da Tecnica della Scuola
Raddoppiano gli studenti coinvolti nell’alternanza scuola-lavoro
di A.G.
Il dato è stato reso pubblico dall’Indire nel giorno conclusivo del JOB&Orienta; nell’a.s. 2011/12 hanno avuto esperienze aziendali 189.547 iscritti (contro circa 93mila dell’anno precedente). Dal 2006 sono addirittura triplicati. Hanno riguardato 2.365 istituti superiori (il 44%). In prevalenza si tratta di convenzioni, ma sono in crescita gli accordi di rete. Svetta la Lombardia, con il 38% del totale nazionale. Seguono Toscana, Marche e Lazio.
Nell'anno scolastico 2011/2012 sono stati 189.547 i giovani studenti coinvolti nell’alternanza scuola-lavoro: lo dicono i dati del monitoraggio 2012 sull'attività di alternanza scuola-lavoro, realizzato dall'Istituto nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca educativa (Indire) su incarico del Miur, presentati in anteprima a JOB&Orienta, il salone nazionale dell`orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, che il 24 novembre alla Fiera di Verona, nell’ultimo dei tre giorni, promossi da Veronafiere e Regione Veneto, dedicati al dialogo fra universo della formazione e mondo economico-produttivo.
Il messaggio che l’Indire ha voluto dare è che le esperienze in azienda, svolte nel corso degli anni conclusivi della scuola secondaria superiore, conferma l’importanza del raccordo tra filiere produttive e filiere formative. E sono scelte da un numero sempre più crescente di studenti.
Questo tipo di percorsi è infatti stato praticato dal 7,5% della popolazione studentesca, contro il 5% dell`anno precedente. Hanno riguardato 2.365 istituti di istruzione secondaria di secondo grado (il 44% di quelli presenti sul territorio nazionale).
Un boom, quello dei 189.547 ragazzi coinvolti nell`alternanza (se confrontati ai circa 93mila dello scorso anno scolastico), in parte spiegato considerando che l`area di professionalizzazione (terza area) degli istituti professionali è stata sostituita con 132 ore di attività da svolgere in alternanza scuola lavoro (D.P.R. 87/2010, art.8, comma 3). E infatti, dei 9.791 percorsi totali di alternanza, 7.132 (71,2%) sono stati realizzati negli istituti professionali e di questi ben 5.756 proprio nelle classi quarta e quinta.
Dei rimanenti percorsi, 1.815 (16,7%) sono stati realizzati dagli istituti tecnici, 637 (il 6,5%) dai licei e il 5,6% da altri istituti. Gli studenti hanno svolto stage e partecipato a visite guidate presso 65.447 strutture, in primo luogo imprese (per ben il 58%), professionisti e Comuni.
Se anche si sceglie di analizzare il trend 2006-2012 escludendo i dati dell`alternanza scuola-lavoro nelle ultime due classi dei professionali, prendendo quindi a riferimento i cosiddetti percorsi di alternanza "pura" (D.Lgs.n.77/2005), "i numeri di ragazzi e scuole presentano un aumento continuo negli anni, e non solo negli istituti tecnici - dove si concentra la maggior parte degli studenti coinvolti nei percorsi, ma anche nei licei. Si tratta ormai di una buona prassi cui i ragazzi non rinunciano - commenta Antonella Zuccaro, ricercatrice del settore scuola lavoro dell`Indire - In quest`ultima annualità in particolare, si riscontra per la prima volta una significativa corrispondenza fra indirizzo di studio e tipologia di stage, che rivela grande attenzione nel valorizzare al massimo conoscenze teoriche ed esperienza sul campo".
Circa gli accordi che le scuole stipulano con le realtà del territorio per avviare le collaborazioni, la convenzione rimane la tipologia più scelta, ma gli accordi di rete registrano incrementi a due zeri visto che dal 2006 sono addirittura triplicati. A livello territoriale, in assoluto il numero delle imprese coinvolte in percorsi di alternanza è maggiore al Centro-Nord, Lombardia in vetta alla classifica con il 38% del totale nazionale. Seguono Toscana, Marche e Lazio.
“Centrata sulla didattica laboratoriale – ricorda l’Indire - l`alternanza scuola-lavoro è una modalità innovativa di realizzazione della formazione nel secondo ciclo; mira a fornire ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l`acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro: dal problem solving attraverso l`integrazione dei saperi, alla capacità di orientarsi affrontando situazioni reali” Resta ora da capire quanto le conoscenze e competenze acquisite durante le esperienze aziendali possano poi anche favorire gli studenti al momento del loro ingresso nel mondo del lavoro.