CISL Scuola Bari: Comunicato 24 settembre 2008

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CISL Scuola Bari: Comunicato 24 settembre 2008

Messaggiodi edscuola » 25 settembre 2008, 7:21

La Giunta Regionale, ha approvato l’Atto di indirizzo concernente le
linee guida per l’attuazione del piano di riorganizzazione della rete
scolastica per il 2009/2010.
La programmazione della rete scolastica di competenza regionale,
sulla base di piani provinciali, è stata approvata in modo formale
pur tenendo conto che il decreto 112 modificherà notevolmente le
procedure

Un ulteriore caos che in questo momento non aiuta la nostra già
colpita scuola pubblica.
Saranno le proposte delle scuole entro il 9 ottobre ma ancor più
quelle dei comuni entro il 22 a definire se nella nostra provincia
potremo conservare le 347 autonomie o se i mega Istituti cederanno
agli sdoppiamenti , a favore delle aggregazioni di piccole scuole
sotto i 500 alunni.
Al buon senso delle proposte il resto .....in un recente passato
alcune operazioni hanno portato a delle assegnazioni di plessi
lontani chilomentri tra loro, inutili ai fini della consistenza
numerica ma con effetti problematici sul contesto ambientale e
sull'organizzazione scolastica.
La Cisl Scuola ha chiesto i terminali associativi ed ai dirigenti
scolastici di conoscere preventivamente le richieste o le proposte
......infatti, avere un chiaro quadro d'insieme del livello
provinciale.permette alle o.o. s.s. di vigilare e concertare con la
Istituzioni preposte la dimensione della riorganizzazione e dei tagli.
Non vogliamo correre il rischio di vedere accorpate tante scuole tra
loro alfine di raggiungere la sopravvivenza lasciando intatti gli
istitui sovraffollati dove gli unci ad avere un interesse sono i D.S.
che raggiungono un livello stipendiale più alto......

M.GISSI
edscuola
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Programmazione rete scolastica a.s. 2009/2010

Messaggiodi edscuola » 25 settembre 2008, 7:24

Programmazione rete scolastica a.s. 2009/2010. Atto di indirizzo
Approvato dalla Giunta Regionale con atto n. ……. del ………..

