LA CALUNNIA E’ UN VENTICELLO
(ma il vecchio “adagio” staliniano: “calunnia, calunnia ... che qualcosa rimane”, non paga più)
CONDANNATI I COBAS PER LE DIFFAMAZIONI APPARSE SUL LORO SITO AI DANNI DEL SINDACATO l’AltrascuolA UNICOBAS, DEL SUO SEGRETARIO E DELLA RAPPRESENTANTE LEGALE
Nell’estate del 2002, sulla “bacheca” del sito dei COBAS vennero esposte per oltre un mese una serie di frasi offensive volte all’indirizzo del nostro sindacato, rimosse solo dopo l’avvio di una vertenza legale. La gravità degli insulti (irripetibili, quanto del tutto gratuiti) e dei comportamenti omissivi dei responsabili ha portato ad una dura condanna. Con sentenza n.° 3115/08, Tribunale di Roma, il giudice impone oggi ai responsabili, all’Associazione COBAS Comitati di Base della Scuola ed all’Associazione COBAS Confederazione dei Comitati di Base, di versare a titolo di risarcimento 45 mila euro complessivi, più altri 8000 di spese legali. Nello specifico, 15.000 euro sono per il sindacato, 15.000 per la rappresentante legale, Maria Grazia Argiolas (verso la quale erano apparse offese personali da trivio maschilista ottocentesco), ed altrettanti per il segretario nazionale Stefano d’Errico. Il precetto per ottenere la liquidazione del dovuto è già pronto.
Estratti dalle motivazioni della sentenza: “Nel caso di specie è indubbia la valenza diffamatoria dei messaggi e-mail contenuti nella bacheca elettronica... vi è stato un comportamento omissivo, essendo mancata la vigilanza da parte dei convenuti dei messaggi rimasti nella bacheca per più di un mese, nonostante fossero stati sollecitati ad intervenire. I convenuti infatti hanno provveduto a cancellare i messaggi, togliendo addirittura la bacheca, solo dopo l’introduzione di un ricorso in via d’urgenza”. La cifra è stata valutata: “facendo uso di criteri di carattere equitativo ... in concreto individuati sia in base alla gravità ed all’estensione della diffamazione, sia con riferimento alla personalità delle parti lese, nonché alla qualità del veicolo d’informazione... In tale quadro, deve essere in particolare considerato il mezzo usato per la diffamazione (internet è in grado di raggiungere in breve tempo migliaia di persone) e la natura particolarmente offensiva delle espressioni usate”.
Speriamo che la cosa valga di lezione. Ci auguriamo che la dirigenza COBAS (della quale auspichiamo sinceramente un positivo rinnovamento), la quale troppo spesso ha mostrato particolare propensione ad uno scontro politico e sindacale scarso di remore nei confronti dell’Unicobas, decida da oggi di dedicare finalmente tutte le energie al bene della categoria dei docenti italiani (i peggio retribuiti e considerati d’Europa), cosa molto più necessaria di un inutile quanto - almeno per i COBAS - controproducente scontro fratricida.
Stefano d’Errico (Segretario Nazionale)