UNICOBAS: Comunicato 3 ottobre 2008

Rassegna Stampa e News su Scuola e Sindacato

UNICOBAS: Comunicato 3 ottobre 2008

Messaggiodi edscuola » 3 ottobre 2008, 17:15

OGGI IL PRIMO SCIOPERO DELLA SCUOLA: SARA’ PLEBISCITARIO.

INTANTO APPAIONO LE PRIME CREPE NELLA MAGGIORANZA. DUE PARLAMENTARI DEL CENTRO-DESTRA SCRIVONO ALL’UNICOBAS: “LA RIFORMA GELMINI E’ CONTRO ILSUD”.

CRESCONO IN MODO ESPONENZIALE LE ADESIONI DALLE SCUOLE DI TUTTA ITALIA:

SARA’ GRANDE LA MANIFESTAZIONE SOTTO IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE (h. 10.00).

DI PIETRO E L’ITALIA DEI VALORI CONFERMANO PRESENZA IN PIAZZA CON L’UNICOBAS

Ecco cosa ci scrivono alla vigilia del nostro sciopero l’On. Arturo Iannaccone, deputato del Movimento per l’Autonomia e l’On Gaetano Fasolino, parlamentare di Forza Italia nella scorsa legislatura. Il contrario delle dichiarazioni rassicuranti rese ieri da Berlusconi.

Iannaccone: “Il Movimento per l'Autonomia è un partito a forte vocazione territoriale, attento alle problematiche del Mezzogiorno e alle istanze che provengono dai cittadini del Sud del Paese. La riforma del mondo della scuola e dell'Università, approvata con decreto dal Consiglio dei ministri, rischia di tradursi in una nuova Alitalia, oltre ventimila docenti del sud rischiano di ritrovarsi, da un momento all'altro, in mezzo alla strada. Ovviamente, un partito come l'Mpa, fortemente radicato proprio nel meridione del Paese, non può assolutamente consentire che una riforma varata dal Governo che sostiene, sia così penalizzante per il Sud del Paese (...).

La riforma Gelmini, invece, non si fa carico del divario tra scuola del Nord e scuola del Sud. Non si tratta di un divario da attribuire né alle capacità di apprendimento dei nostri ragazzi, né tantomeno alla professionalità dei nostri insegnanti. Si tratta, invece, di ridurre il deficit infrastrutturale che grava sulla scuola del Mezzogiorno, rendendo più grande la distanza con quella del Nord. Quindi maggiori investimenti, più strutture, più laboratori, più palestre, più strutture sportive, e sopratutto un modo nuovo di gestire questi beni. Noi del Movimento per l'Autonomia, se non ci dovessero essere sostanziali cambiamenti durante la fase di approvazione del decreto legge, saremo costretti ad esprimere il nostro voto contrario ad una riforma fortemente penalizzante per la scuola e per i docenti del sud che non riduce un divario ormai insopportabile che mortifica i nostri studenti”.

Fasolino: “vedere espulsi circa 87.000 Insegnanti solo dalla Scuola Elementare e altre decine di migliaia dalle Secondarie non induce a spiccare salti di gioia. Inoltre, a queste cifre va aggiunta la riduzione del 17% del personale ausiliario tecnico ed amministrativo (...). Come al solito, chi pagherà il costo maggiore sarà soprattutto il Mezzogiorno d'Italia. E' noto a tutti che la stragrande maggioranza degli Insegnanti e del personale ATA che perderà il posto di lavoro è di origine meridionale. Basta un esempio: nella sola provincia di Salerno sono stati perduti, nell'attuale anno scolastico, ben 119 posti di lavoro per le Materne, 347 per le Elementari, 59 per le Medie, 95 per le Superiori, 29 per il personale ATA, 585 per le supplenze! (...) riteniamo che il posto di lavoro di tanti giovani seri e preparati sia stato sacrificato non sull'altare di una strategia di rinnovamento e modernizzazione ma in obbedienza ad un mero e glaciale calcolo ragionieristico tutto teso a risparmiare sette miliardi e ottocento milioni di euro. Dispiace, inoltre, che un provvedimento di tanta importanza sia stato adottato senza uno straccio di consultazione e di dibattito non solo all'interno del mondo della Scuola, ma delle stesse componenti politiche di maggioranza e di opposizione.

(...) La ricomparsa della maestrina dalla penna rossa fra giulive scolaresche in grembiulino avrà fatto versare lacrime di gioia a Bruno Vespa, ma ha di sicuro provocato lacrime amare a chi sperava in un ulteriore salto di qualità della Scuola elementare che, dopo l'abolizione del maestro unico, avvenuta 15 anni or sono, era pervenuta a livelli di eccellenza da tutti riconosciuti in Europa. (...) Il risultato (che nessuno si augura) potrebbe essere la rottura definitiva dell'unità del piano nazionale di istruzione mentre è dovere di tutti perseguire il consolidamento dell'unità economica, politica e culturale di tutta la nazione”.

