Istruzione negata, a rischio 37 milioni di bambini

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Istruzione negata, a rischio 37 milioni di bambini

Messaggiodi edscuola » 10 giugno 2008, 11:04

da AGI News On

Istruzione negata, a rischio 37 milioni di bambini

Per un anno di scuola elementare, un Paese industrializzato spende fino a 700 volte di piu' rispetto al costo di un ciclo completo di lezioni per un bimbo di un Paese povero o appena uscito da un conflitto. La denuncia arriva da un rapporto di Save the Children che sottolinea come, ad esempio, il governo del Lussemburgo sborsi 12.000 dollari all'anno per garantire l'istruzione elementare a ogni bambino nato sul suo territorio, mentre la spesa pro-capite per la scuola primaria in Burundi ammonta a 17 dollari annui. E il discorso si puo' allargare a Svizzera, Danimarca, Svezia e anche Italia da una parte (rispettivamente con 10.534, 10.299, 9.995 e 6.796 dollari) e Laos, Madagascar, Ciad e Uganda (con 12, 16, 18 e 19 dollari annui) dall'altra. Una disparita' di trattamento che va contro gli impegni presi dai Paesi industrializzati e che, secondo l'organizzazione, rischia di escludere dall'istruzione, e quindi dall'emancipazione sociale e culturale, 37 milioni di bambini che vivono in Paesi lacerati da conflitti o in situazioni post-belliche. I dati, Paese per Paese, sono contenuti nel Rapporto 'Scuola, ultima della lista', che fa parte della piu' vasta Campagna internazionale di Save the Children 'Riscriviamo il Futuro', lanciata nel 2006 per assicurare istruzione di qualita' a 8 milioni di minori in 20 nazioni in guerra o post conflitto. "Allora i Paesi donatori si impegnarono a versare 5 miliardi di dollari per l'istruzione primaria entro il 2015", hanno ricordato dall'organizzazione. "Se vogliamo raggiungere l'Obiettivo Onu del Millennio sull'istruzione primaria universale per tutti i bambini", ha avvertito Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia, "le nazioni avanzate e piu' ricche, compresa l'Italia, devono aumentare sensibilmente i finanziamenti all'istruzione, destinandone una quota rilevante alle nazioni in conflitto". Secondo l'organizzazione, oggi 19 Paesi ricchi su 22 non hanno destinato la porzione di finanziamenti necessaria, la cosiddetta 'quota equa', per raggiungere l'obiettivo dell'istruzione universale fissato dalle Nazioni Unite. In particolare, l'Italia occupa il terzultimo posto della classifica stilata da Save the Children, avendo contribuito per appena il 7 per cento alla 'quota equa'. Dopo di lei, ci sono solo Austria e Grecia. Per questo, l'organizzazione chiede al governo italiano di raggiungere entro il 2015 lo 0,7 per cento del rapporto tra Pil e Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps), e di includere l'istruzione negli interventi umanitari d'emergenza. "Le risorse destinate all'Aps", ha concluso Neri, "restano ancora insufficienti e finche' non saranno incrementate, il nostro contributo all'istruzione nei Paesi in guerra restera' minimo, cioe' dell'ordine di 0,03 dollari per un anno di scuola di un bambino". (AGI) - Roma, 10 giugno -
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