Il recupero? Si può fare

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Il recupero? Si può fare

Messaggiodi edscuola » 20 marzo 2008, 16:25

da ScuolaOggi

Il recupero? Si può fare

In questi giorni, a destra come a sinistra, si strepita intorno ai dati clamorosi sui risultati scolastici del primo quadrimestre: 8 milioni di insufficienze per 4 milioni di studenti, crescente gravità del dato percentuale nel passare dal classico ai professionali, percentuali altissime di insufficienze nelle materie qualificanti il tipo di scuola (sino al 90 percento). Ma, come vedremo, in qualche scuola qualcosa è stato fatto.

La Cgil dice che è tutto sotto controllo perché è sempre andata
così e che il vero problema sarebbe la mancanza di soldi: i 288 milioni
di euro non bastano, ce ne vorrebbero 720: economicista.

La Bastico la mette sulla corresponsabilità educativa di scuola e
studenti: siamo tutti sulla stessa barca.

La Aprea fa campagna elettorale e dice che di fronte al
fallimento bisogna invertire la rotta; Fioroni chieda scusa: e poi?

DATI SCONVOLGENTI
L’ho già scritto; certi dati mi hanno sconvolto e non si può venire a dire che sia normale il 90 per cento di insuccesso per le materie tecniche nei tecnici o per le materie artistiche negli artistici. Novanta per cento vuol dire che ci sono tra due e tre sufficienti sulla intera classe. Chi ha due sufficienti si chiede dove sia e cosa stia facendo o si limita a prendere atto? E’ normale avere due sufficienti? Cosa fa quel docente? Di cosa si discute in Consiglio di Classe? Il Dirigente Scolastico che vede quei voti crede ai miracoli? Io faccio l’insegnante e non il politico e dunque la metto dal punto di vista di chi sta dentro la scuola.
Quando ero molto giovane stavo in un ITIS dove venivi ritenuto “bravo” se riuscivi a tenere in classe gli studenti e fare qualcosa. Mi ingegnavo, fotografavo un grado elevatissimo di disgregazione interna, e cercavo di remare contro (eri di destra se lavorando per la sufficienza a tutti volevi garantire una diversificazione). Eravamo nei primi anni 70, era una scuola particolare (dove potevi passare da Gioventù Aclista alle Brigate Rosse come avvenne per Walter Alasia) e la scuola italiana non era e non è tutta così.
Nella mia scuola attuale (il Liceo Scientifico Frisi di Monza) abbiamo finito la prima tranche degli interventi e ci sono i risultati. Nel frattempo il Gruppo Qualità sta svolgendo una indagine a tappeto tra gli attori (studenti e docenti) per cogliere anche il vissuto e i suggerimenti. I dati sono confortanti e sino ad ora non abbiamo speso neanche una lira dei 288 milioni che non bastano (li spenderemo e cercheremo di farli bastare).
COSI’ ABBIAMO ORGANIZZATO IL RECUPERO
Abbiamo lavorato per due settimane secondo modalità diverse. Nella prima settimana (a fine gennaio) abbiamo attuato una sorta di fermo macchina. L’orario è stato quello tradizionale ma sono state interrotte spiegazioni e verifiche e si è lavorato esclusivamente sul recupero secondo metodologie diverse nelle diverse classi/materie (lavoro di gruppo, studio assistito, conoscenze ed abilità essenziali, indicazioni di lavoro domestico).
Nella seconda settimana (fine febbraio) abbiamo invece rivoltato la scuola. E’ stato riorganizzato l’orario (5 giorni su 6 ore), sono state riorganizzate le classi secondo gruppi di livello ed è stata svolto un lavoro (su moduli di 2 ore) in cui gli studenti si spostavano a seconda della attività da svolgere. Questo lavoro era stato preventivamente discusso e organizzato (contenuti, livelli, tipologie di verifica) nei dipartimenti di area disciplinare.
Al centro del lavoro c’era (per gli insufficienti) il recupero su 3 discipline (Latino, Inglese e Matematica) e per le quinte il lavoro sulle due materie oggetto di prova scritta (Italiano e Matematica). Lavorando così abbiamo cercato di avvicinarci (nelle due settimane) all’obiettivo delle 15 ore di recupero. Gli altri studenti hanno lavorato sul consolidamento o sulla promozione della eccellenza (su temi non consueti e con docenti diversi dai propri).
Nella prima settimana di marzo si sono svolte le verifiche in uscita (solitamente scritte) e la scuola ha monitorato i risultati. Le verifiche sono state concordate tra chi ha tenuto il corso e il docente di classe che le avrebbe poi proposte e valutate.
COME E’ ANDATA?
Il monitoraggio ha preso in esame tre indicatori M (miglioramento), S (stabile), P (peggioramento) e si è riferito a tutte le materie e a tutte le classi. Riporto i dati di miglioramento/totale dalla prima alla quarta.

