OGGI IL PRIMO SCIOPERO DELLA SCUOLA: SARA’ PLEBISCITARIO.
INTANTO APPAIONO LE PRIME CREPE NELLA MAGGIORANZA. DUE PARLAMENTARI DEL CENTRO-DESTRA SCRIVONO ALL’UNICOBAS: “LA RIFORMA GELMINI E’ CONTRO ILSUD”.
CRESCONO IN MODO ESPONENZIALE LE ADESIONI DALLE SCUOLE DI TUTTA ITALIA:
SARA’ GRANDE LA MANIFESTAZIONE SOTTO IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE (h. 10.00).
DI PIETRO E L’ITALIA DEI VALORI CONFERMANO PRESENZA IN PIAZZA CON L’UNICOBAS
Ecco cosa ci scrivono alla vigilia del nostro sciopero l’On. Arturo Iannaccone, deputato del Movimento per l’Autonomia e l’On Gaetano Fasolino, parlamentare di Forza Italia nella scorsa legislatura. Il contrario delle dichiarazioni rassicuranti rese ieri da Berlusconi.
Iannaccone: “Il Movimento per l'Autonomia è un partito a forte vocazione territoriale, attento alle problematiche del Mezzogiorno e alle istanze che provengono dai cittadini del Sud del Paese. La riforma del mondo della scuola e dell'Università, approvata con decreto dal Consiglio dei ministri, rischia di tradursi in una nuova Alitalia, oltre ventimila docenti del sud rischiano di ritrovarsi, da un momento all'altro, in mezzo alla strada. Ovviamente, un partito come l'Mpa, fortemente radicato proprio nel meridione del Paese, non può assolutamente consentire che una riforma varata dal Governo che sostiene, sia così penalizzante per il Sud del Paese (...).
La riforma Gelmini, invece, non si fa carico del divario tra scuola del Nord e scuola del Sud. Non si tratta di un divario da attribuire né alle capacità di apprendimento dei nostri ragazzi, né tantomeno alla professionalità dei nostri insegnanti. Si tratta, invece, di ridurre il deficit infrastrutturale che grava sulla scuola del Mezzogiorno, rendendo più grande la distanza con quella del Nord. Quindi maggiori investimenti, più strutture, più laboratori, più palestre, più strutture sportive, e sopratutto un modo nuovo di gestire questi beni. Noi del Movimento per l'Autonomia, se non ci dovessero essere sostanziali cambiamenti durante la fase di approvazione del decreto legge, saremo costretti ad esprimere il nostro voto contrario ad una riforma fortemente penalizzante per la scuola e per i docenti del sud che non riduce un divario ormai insopportabile che mortifica i nostri studenti”.
Fasolino: “vedere espulsi circa 87.000 Insegnanti solo dalla Scuola Elementare e altre decine di migliaia dalle Secondarie non induce a spiccare salti di gioia. Inoltre, a queste cifre va aggiunta la riduzione del 17% del personale ausiliario tecnico ed amministrativo (...). Come al solito, chi pagherà il costo maggiore sarà soprattutto il Mezzogiorno d'Italia. E' noto a tutti che la stragrande maggioranza degli Insegnanti e del personale ATA che perderà il posto di lavoro è di origine meridionale. Basta un esempio: nella sola provincia di Salerno sono stati perduti, nell'attuale anno scolastico, ben 119 posti di lavoro per le Materne, 347 per le Elementari, 59 per le Medie, 95 per le Superiori, 29 per il personale ATA, 585 per le supplenze! (...) riteniamo che il posto di lavoro di tanti giovani seri e preparati sia stato sacrificato non sull'altare di una strategia di rinnovamento e modernizzazione ma in obbedienza ad un mero e glaciale calcolo ragionieristico tutto teso a risparmiare sette miliardi e ottocento milioni di euro. Dispiace, inoltre, che un provvedimento di tanta importanza sia stato adottato senza uno straccio di consultazione e di dibattito non solo all'interno del mondo della Scuola, ma delle stesse componenti politiche di maggioranza e di opposizione.
(...) La ricomparsa della maestrina dalla penna rossa fra giulive scolaresche in grembiulino avrà fatto versare lacrime di gioia a Bruno Vespa, ma ha di sicuro provocato lacrime amare a chi sperava in un ulteriore salto di qualità della Scuola elementare che, dopo l'abolizione del maestro unico, avvenuta 15 anni or sono, era pervenuta a livelli di eccellenza da tutti riconosciuti in Europa. (...) Il risultato (che nessuno si augura) potrebbe essere la rottura definitiva dell'unità del piano nazionale di istruzione mentre è dovere di tutti perseguire il consolidamento dell'unità economica, politica e culturale di tutta la nazione”.
Stefano d’Errico (Segretario nazionale)