“Quota 96”: la parola alla Corte Costituzionale

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“Quota 96”: la parola alla Corte Costituzionale

Messaggiodi edscuola » 7 settembre 2012, 8:31

da Tecnica della Scuola

“Quota 96”: la parola alla Corte Costituzionale

Il giudice del lavoro di Siena ha stabilito che la norma che fissa al 31.12.2011, e non al 31.8.2012, il termine per accedere alla pensione con i requisiti "ante riforma Fornero" per il personale della scuola, potrebbe essere viziata da illegittimità costituzionale.
In questo senso si è espresso il giudice del lavoro di Siena, rinviando alla Corte Costituzionale la questione oggetto di un ricorso sostenuto dalla Cisl Scuola.
Se il dubbio sollevato dal giudice venisse confermato dalla Corte, gli effetti della sentenza avrebbero valenza generale e non limitata ai soli ricorrenti.
Questa ragione, oltre a quella di evitare i disagi che in casi come questo potrebbero derivare agli interessati se le sentenze dei giudici venissero rovesciate - come talvolta accade - nei gradi successivi di giudizio, ci ha indotti a scegliere la strategia processuale proposta dallo studio legale che ha istruito la vertenza.
Una scelta che punta alla ricerca di una soluzione del problema a valere per tutti, in stretta coerenza con l’azione da noi condotta per contrastare la norma nella fase di approntamento del decreto-legge 201/2011, poi per chiederne la modifica in sede di conversione in legge del decreto, infine con la sollecitazione a svolgere ulteriori tentativi di soluzione per via legislativa.
Ci auguriamo che la Corte Costituzionale rimuova nel più breve tempo possibile quella che abbiamo sempre considerato un’evidente e iniqua disparità di trattamento riservata ingiustamente ai lavoratori della scuola.
E’ davvero inaccettabile che la rigidità di scadenze legate alla salvaguardia della qualità e continuità del servizio scolastico si traduca in una penalizzazione per i lavoratori a causa della rigidità, questa davvero inspiegabile e ingiustificabile, dimostrata ottusamente dal Governo nella stesura della norma e nel rifiuto di accettarne un’opportuna e doverosa modifica.
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