Latino: 70/115; 52/117; 44/66; 27/52: Si osservi l’alta
produttività in prima e terza. Il dato di seconda e quarta potrebbe
spiegarsi con le lacune pregresse (nel primo caso) e con lo scarso
interesse nel secondo.

Inglese: 42/111; 53/99; 39/77; 33/55. I dati, analizzati nelle
diverse sezioni, indicano una elevata variabilità e dunque una
probabile insufficiente condivisione di obiettivi e metodologie comuni.

Matematica: 79/112; 94/141; 53/88; 34/56. Il risultato è
decisamente positivo e distribuito su tutte le classi

Classi quinte: italiano 16/25; matematica 36/58. C'è miglioramento anche se su queste prove i progressi non possono essere che lenti visto che si lavora sulla integrazione di anni. Per altro si partiva da un dato molto positivo rispetto al quadro nazionale.

Dai numeri emerge un deciso miglioramento e il dato è rilevante rispetto ad esperienze degli anni passati quando si faceva il recupero pomeridiano in itinere con esiti di miglioramento assolutamente non significativi. Per altro i nostri dati di partenza (nonostante la fama di scuola impegnativa) erano nettamente al di sotto delle percentuali ministeriali e si attestavano tra il 30 e 40% di insufficienze.
È IMPORTANTE CREDERCI E PARTIRE PER TEMPO
Fin dalla emanazione del decreto ministeriale 80/2007 non siamo stati con le mani in mano; abbiamo costituito un Comitato Tecnico Scientifico che lavorasse sul POF e desse le indicazioni al DS su come muoversi. Nel frattempo è uscita l’ordinanza e ai primi di dicembre avevamo le idee chiare su come operare lasciando margini di adattamento in base ai finanziamenti, allora ignoti. La scelta, presa allora, fu di non dilapidare il finanziamento al termine del I quadrimestre e fu motivata da ragioni pedagogiche prima che finanziarie (non si recupera di pomeriggio se nel frattempo la scuola prosegue con i suoi ritmi) e si tennero costantemente informati gli studenti e le famiglie.
Per proseguire, da qui a fine anno abbiamo previsto un budget ripartito per classi e materie per attività pomeridiane di consulenza didattica (gruppi di almeno 4 studenti su richiesta degli interessati).
DARSI UNO STRUMENTO DI LAVORO
Adesso ci attende l’impegno estivo. Abbiamo preso l’orientamento di massima di partire durante gli esami di stato e terminare intorno al 15 luglio con le sole attività di recupero. Gli accertamenti sono rinviati a fine estate sempre per ragioni pedagogiche (tempo di sedimentazione e approfondimento personale) e si terranno nell’ultima settimana di agosto o nella prima di settembre come da norma.
Il lavoro organizzativo sarà grande e si utilizzeranno i dati di metà quadrimestre per impostare, per tempo, un quadro di massima (numero di corsi da attivare, docenti coinvolti, coordinamento tra docente del corso e titolare, …). Su questi dati lavoreranno un gruppo di supporto al DS, il team della presidenza e il Comitato Tecnico Scientifico (per gli aspetti più generali).
PUNTI DI DEBOLEZZA E DI FORZA
Alcune cose non hanno funzionato, ce ne siamo resi conto in corso d’opera e lo abbiamo riscontrato anche dal questionario informale apparso sul sito web. Bisognerà avere più coraggio nella organizzazione delle attività di consolidamento-eccellenza ipotizzando la preparazione di un programma di iniziative offerte agli studenti e a cui gli stessi siano liberi di aderire. D’altra parte è stata la nostra prima esperienza di autonomia didattico-organizzativa.
Dal sondaggio informale, in cui si poteva scegliere una sola risposta tra una decina di proposte, una quota significativa ha sottolineato la positività dell’incontro con docenti diversi dai propri e attendiamo ora i risultati del questionario analitico di cui si terrà conto nella organizzazione della fase finale del lavoro.
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