 21 e 33 della legge 104/92). Che prevede per loro l'esclusione dalla graduatoria e l'inamovibilità. Dopo di che gli interessati possono presentare la cosiddetta domanda condizionata di trasferimento: un'istanza in tutto simile a una domanda di trasferimento, recante un elenco di comuni dove l'interessato preferibbe essere trasferito. Il tutto a condizione che nella scuola non si riformi una cattedra. Nel qual caso la domanda non viene essere presa in considerazione.
L'interessato, peraltro, ha anche la facoltà di non avvalersi del diritto a porre questa condizione, partecipando in ogni caso ai movimenti. Il trasferimento. Qualora la situazione di soprannumerarietà dovesse persistere, l'amministrazione procede ad esperire gli adempimenti volti a soddisfare le preferenze espresse. E se nessuna delle sedi espresse risulta disponibile, procede al trasferimento d'ufficio secondo il cosiddetto criterio di viciniorità. Vale a dire facendo dei tentativi partendo dal comune più vicino alla scuola di precedente titolarità e così via dal più vicino al più lontano, fino a quando non si trova una sede disponibile.
Se nemmeno così è possibile ricollocare il docente interessato, l'amministrazione procede a collocarlo nella dotazione organica provinciale: una specie di limbo dove vengono sistemati gli insegnanti soprannumerari senza sede ai quali sarà assegnata una sede provvisoria per un anno in sede di mobilità annuale, tramite le cosiddette utlizzazioni.
L'utilizzazione
Si tratta di un provvedimento di mobilità annuale destinato proprio ai docenti che abbiano subito un trasferimento d'ufficio, in quanto soprannumerari, oppure che non abbiano ancora ottenuto l'assegnazione della sede definitiva oppure ancora ad altre categorie di docenti puntualmente individuate nel contratto annuale sulle utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. L'utilizzazione viene disposta sempre a domanda dell'interessato, che può richiedere, contestualmente, di essere utilizzato in classi di concorso diverse da quella di titolarità oppure in altri gradi e ordini di scuola. Si può chiedere per sedi della stessa provincia o per sedi di altra provincia.




Intervento della dott.ssa Alessandra Spilimbergo
L’articolo 4 reintroduce l’Insegnante unico nella scuola primaria ritornando al sistema educativo precedente al 1990, prendendo spunto dai dati Ocse pubblicati nell’ultimo rapporto annuale (reso noto il 9 settembre scorso) per giustificare la bontà delle norme di razionalizzazione previste dal Regolamento da emanare ai sensi della Legge 133 del 2008: l'Italia investe di più degli altri Paesia dell’Ocse in media nella Scuola primaria, di conseguenza, poiché dai dati in possesso del Ministro i salari degli insegnanti coprono il 97% della spesa corrente, automaticamente risulta necessario tagliare il corpo docente. Ma secondo l’Ocse a coprire un’altissima percentuale della spesa non sarebbero in sé gli stipendi degli insegnanti, ma la totalità della spesa corrente, mentre il Presidente dell’ Ocse, Schleicher, in base all’indice di rendimento PISA ha posto l’accento sull’alta qualità della Scuola Primaria italiana, come scuola di eccellenza. Come logico la qualità ha un costo (anche nella SCUOLA) e dunque se si tagliano i costi si abbassa il grado qualitativo e ci si uniforma su livelli bassi, perché se è vero che anche prima del 1990 altre indagini internazionali confermevano la bontà del nostro sistema educatica in vent’anni la società italiana è cambiata come sono cambiate le dinamiche socio-culturali che hanno subito una fortissima accelerazione imputabile a più fattori: dalla globalizzazione alla multi-etnicità, dalla maggiore attenzione per le disabilità ed i deficit di ogni natura, per arrivare alla famiglia, spesso latitante e marginale nel suo non poter più essere (non per scelta ma per necessità) agenzia formativa primaria.
Si impone una didattica nuova, cognitivista, per cui educare è un processo qualitativo e non quantitativo. Per questo motivo è necessario “imparare ad imparare” ed insegnare, mai come oggi, vuole dire insegnare nella diversità e nella pluralità, intese non come disvalori, ma come ricchezza. Ciò significa che, particolarmente nelle fasi iniziali dell’iter scolastico, è richiesta ai docenti, quasi come un imperativo categorico, una particolare attenzione per l’ individualità e la specificità di ogni singolo alunno. Gli insegnanti della Scuola Primaria sono chiamati, più degli altri, a sensibilizzarsi rispetto alle peculiarità di cui ogni bambino è portatore. Il singolo docente, che si trovi ad insegnare fuori da un team, può tuttavia non riconoscere e dunque non valorizzare ed attualizzare le potenzialità dell’alunno, non per cattiva volontà o incompetenza, ma semplicemente per una possibile incongruenza fra lo stile docente e quello discente. Ecco dunque riconfermata la validità, anzi la necessità del team docente, chiamato a confrontarsi, anche dialetticamente, nel momento della progettazione didattica e della valutazione del singolo alunno. Insegnare richiede, oggi più che mai, una “maestria” artigiana fatta di attenzione e cura, maestria e cura che naturalmente vengono meno là quando un solo docente è chiamato ad educare classi in sovrannumero dove, tra gli altri, vi sono anche bambini allofoni (che spesso mancano di mediatore linguistico), disabili (che ora con sempre maggiore difficoltà potranno avvalersi del “sostegno”). Insegnare è riconoscere la “sacralità del tempo” di apprendimento di ognuno, essere posti nella condizione di potere seguire pazientemente le fasi dello sviluppo fisico ed intellettivo di ogni bambino.Trasmettere saperi richiede conoscenza profonda, una vera perizia epistemologica della materia che si insegna e dunque viene da chiedersi: come e soprattutto quanto e di quante discipline deve essere portatore il maestro unico? Dove sono finiti gli obiettivi strategici del Consiglio Europeo per l’Istruzione di Lisbona del 2000 per cui : “i sistemi europei d’istruzione e formazione devono essere adeguati alle esigenze della società dei saperi e alla necessità di migliorare il livello e la qualità dell’occupazione…?
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