Premessa

Il quadro normativo relativo all’assetto istituzionale del sistema scolastico nazionale ha
visto, nel corso degli ultimi mesi, l’emanazione di alcuni provvedimenti destinati, nell’imminente
futuro, ad incidere sull’offerta formativa regionale e sulla organizzazione della rete scolastica che
ne costituisce il fondamento.
Ci si riferisce, in particolare, al D.P.C.M. 25 gennaio 2008, pubblicato sulla G.U. dell’11
aprile 2008, recante “Linee guida per la riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione
tecnica superiore e la costituzione degli istituti tecnici superiori” e al D.M. 25 ottobre 2007,
riguardante la riorganizzazione dei centri territoriali permanenti per l’educazione degli adulti e dei
corsi serali, da attuarsi mediante l’istituzione dei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti. Tali
centri, com’è noto, saranno dotati di una propria autonomia e di un proprio organico ben distinto da
quello degli ordinari percorsi scolastici, nei limiti, ovviamente delle autonomie scolastiche istituibili
in ciascuna regione. Va tenuto presente, inoltre, che la riforma della scuola secondaria superiore di
cui al D.Lgs. 226 del 2005, in base alle modifiche da ultimo previste dal D.L. n. 7/2007 (con le
integrazioni introdotte, in sede di conversione, dalla Legge n. 40/2007), dovrebbe entrare in vigore a
decorrere dall’anno scolastico e formativo 2009/2010 (si veda, a tal proposito, l’art. 27, comma 4,
del predetto Decreto n. 226).
Si aggiunga che le recentissime disposizioni legislative in materia di istruzione e, nello
specifico, di organizzazione scolastica, avranno un impatto notevole sulla programmazione della
rete scolastica di tutte le Regioni.
Il riferimento è, in particolare, all’art. 64 del D.L. 112 del 2008 (convertito dalla L. 133 del 6
agosto 2008) e al D.L. 1° settembre 2008, n. 137, che ha introdotto, fra le altre cose, il ritorno
all’insegnante unico nella scuola primaria.
Si ritiene utile riportare, in estrema sintesi, le prescrizioni principali previste dall’art. 64
citato, fondate, essenzialmente, sull’obiettivo del conseguimento di economie di spesa sul bilancio
dello Stato e sulla razionalizzazione nell’utilizzo delle risorse umane e strumentali:
• Incremento di un punto del rapporto alunni docente;
• Riduzione della consistenza delle dotazioni organiche del personale ATA;
• Ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi
compresi i corsi serali;
• Un’azione di ridimensionamento della rete scolastica, da attuarsi sia nei confronti degli
istituti principali sottodimensionati, sia con riferimento ai plessi e alle sezioni staccate che
accolgano un numero ridotto di alunni;
• Nel caso di chiusura di istituti scolastici aventi sede nei piccoli Comuni, possono essere
previste specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti.
Ciò detto, occorrerà attendere il piano programmatico degli interventi, su base triennale, che
sarà messo a punto dal Ministero della Istruzione, Università e Ricerca di concerto con il M.E.F.,
nonchè i relativi regolamenti attuativi, per verificare l’impatto che le misure previste dalla Legge
133/2008 avranno sull’attuale assetto della rete scolastica della nostra Regione.
Nelle more dell’approvazione del citato piano programmatico, appare utile, comunque,
richiamare i parametri dimensionali previsti dall’art. 2 del D.P.R. 233 del 1998, il quale, ai fini
dell’acquisizione e del mantenimento dell’autonomia scolastica, prescrive che gli istituti di
istruzione devono avere, di norma, una popolazione consolidata e prevedibilmente stabile per
almeno un quinquennio, compresa fra 500 e 900 alunni, con possibilità di deroghe, in alcuni ben
determinati casi, sia in difetto (fino al limite minimo di 300 unità) che in eccesso. In particolare, si
ricorda che la deroga minima fino a 300 alunni è consentita nei confronti degli istituti comprensivi
di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado, nonché nei confronti di istituti superiori
comprendenti corsi o sezioni di diverso ordine e tipo, a condizione che detti istituti siano ubicati
nelle piccole isole, nei comuni montani ovvero nelle aree geografiche contraddistinte da specificità
etniche o linguistiche.
Prescrizioni per l’a.s. 2009/2010
Alla luce del quadro normativo delineato, in considerazione dell’attuale consistenza
quantitativa delle istituzioni scolastiche funzionanti in ambito regionale e dell’inevitabile
ridimensionamento della rete scolastica, con tempi e modalità da definirsi, si ritiene di emanare le
seguenti prescrizioni alle quali tutte le istituzioni scolastiche e territoriali, ciascuno per la
propria competenza, dovranno attenersi:
- Non sarà presa in considerazione la richiesta di istituzione di nuovi indirizzi di studio e
l’istituzione di corsi serali da parte delle scuole secondarie superiori;
- Le Province e i Comuni, per i gradi di istruzione di propria competenza, sono invitati a
programmare e proporre la chiusura o l’accorpamento delle scuole aventi un numero di alunni
inferiore ai limiti previsti dal D.P.R. 233/98 (a partire da quelle con meno di 300 alunni) e lo
sdoppiamento di quelle aventi una popolazione scolastica particolarmente elevata;
- Particolare attenzione dovrà, inoltre, essere posta sui plessi e le sezioni staccate che accolgano un
numero ridotto di alunni, dei quali dovrà essere favorita una riduzione, , con la contestuale
previsione di misure volte a ridurre il disagio per gli utenti;
- Sarà, inoltre, opportuno che gli Enti locali procedano al riequilibrio della popolazione scolastica
fra le istituzioni scolastiche autonome attualmente funzionanti, per pervenire tendenzialmente al
dimensionamento delle stesse secondo i parametri in precedenza indicati.
Strumenti della programmazione.
Premessa
Al fine di permettere l’approvazione da parte della Giunta Regionale del Piano regionale di
riorganizzazione della rete scolastica per l’anno scolastico 2009/2010, in tempi utili per apportare le
necessarie modifiche all’anagrafe delle scuole (nuovi codici meccanografici, ecc..) e di consentire
quindi al personale della scuola l’esercizio del diritto di mobilità verso le nuove istituzioni che
saranno autorizzate con il prossimo Piano, si invitano tutte le istituzioni coinvolte a rispettare i
