da Tecnica della Scuola
Nuovo impulso per l’Istruzione tecnico-professionale
di Anna Maria Bellesia
Sono in dirittura d’arrivo le Linee guida per coordinare, semplificare e promuovere l’istruzione tecnico-professionale, anche a livello terziario. Lo schema di decreto, previsto dalla legge n. 35/2012 e coordinato nel lavoro preparatorio dal sottosegretario Elena Ugolini, ha ricevuto il 26 settembre l’approvazione della Conferenza unificata.
Il provvedimento è stato elaborato di concerto fra i quattro Ministeri coinvolti (istruzione, lavoro, sviluppo economico, economia e finanze).
Logica di rete, sinergia e confronti interistituzionali permanenti sono i punti fondamentali per costruire una offerta organica, condividere e ottimizzare l’utilizzo delle risorse pubbliche e private disponibili, sia professionali che strumentali.
Una delle novità più interessanti riguarda la costituzione dei poli tecnico-professionali. Già previsti dalla legge 40/2007, adesso prendono forma come “ambiente di apprendimento in contesti applicativi e di lavoro, dove si raccolgono e si coordinano saperi, tecnologie, intelligenze e professionalità” in un contesto “aperto, ricco, fluido, composito”.
La parola chiave più ripetuta e indicativa delle Linee guida è “sinergia” a tutti i livelli. In primo luogo, tra i soggetti dell’offerta formativa e le imprese, per condividere “risorse umane, laboratori, analisi di fabbisogni e progettualità”. In secondo luogo, a livello interistituzionale sotto la guida della Regione, che ha il compito di predisporre appositi confronti con tutti i soggetti interessati alla programmazione dei Poli tecnico-professionali: gli enti locali per le scelte di carattere amministrativo e di governance, le istituzioni scolastiche autonome e le istituzioni formative per le finalità educative, le imprese espressione della vocazionalità produttiva del territorio, le parti sociali, le professioni, i centri di ricerca. I confronti interistituzionali diventano i luoghi dove si costruisce l’offerta dei servizi del polo.
Ottimizzare l’utilizzo delle risorse professionali, logistiche e strumentali da un lato mira a favorire l’apprendimento in situazione, l’orientamento e il successo formativo, contrastando il rischio di abbandono e dispersione, ma persegue anche altre finalità di carattere più generale, quali promuovere il contratto di apprendistato qualificandone il contenuto formativo, e realizzare azioni di accompagnamento per il rientro nel sistema educativo di istruzione e formazione di quei giovani Neet (ormai uno su quattro) che tanto preoccupano.
La programmazione regionale è il cardine dell’intero sistema, deve garantirne la funzionalità e promuovere il coordinamento dell’offerta formativa con le filiere produttive secondo una logica di rete e di continuità, compresi gli Its, quali ambiti di specializzazione tecnologica dell’istruzione tecnico-professionale, e dei percorsi Ifts, quali ambiti di perfezionamento professionale della Iefp.