Niente più temi in salsa Wikipedia

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Niente più temi in salsa Wikipedia

Messaggiodi edscuola » 28 maggio 2008, 16:20

da Repubblica.it

Da un ingegnere giapponese un programma che smaschera tesi e compiti sospetti
Un'insegnante italiana: "Va bene, ma prima educhiamoli a usare la testa"

Niente più temi in salsa Wikipedia
un software debella il copia-incolla
di SARA FICOCELLI

ROMA - "Tanto il prof non se ne accorgerà mai". E' questa la frase che finora ha salvato le sorti scolastiche degli studenti di tutto il mondo, certi dell'infallibilità del loro copia e incolla, utile per divincolarsi fra tesi, tesine, temi e versioni. Non serve essere "nerd", basta un semplice "ctrl c" seguito da "ctrl v" e il gioco è fatto, non c'è argomento di storia, filosofia o letteratura troppo ostico per il web. Ma da oggi furbizia e svogliatezza hanno un nemico dal nome impronunciabile: si chiama Kazunari Sugimitsu ed è un professore giapponese, docente di ingegneria e direttore del centro ricerche sulla proprietà intellettuale presso il Kanazawa Institute of Technology.

Stufo di ricevere compiti fatti a casa in modo perfetto, cui spesso seguivano interrogazioni così così, il geniale professore si è dato da fare e ha progettato un software in grado di riconoscere all'istante se un testo è stato copiato. Impresa non facile, dato che spesso i compiti sono il frutto di un sofisticato lavoro di collage, degno della precisione di un orafo cesellatore. Ma all'avanzatissimo software nulla sfugge: è infatti in grado di suddividere il testo in paragrafi, periodi e parole, realizzando poi una ricerca su internet per scovare eventuali similarità sospette. Un vero e proprio shock per i "copioni" amici della rete, che in lei avevano trovato un comodo salvagente per risparmiare tempo e fatica.

Quando individua un caso sospetto, il software messo a punto dal professor Sugimitsu invia automaticamente al docente una email con la "prova" che inchioda lo studente, con tanto di documento incriminato in allegato. Il programma è in grado di risalire ai siti consultati e rilegge al contrario l'albero genealogico dell'elaborato, fino alle più profonde radici. "Questo software sarà d'aiuto - spiega il professore nipponico - non solo ai docenti, sempre più frustrati da queste scorrettezze telematiche, ma anche agli stessi ragazzi, che saranno costretti a tornare a spremersi le meningi come un tempo". Il programma, che utilizza le tecnologie impiegate dai traduttori automatici, verrà con tutta probabilità messo sul mercato l'anno prossimo. Sugumitsu racconta di aver iniziato lo sviluppo di questo software la scorsa estate, dopo aver "beccato" i suoi alunni con tesine pericolosamente simili, risultate poi scopiazzate dalla stessa fonte.

Questa promettente rivoluzione nasconde però qualche limite. "Potrà essere efficace rispetto ai compiti fatti a casa e alle tesi - spiega Carmela De Florio, docente di Diritto presso l'Istituto Tecnico per Geometri di Pisa - ma i ragazzi continueranno comunque a copiare durante i compiti in classe". La professoressa, che insegna da 20 anni e ogni anno si ritrova a gestire in media sette classi, di "furbetti" in questi anni ne ha incontrati parecchi. "Se copiano me ne accorgo subito - racconta - non c'è bisogno di nessun software. Se il linguaggio è troppo forbito e la forma perfetta non c'è dubbio: quanto meno ha preso spunto da internet".

Lei e i suoi colleghi considerano comunque questa invenzione una svolta importante per la scuola e la formazione dei ragazzi, soprattutto tenendo conto del suo possibile effetto deterrente. "Non sarà facile però - spiega - che tutti gli insegnanti riescano a trovare il tempo di 'passare al setaccio' ogni singolo compito. Correggere i lavori dei ragazzi, come immagino accada per le tesi di laurea, è un lavoro complesso, che richiede tempo, attenzione e la capacità di valutare gli elaborati caso per caso". Ma qual è il modo migliore per fa sì che gli studenti non copino affatto? "Dar loro da fare dei compiti che implichino un lavoro di logica ed elaborazione personale - conclude l'insegnante - E' questo l'unico modo per aggirare internet e l'ignoranza: chiedere ai ragazzi di dimostrare che hanno capito davvero, usando la testa".
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