termini di seguito indicati.
Competenza
La competenza ad avanzare proposte è esercitata dalle Province, in relazione all’istruzione
secondaria superiore e dai Comuni, in relazione agli altri gradi inferiori di scuola, anche su impulso
e, comunque, previa consultazione, con le istituzioni scolastiche autonome interessate alle
modifiche.
Gli enti locali potranno interagire con l’Ufficio Scolastico Regionale, che costituisce un
interlocutore privilegiato sia per il raccordo con le istituzioni scolastiche e sia per l’immediata
verifica della praticabilità delle proposte che saranno formulate nei piani. Infatti uno dei limiti alla
fattibilità delle proposte è quello della disponibilità di risorse umane e finanziarie che competono al
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Istituzioni Scolastiche
Le proposte delle scuole, approvate dal Consiglio di Circolo o d’Istituto, dovranno essere
inviate agli enti competenti entro il 9 ottobre 2008; copia di tali proposte deve essere inviata
all’Ufficio Scolastico Regionale.
Strumenti
Sono strumenti della programmazione della rete scolastica l’istituzione, la soppressione, la
fusione o unificazione, lo sdoppiamento, la trasformazione o la diversa aggregazione delle
istituzioni scolastiche o di parti di esse.
Le modifiche all’assetto e alla localizzazione delle strutture scolastiche, come definito dal
Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche statali e dalle successive
integrazioni, devono essere proposte secondo quanto previsto di seguito.
Tali modifiche devono porsi obiettivamente come necessarie ed indilazionabili e devono
essere finalizzate essenzialmente al riequilibrio ed alla risistemazione degli assetti preesistenti, al
fine di pervenire alla definizione di assetti organizzativi stabili nel tempo.
Istituzione
Si procede alla istituzione di nuovi plessi, sezioni staccate o scuole coordinate soltanto se si
rendono necessari per un opportuno decentramento o ridimensionamento di istituzioni scolastiche
autonome sovradimensionate.
Soppressione
La cessazione del funzionamento di una scuola, con la conseguente perdita dell’autonomia,
deve prevedere l’aggregazione delle sedi ad altre scuole autonome. La cessazione del
funzionamento di un indirizzo di studio può avvenire, di regola, soltanto ad esaurimento.
La soppressione di plessi, succursali ed unità scolastiche, funzionanti nello stesso territorio
comunale, nonché il trasferimento di sede, può essere proposta dagli Enti Locali competenti,
nell’ambito dei piani di organizzazione.
I provvedimenti di soppressione sono subordinati al preventivo accertamento della
possibilità, per gli alunni, di frequentare altre scuole, tenuto conto della distanza, della sostenibilità
dei tempi di percorrenza, in relazione all’età e ai diversi gradi di scuole.
Unificazione
Si ha quando da due o più scuole autonome, anche di ordine e grado diversi, nasce una
nuova istituzione scolastica, di dimensione ottimale secondo quanto previsto dal D.P.R. 18.6.1998,
n. 233, nella quale confluiscono le scuole fuse (Esempi: due Scuole Medie sottodimensionate che si
unificano; una Direzione Didattica ed una Scuola Media che danno vita ad un Istituto Comprensivo;
un Liceo Classico ed un Liceo Scientifico che si unificano; ecc.).
Sdoppiamento
Con lo sdoppiamento di un Istituto autonomo con elevata popolazione scolastica si dà vita
a due Istituti autonomi.
Per il rispetto della dotazione organica dei dirigenti scolastici, stabilita con il relativo
decreto ministeriale, che va considerata nella sua entità complessiva a livello regionale, non si
potrà procedere ad uno sdoppiamento se contestualmente non sarà disposta una soppressione di
altra scuola autonoma, anche se di diverso grado o di diversa provincia.
Trasformazione
Si ha quando con l’aggregazione di plessi di diverso grado o tipologia, la scuola autonoma
perde la propria specificità (esempio: Direzioni Didattiche o Scuole medie che diventano Istituti
Comprensivi).
Si può avere la trasformazione anche in caso di disaggregazione di plessi scolastici.
Diversa aggregazione
Per esigenze di riequilibrio, ma anche al fine di garantire una migliore funzionalità della rete
scolastica, si può procedere al distacco di un plesso da una scuola per aggregarlo ad altra scuola,
conservando entrambe l’autonomia scolastica.
Avranno priorità le proposte di aggregazione avanzate dalle istituzioni scolastiche
interessate, sulla base di accordi organizzativi raggiunti dalle stesse istituzioni.
Piani provinciali
I Comuni formulano proposte in ordine alle istituzioni scolastiche del 1° ciclo di istruzione
site sul proprio territorio o comunque che interessano la propria popolazione e le inviano alle
province entro il 22 ottobre 2008.
Le Province, anche in collaborazione con le Comunità Montane, sentiti i Sindacati della
Scuola e le Associazioni dei Dirigenti Scolastici, approvano la proposta di piano provinciale di
organizzazione della rete scolastica, che comprende sia le proposte inerenti la scuola secondaria
superiore, che le eventuali proposte dei Comuni, e la inviano entro il 14 novembre 2008 all’Ufficio
Scolastico Regionale e alla Regione Puglia, Settore Diritto allo studio.
I Piani, pur non potendo ancora fare riferimento alla suddivisione del territorio regionale in
ambiti funzionali al miglioramento dell’offerta formativa, devono prevedere un’equilibrata
distribuzione territoriale di tale offerta; devono tener conto della presenza del richiesto numero di
alunni, della disponibilità di locali idonei e devono comprendere l’assunzione degli oneri di legge.
Ufficio Scolastico Regionale
L’Ufficio Scolastico Regionale, che in base alla normativa vigente stabilisce sia la
dotazione organica che la dotazione finanziaria di ciascuna istituzione scolastica, esprime un parere
in merito alle proposte contenute nei Piani provinciali e lo trasmette alla Regione entro il 24
novembre 2008.
Piano regionale
La Regione approva il Piano regionale tenendo conto: delle proposte contenute nei Piani
provinciali; del parere dell’Ufficio Scolastico Regionale; della disponibilità di risorse umane e
finanziarie disposte dallo Stato per l’anno scolastico di riferimento, dell’attuale assetto delle Scuole
in Puglia.
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