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COLPISCE NEL SEGNO IL PRIMO SCIOPERO DELLA SCUOLA

Messaggiodi edscuola » 4 ottobre 2008, 8:26

COLPISCE NEL SEGNO IL PRIMO SCIOPERO DELLA SCUOLA

PROCLAMATO DALL’UNICOBAS:

ADESIONI OLTRE IL 20% NEI GRANDI CENTRI E CON UN 10% NAZIONALE

ALMENO IN 5000 SOTTO IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE A ROMA



A centinaia le scuole completamente chiuse, percentuali che superano il 30% a Roma ed il 20% nei grandi centri urbani. Non male per uno sciopero che è stato vittima di un inaudito black-out da parte di molti media (su tutti “Repubblica” ed “il Messaggero”, che sono riusciti ad ignorarlo totalmente violando persino la legge 146/90 che ne impone la pubblicizzazione onde evitare danni all’utenza)! Numeri alti, se si considera che gli scioperi nella scuola non hanno mai superato il 35% nazionale. Nella capitale il 10% degli istituti erano assolutamente deserti, genitori e studenti in piazza con l’Unicobas. Nell’ambito di una buona media generale di partecipazione, estremamente significativa quella delle scuole elementari, dell’infanzia e degli istituti comprensivi. Per la prima volta, aderiscono anche parecchi dirigenti ad uno sciopero Unicobas. Se a tutto ciò s’aggiunge lo stato di agitazione che interessa dall’inizio delle lezioni pressoché tutte le scuole, se ne ricava un rifiuto generalizzato della controriforma Tremonti-Gelmini da parte del mondo dell’istruzione. Resta il rammarico per la scelta ottusa dei COBAS di mantenere testardamente la loro scadenza di sciopero indetta dal giugno scorso per il 17 ottobre. Il mondo non è immobile: a giugno non si conosceva la manovra sulla scuola ed i COBAS potevano legittimamente convocare una scadenza di lotta, peraltro pensata per il general-generico pubblico impiego o contro il “precariato sociale” insieme a sindacati che non esistono nella scuola (le RDB-CUB dell’INPS e l’SDL dell’Alitalia). Ma nell’ultimo mese tutti hanno capito quanto fosse centrale in sé la questione scuola e come ciò necessitasse di una scadenza specifica. Mantenere fisso il 17 è stato fuori tempo e fuori luogo. Fuori tempo, perché il governo ha espressa intenzione di terminare l’iter parlamentare del decreto sui tagli entro la prossima settimana (forse addirittura ponendo la fiducia già lunedì). Fuori luogo, perché ha servito solo da depotenziatore dell’unico sciopero proclamato al tempo giusto: quello di oggi. Che dire poi della CGIL che esaurisce la propria dichiarata contrarietà prospettando ai lavoratori una mera ginnastica senza costrutto, senza aver convocato neppure un’ora di sciopero? Non parliamo di CISL e UIL, il cui (connivente) silenzio è assordante, né dello SNALS, dichiaratamente filo-Gelmini. In quanto alla Gilda, la quale ha proclamato da pochi giorni uno sciopero-fantasma per il 16 ottobre, rileviamo un’evidente schizofrenia. In primis, detto sciopero è stato proclamato solo per cercare di recuperare rispetto ad una base a dir poco esasperata. Secondariamente, dal momento che la Gilda ha trovato nell’On. Valentina Aprea la propria mentore rispetto all’inutile e dannosa separazione contrattuale fra docenti ed ATA: cosa fa questo sindacato, sciopera dunque contro se stesso?

L’assenza di informazione appropriata continua ad essere all’ordine del giorno. Alcuni elementi: 1) i tagli non saranno solo di 87500 cattedre di scuola elementare e dell’infanzia e 40000 posti ATA, relativi all’operazione “maestro unico” ed all’eliminazione di fatto del tempo pieno (sostituto a piccole dosi dal ritorno al dopo-scuola comunale). In 6 anni da oggi verranno tagliate altre 80000 cattedre nelle medie e nelle superiori, a causa della riduzione di alcuni licei a 4 anni, del drastico taglio del tempo-scuola negli istituti tecnici e professionali, della riduzione generalizzata delle ore per materia e della soppressione del tempo prolungato nelle medie. La lotta è quindi destinata ad estendersi e radicalizzarsi e noi saremo protagonisti.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale)
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