APEF: Quanto vale l'insegnamento per il governo?

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APEF: Quanto vale l'insegnamento per il governo?

Messaggiodi edscuola » 17 ottobre 2012, 18:35

Quanto vale l'insegnamento per il governo di questo Paese?
E’ la domanda che ci facciamo appena letti i commi dal 30 al 48 dell’art.3 che riguardano le nuove disposizioni contenute nel Disegno di Legge di stabilità per 2013, presentato dal Governo.
Evidentemente non bastava quanto fatto dal 2008 ad oggi in termini di tagli draconiani di personale ATA nelle segreterie, di cancellazione di fatto degli scatti di anzianità, di blocco dei contratti, ora ulteriormente prorogato fino al 2014, di scuole, sottodimensionate ma pur sempre scuole, lasciate senza preside e direttore amministrativo titolari.
E’ successo qualcosa che ha dell’incredibile in un Paese dove i sindacati della scuola sono i più rappresentati, ma gli insegnanti hanno gli stipendi più bassi d’Europa: agli insegnanti si è aumentato l’orario di lavoro del 33% a parità di stipendio, da 18 a 24 di lezione, dando così credito alla leggenda metropolitana che gli insegnanti lavorino soltanto 18 ore a settimana. Tutto questo è stato proposto da chi dovrebbe conoscere il mondo della scuola e gli altri obblighi previsti dal contratto degli insegnanti e che evidentemente ritiene che le lezioni non vadano preparate, gli elaborati degli studenti non vadano corretti e l’aggiornamento professionale sia inutile. Ma evidentemente non conosce nemmeno le condizioni di lavoro di questa categoria nel resto Europa.
E così, mentre nei convegni si vagheggia di smart cities e scuole come civic center, di dare un tablet ad ogni classe (costo stimato da 1 a 3 miliardi di euro) gli insegnanti sono gli unici nel comparto del pubblico impiego a subire, in deroga ai contratti, scaduti ma pur sempre contratti di lavoro, una tale iniquità, anche sul piano giuridico. Ma il Decreto 29/’93 non li aveva contrattualizzati per inserirli in un regime privatistico?
Analogo provvedimento non è stato proposto, ad esempio per i professori universitari: si tratta di dimenticanza o è il riflesso di un difesa corporativa a singhiozzo?
La relazione tecnica al DdL, quantifica il risparmio di questa operazione in 240 milioni di euro per il 2013 e 721 milioni rispettivamente per il 2014 e il 2015. Cifre che sono compatibili con quanto si potrebbe ricavare dall’abolizione delle province, dal taglio del finanziamento pubblico ai partiti, dalla riduzione dei costi della politica, dalla riduzione degli innumerevoli esoneri sindacali.
Probabilmente, si è sottovalutato quanto questa disposizione, se verrà avvallata dal Parlamento, produrrà in termini di frustrazione, disaffezione e quindi tensioni e stato di agitazione inevitabile tra gli insegnanti, umiliati e offesi per l’ennesima volta da una politica, inamovibile nel mantenere i suoi privilegi, che sembra considerarli solo gli artefici costosi di una "cosa" che vale poco, quasi niente ma a cui però ogni giorno affidiamo i nostri figli.
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