Dichiarazione del segretario generale CISL Scuola
Scuola, no a scelte e comportamenti irresponsabili
Il Governo e il Ministro dell’Istruzione stanno dando in queste ore
una prova di irresponsabilità che lascia allibiti. Non è possibile
che si venga meno con tanta disinvoltura agli impegni assunti,
impedendo l’avvio di una trattativa, quella sulle progressioni
economiche, per il cui buon esito si erano faticosamente costruiti
tutti i presupposti.
E' vergognoso il modo in cui si nega risposta alle giuste attese di
lavoratori che meriterebbero una ben diversa considerazione,
ricevendo da mesi vuoti annunci e promesse non mantenute.
E' fuori da ogni immaginazione la superficialità con cui si mette
mano all’orario di servizio dei docenti, calpestando i contratti e
la dignità del lavoro, stravolgendo modalità organizzative
consolidate con la pretesa di imporre un aggravio dei carichi orari
senza alcuna contropartita.
Sarebbe questo il “generoso contributo” cui alludeva il ministro
con le sue improvvide esternazioni? Lo contrasteremo in ogni modo,
rivendicando sul piano politico e giuridico le nostre prerogative di
soggetto negoziale su materie che la legge affida alla contrattazione.
La scuola italiana e i suoi lavoratori non meritano di essere
trattati con una mancanza di riguardo che ha davvero pochi
precedenti. La Cisl è un sindacato serio e responsabile, esige che
lo siano anche i suoi interlocutori, a partire dal Ministro.
L’azione di sciopero che oggi abbiamo deciso punta a obiettivi ben
precisi e chiama in causa Ministro, Governo e Parlamento.
Al Governo e al Ministro chiediamo di tener fede agli impegni
ripetutamente assunti con le organizzazioni sindacali ai tavoli di
confronto, rimuovendo ogni ostacolo all’avvio della trattativa
sugli scatti di anzianità.
Chiediamo poi che esplorino altre vie per recuperare risorse,
eliminando sprechi e diseconomie che ancora ci sono, come nel caso
del ricorso a incarichi esterni di dirigenza, costosi e non sempre
produttivi.
Ai gruppi parlamentari chiediamo di attivarsi per rimuovere, nel
percorso di approvazione della legge di stabilità, le norme che
penalizzano ingiustamente i lavoratori della scuola, invadendo gli
ambiti della contrattazione fra le parti.
È un'azione, la nostra, che non si chiude sé stessa ma punta a
costruire fra i lavoratori della scuola la più ampia unità nella
più rigorosa autonomia, condizione per chiedere all'intero Paese un
convinto sostegno all'obiettivo di fare della scuola e
dell'istruzione terreno di investimento per quella crescita sociale,
civile ed economica di cui abbiamo bisogno.
Giovanni Policaro