da Tecnica della Scuola
Mancano solo 150 giorni al voto... e sulle 24ore?
di Aldo Domenico Ficara
Se si voterà a fine legislatura, ovvero se il governo non cadrà prima, mancano solo 150 giorni al voto. Il fatto di essere a poche settimane dalle elezioni politiche la dice lunga sul balletto delle 24 ore settimanali per gli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo ordine.
Il Partito Democratico per voce diretta di Pier Luigi Bersani aveva dato in modo perentorio lo stop alle 24 ore settimanali, mentre nel giro di poche ore Cazzola (PDL) affermava: “Pare che, in una legge di stabilità tanto problematica e complessa, la priorità del Pd stia nell'abolizione del nuovo orario degli insegnanti, proposto dal ministro Profumo.
Pur con tutta l'attenzione che la questione merita, trovo esagerata la minaccia di non votare il provvedimento, se la norma non sarà cambiata“. Ieri un’altra svolta Giancarlo Giorgetti (Lega), dice che il Ministero dell'Istruzione "non può pensare che siano altri comparti dell'amministrazione a farsi carico dei tagli alla scuola".
Quindi, o nella seduta di domenica sull'esame del DdL (convocata alle 17), il Governo si presenta con un emendamento "oppure si procederà con i tagli lineari". Immediata la replica del Miur che definisce prive di fondamento l'ipotesi di un ritorno dell'aumento dell'orario degli insegnanti.
La discussione della legge di stabilità in Commissione Bilancio della Camera - spiegano a Viale Trastevere - va avanti e si stanno vagliando alternative per garantire la necessaria copertura finanziaria. Sembra un pendolo che va avanti e indietro, un gioco delle parti sulla pelle di 670mila insegnanti (non solo quelli della scuola secondaria) e delle loro famiglie, un gioco delle parti su tutte le famiglie italiane che hanno figli in età scolare, un gioco delle parti per togliere ossigeno al mondo scolastico in un suo possibile processo di sviluppo culturale e di innovazione. Mancano solo 150 giorni al voto elettorale e conviene a tutti fare bene i propri calcoli.