COMPRENSIVI SI DIVENTA
AUTOREFERENZIALI SI RIMANE
Venti relatori a raffiche da dieci minuti l’uno per dibattere su luci e ombre degli istituti comprensivi e poi concludere con l’assessore regionale Stella Targetti che spiega che la strada è ormai tracciata e che non si può tornare indietro. Questo in sintesi il convegno “Comprensivi si diventa”, organizzato dall’Assessorato all’Istruzione della Regione Toscana con dirigenti scolastici, amministratori locali, sindacalisti, rappresentanti di associazioni di genitori e professionali della scuola e con il coordinamento di Giancarlo Cerini, dirigente tecnico e direttore di “Rivista dell’Istruzione“. Cinque i momenti su cui si è articolato il dibattito: il rapporto con il territorio, il ruolo del dirigente scolastico, il curricolo verticale, la dimensione organizzativa, la scuola comunità professionale.
Dai relatori sono state espresse alcune riserve più o meno velate sul fatto che l’istituto comprensivo di scuola materna, elementare e media sia realmente una panacea (“Non esiste un’organizzazione buona per tutti –ha dichiarato Grazia Fassorra dell’ANP- deve nascere da una lettura attenta dei bisogni e dei dati della realtà”; “L’innovazione è un processo lento –ha commentato Gianna Fracassi della FLC-CGIL- Sarebbe bene avere una media regionale di 900 alunni per scuola e soprattutto evitare IC con tanti plessi e comuni di riferimento, altrimenti si perde in continuità sul territorio”; e Silvana Boccara di Gilda Toscana: “Non sempre si raggiungono gli obiettivi auspicati: molti istituti comprensivi sono dei meri contenitori. Occorrerebbero senso di appartenenza e flessibilità, ma come è possibile con tanti docenti precari e aule stracolme?”).
Dall’Assessorato purtroppo non è giunta nessuna se non vaga risposta alle domande di noi genitori dell’AGe Toscana che chiedevamo alcuni chiarimenti sulla politica di tagli dello scorso anno e rassicurazioni per il futuro. Ecco alcune riflessioni che riproponiamo all’Assessore Targetti per avere, se possibile, una risposta anche a posteriori:
Un anno fa i funzionari dell’Assessorato andarono nelle province toscane a dire a dirigenti e assessori comunali che, causa la legge 111/11, se non avessero proceduto ad accorpare le scuole queste avrebbero perso l’autonomia. Trascurarono però di coinvolgere noi genitori e soprattutto di dire che erano sufficienti 500 alunni per non avere ripercussioni, così furono fatti accorpamenti disastrosi (ad es. l’Istituto comprensivo Prato Nord con 1951 alunni) nelle scuole già grandi a sufficienza e non ci si occupò a sufficienza delle altre. Non mutarono rotta neppure quando la legge di stabilità del novembre 2011 ribadì il concetto portando il limite a 600 alunni, mentre altre Regioni provvedevano a fermare tutto per capire meglio la portata dell’innovazione.
Risultato: 27 nuovi accorpamenti rispetto agli 8 richiesti dallo Stato e 46 scuole che hanno perso l’autonomia e funzionano con dirigente e Dsga in reggenza. A Marradi il dirigente arriva da Fucecchio, 45 km di strada montana. A Grosseto tutta la rete scolastica cittadina è stata stravolta per ‘salvare’ scuole già in regola. A Porto S. Stefano, la continuità i ragazzi delle elementari ce l’hanno con la scuola media dell’Isola del Giglio. Indubbiamente il sonno della ragione genera mostri…
La stessa Regione Toscana, nel documento programmatico che ha presentato in sede di convegno, ha detto che per funzionare bene i comprensivi non debbono avere più di 1400 alunni, eppure il 9% delle scuole toscane supera -e non di poco- questo limite. Ben il 48% delle scuole è in sofferenza: su 499 istituti toscani ci sono 27 nuovi istituti comprensivi (in preda al più totale bailamme causa accorpamento), 106 scuole affidate a dirigenti di freschissima nomina, 56+56 scuole coinvolte in una reggenza, con il dirigente e, nelle scuola sottodimensionate, anche il direttore amministrativo part time.
Dal canto loro, i genitori sono interessati ad avere per i loro figli una scuola che funziona, con rapporti positivi fra alunni, docenti, genitori, personale della scuola e un’istruzione che li sostenga e li guidi nella loro vita lavorativa e sociale.
Domanda n. 1: “Perché non sono stati impediti questi tagli così pesanti per la scuola pubblica toscana?” perché non si è fatto appello alla media regionale, già abbondantemente soddisfatta, come aveva accettato il Ministero?
A Grosseto i genitori sono sfilati per le strade, hanno consegnato al sindaco 3800 firme contro la ‘razionalizzazione’, hanno fatto riunioni, proteste, blog; il consiglio comunale ha votato una richiesta di ripensamento alla regione, ma niente. Minor veemenza ma tanto mal di fegato ugualmente a Firenze, dove nelle scuole dell’istituto Firenze Centro Storico si è avuto il quarto accorpamento consecutivo. Aria tesa anche a Sesto, dove alla fine sono stati accorpati il 2° Circolo e la media Pescetti.
Domanda n. 2: “Vedendo che la macchina pubblica va comunque avanti sorda e inesorabile, non c’è pericolo che la gente perda ulteriormente fiducia nella politica?”
L’intervento più bello e toccante è stato senz’altro quello di Mara Marani, già dirigente dell’istituto comprensivo Bellaria-Igea Marina: partita nel 2000 con 1100 alunni, si è ritrovata nel 2012 con ben 2300 ragazzi. Ecco i suoi suggerimenti: “Il nostro comprensivo ha funzionato perché coincideva con il territorio comunale, era la scuola della comunità. Presterei molta attenzione a questo, l’IC deve assolutamente coincidere con il comune. Inoltre ho curato molto la comunicazione con i vari plessi e ordini di scuola, con i genitori e con il territorio”.
Domanda n. 3: “Possiamo dare ai genitori la notizia che non ci saranno altri accorpamenti fatti con criteri ragionieristici?”
A questo in verità abbiamo ricevuto risposta: 4 province sono state ormai bonificate dalle scuole che non siano comprensivi; resistono solo 33 direzioni didattiche e 17 scuole medie e poco conta che per razionalizzarle si utilizzino criteri che con la scuola hanno ben poco a che fare. Poco hanno contato anche le preoccupazioni espresse da alcuni relatori, in merito ad esempio ai comprensivi, rinviati di un solo anno per la loro enormità, a Borgo S. Lorenzo (1785 alunni), Pontassieve (2091), Lastra a Signa (1873) e Montemurlo (1776) e che a quanto pare sono sul punto di essere varati.
Si sa già che anche lì si perderanno addetti alla segreteria e soprattutto i bidelli, e allora chi li guarderà i nostri figli? Succederà come a San Casciano V.P., dove alcune scuole materne sono sorvegliate fino alle 10 dal cuoco del comune?
Assessore Targetti la preghiamo, ascolti le nostre voci: sarà pure che il programma vuole andare avanti, ma la scuola è fatta di persone e non di cose; non si può imporre un unico vestito a tutti e pretendere anche che calzi bene.