da ItaliaOggi
Le forbici di Profumo sul ministero Spuntano le maxi regioni scolastiche
di Alessandra Ricciardi
Mentre l'attenzione generale era concentrata sul destino del disegno di legge di Stabilità e sulla contestata norma delle 24 ore, c'è chi a viale Trastevere si è portato avanti con l'attuazione della Spending review. E in particolare con la norma che impone di ridurre del 20% il contingente dei dirigenti. Non un semplice taglio di posti, ma una vera riorganizzazione dell'architettura del dicastero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Con accorpamenti di direzioni regionali che sul territorio prefigurano quelle macroregioni che in tanti, anche nel Pd, hanno teorizzato come nuovo assetto istituzionale e amministrativo dell'imminente futuro. Troppi centri decisionali e troppi costi da ridurre. Con un dubbio che il provvedimento non risolve, ovvero il destino dei dipendenti delle direzioni che saranno accorpate. Lo schema di dpcm, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, è stato trasmesso per un primo esame al dicastero della funzione pubblica, dove il ministro Filippo Patroni Griffi sta gestendo il pacchetto complessivo dei tagli agli organici di stato ed enti parastatali. Il decreto è atteso al consiglio dei ministri nel giro di un paio di settimane, per consentire di chiudere entro metà gennaio l'intera procedura, che prevede il passaggio in parlamento e presso il Consiglio di stato per i pareri. Le forbici di Profumo si abbattono sul dipartimento della Programmazione, ad oggi tenuto da Giovanni Biondi: le direzioni saranno tre, soppressa quella degli Affari internazionali; stessa sorte all'Università, dove l'Internazionalizzazione passa allo Sviluppo della ricerca. Nessun cambiamento per il dipartimento Istruzione di Lucrezia Stellacci, che conferma del sue 4 direzioni, compresa quella della Formazione professionale, sottratta alla iniziale tagliola dopo le proteste del mondo imprenditoriale. E poi le direzioni interregionali: l'Abruzzo annetterà il Molise, la Puglia avrà la gestione della Basilicata; al Friuli Venezia Giulia toccherà far capo al Veneto, la Liguria risponderà al Piemonte, l'Umbria alle Marche. Nulla si dice sulla fine che farà il personale che è in servizio presso le attuali direzioni: resteranno presso gli uffici territoriali provinciali, anche questi destinati a confluire presso il centro unico di servizi, oppure dovranno essere trasferiti presso la nuova regione di titolarità? E poi c'è un effetto meno dirompente in quanto a platea ma non meno importante dal punto di vista dei giochi di poltrona: con l'entrata in vigore della nuova organizzazione, scatta lo spoils system, tutti gli incarichi generali decadranno e dovranno essere riassegnati. A quel punto bisognerà vedere anche se per tagliare gli 8 direttori generali basterà far affidamento sui pensionamenti in corso o se invece si dovrà operare su altri fronti. Come, per esempio, sugli incarichi a esterni.