da La Sicilia
In ansia per la scuola
Pasquale Almirante
I sindacati sono più che arrabbiati, ancora peggio i precari, smarriti i neolaureati, in attesa di capire invece tutti gli altri docenti: che sta succedendo nel mondo della scuola? Bankitalia sibila che c'è troppo vecchiume e demotivazione, Brunetta strilla che ci sono troppi fannulloni, Gelmini cerca i meritevoli per premiarli, Aprea distilla le progressioni di carriera con il nuovo sistema di reclutamento, mentre Tremonti taglia i posti e chi s'è visto s'è visto. I motivi per le arrabbiature dunque ci sono e i precari, che non sono né troppo vecchi, per la pensione, e né troppo giovani, per un nuovo lavoro, si danno appuntamento a Montecitorio il 23 luglio per riavere la graduatoria a esaurimento promessa dal sanguinario Tps.
I neolaureati invece sono in ansia per la decisione del Governo di cancellare il X ciclo delle Ssis già dal 2008/2009 e per il prossimo avvio della riforma Moratti della secondaria, annunciata da Gelmini, che ridimensiona ore e cattedre. I sindacati dal loro cantuccio non riescono a interloquire, sia per il rinnovo del contratto, scaduto a dicembre 2007 nella parte salariale, e sia per frenare i prelievi sulle giornate di malattia. Se non abbiamo capito male il ministro toglierebbe l'equivalente delle giornate di assenza dalla voce "Retribuzione professionale docenti" (Rpd) e che sarebbero pari a circa 6 euro netti al giorno, con febbre a 40° o per andare a sciare: una bezzecola, come sparare nel mucchio; a parte l'obbligo di visita fiscale e di non lasciare il luogo dell'infermità. Ma in allarme anche l'opposizione perché è pronto un emendamento al decreto 112, manovra economica, con cui viene cancellato l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 16 anni, introdotto dal governo Prodi che pensava addirittura di portarlo a 18.
Gelmini però assicura che l'obbligo si può espletare anche nelle scuole professionali regionali e nei percorsi triennali, istituiti dalla riforma Moratti che dalla fase sperimentale passa ora definitiva. Certamente non è la stessa cosa, sia perché le iscrizioni negli istituti pubblici e paritari rischiano un pericoloso dirottamento, e sia perché dopo la terza media è difficile per un ragazzo capire le proprie inclinazioni. In ogni caso l'appuntamento è a settembre, quando la scuola riapre e quando il dibattito si spera non sarà più sul grembiule o su altre amenità.