da L'espresso
L´ultimo "scippo" di Roma su scuola e grandi opere
e. la.
Il governatore: "Ricorso alla Corte costituzionale" E quattro. Dopo il taglio delle infrastrutture siciliane per finanziare l´abolizione dell´Ici, la soppressione della norma che istituisce la Corte dei Conti, la cessione alla Sicilia della Siremar piena di debiti, Raffaele Lombardo trova un altro motivo per protestare contro il «governo amico»: il taglio di 794 posti nelle scuole isolane che scatterà entro fine mese. Si prospetta un altro ricorso alla Corte Costituzionale da parte di Palazzo d´Orleans, nel giorno in cui in Parlamento nazionale si leva l´urlo del Pd e dell´ex governatore Cuffaro contro l´ultimo «scippo» fatto da Tremonti alla Sicilia: quasi due miliardi di euro sottratti dal Fondo per le aree sottutilizzate e destinati a «interventi di rilevanza strategica nazionale». Opere che, dunque, potrebbero essere realizzate in altre zone del Paese.
L´ira di Lombardo riesplode puntuale al termine di un incontro con i sindacati. Sul tavolo del presidente finiscono i dati sulla riduzione del corpo docente e del personale amministrativo prevista dalla manovra in discussione alle Camere e comunicata dal ministero della Pubblica istruzione: oltre 11 mila posti in meno di qui al 2012, di cui 2.521 entro il 2008, 794 prima del 31 luglio. Lombardo esprime «forte preoccupazione»: «Manca un valido criterio nell´operare i tagli sull´organico che non risultano proporzionati alla diminuzione della popolazione scolastica», afferma il governatore che ha scritto una lettera al ministro Maria Grazia Gelmini. E si accinge, ancora una volta, a promuovere un conflitto di attribuzione con lo Stato, perché se è vero che «la Regione non ha competenza sugli organici della scuola - prosegue Lombardo - è vero pure che è responsabile della razionalizzazione della rete scolastica». Cgil, Cisl e Uil applaudono: «Un buon inizio». E in particolare Maurizio Bernava, nuovo segretario della Cisl punta il dito sulle norme approvate dal governo nazionale che, fra l´altro, «sopprimono qualsiasi scuola pubblica nei Comuni con meno di 2 mila abitanti». Lombardo continua la sua crociata contro le decisioni prese a Roma dal governo del suo principale alleato. E per Lino Leanza, segretario regionale dell´Mpa, non è un gioco delle parti: «Perderemmo di credibilità se non difendessimo le ragioni della Sicilia, andando oltre le logiche di coalizione. È per questo che siamo nati. Non è possibile che su scelte così importanti non venga consultato il governatore dell´Isola. È successo più volte, ed è un fatto che giudichiamo increscioso».
Nel frattempo, alla Camera, il governo ha depositato un paio di emendamenti alla manovra che riaprono il caso Sicilia. Il primo revoca i finanziamenti già assegnati al Fondo aree sottutilizzate entro la fine del 2006 ma non ancora impegnati, attraverso accordi di programmi con le Regioni, da parte dei ministeri: la cifra che viene a mancare, per l´Isola, è pari a circa 1,9 miliardi di euro, secondo una stima dell´amministrazione regionale. Soldi che vengono dirottati a opere di «rilevanza strategica nazionale». La seconda norma prevede una rimodulazione dei Pon, i programmi operativi nazionali, che violerebbe il principio della concertazione fra Stato e Regione. «È un massacro, la cui vittima è la Sicilia e le sue prospettive di sviluppo - afferma Angelo Capodicasa, deputato del Pd - Questo governo sembra che abbia quasi un fatto personale con gli abitanti dell´Isola. Nell´arco di due mesi ha sottratto 2 miliardi e altrettanti tenta di sottrarne». E il senatore Salvatore Cuffaro, che a Roma veste i panni dell´oppositore, torna a paragonare Tremonti allo sceriffo di Nottingham: «Sotto la sua regia il governo sta compiendo una sistematica demolizione della nostra economia». Cuffaro segnala che la commissione Bilancio del Senato ha bocciato il ripristino di un finanziamento da 50 milioni di euro per i viticoltori danneggiati dalla peronospera. E denuncia un altro effetto del decreto taglia leggi: la chiusura degli enti pubblici sottoposti a controllo e vigilanza dello Stato con meno di 50 dipendenti. «Questo significa lo scioglimento di tutte le autorità portuali - afferma l´ex presidente della Regione - Da Messina a Palermo, da Catania ad Augusta».