da Repubblica.it
30 mila assunzioni di docenti arriva il primo concorso dal '99
Il Consiglio dei ministri ha approvato due decreti per reclutare presidi e insegnanti. Cambia il sistema di valutazione. Ok anche al regolamento che dopo 11 anni applica il nuovo meccanismo di valorizzazione. Negli istituti più efficienza e meritocrazia
di VALENTINA CONTE
(ansa)
LA SCUOLA al centro della crescita per far ripartire il Paese. Il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva decide di scommettere sul vero motore di cambiamento della società e dell'economia italiana, non solo confermando le previste assunzioni di dirigenti scolastici - gli ex presidi - e professori. Ma bandendo, per la prima volta dal lontano 1999, un nuovo concorso per docenti. In tutto, tra decreti e bando, si tratta di oltre 34 mila professionalità. Un barlume di luce che si affianca a un altro traguardo storico: l'approvazione del regolamento che rende operativo il Sistema nazionale di valutazione delle 9.150 scuole italiane, a undici anni dalla sua ideazione. Un meccanismo che consentirà di valorizzare i punti di forza e superare le debolezze di tutti gli istituti del Paese, dalle primarie alle secondarie. Secondo criteri di efficienza e meritocrazia. E con un occhio all'università e al mondo del lavoro.
ASSUNZIONI E NUOVO CONCORSO
Il Cdm di ieri ha approvato due decreti che consentono l'assunzione di 1.213 dirigenti scolastici, vincitori di concorso, e ben 11.892 docenti. Un bacino, quest'ultimo, che ricomprende insegnanti in attesa da decenni e parcheggiati nelle graduatorie ad esaurimento, create con le supplenze. Ma anche i vincitori di concorsi del 1991 e del 1999. Un secolo fa. Il nuovo bando, il primo da 13 anni, farà invece spazio a 11.892 nuovi docenti e sarà aperto, ovviamente, anche ai tanti ancora in graduatoria e che, specie i trentenni, potranno sperare di entrare in ruolo
senza aspettare i cinquant'anni.
IL SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE
Si chiama Snv ed è stato inventato nel 2001. Pensato dal ministro Moratti, implementato da Fioroni con l'Invalsi e la valutazione dei dirigenti, sperimentato dalla Gelmini, il Sistema potrebbe finire in
Gazzetta ufficiale entro l'anno. Ieri è stato approvato il Regolamento in sette articoli. Ora mancano ancora 5 passaggi istituzionali, mentre una prima verifica degli strumenti partirà già a settembre in 300 scuole italiane. "Se vogliamo mettere il Paese al centro, dobbiamo porre la scuola al centro. Perché la scuola è il cuore del Paese e migliorarla è utile a tutti - genitori, insegnanti, studenti - ma anche alla politica", commenta il sottosegretario Elena Ugolini che dal 2001 segue la lunga elaborazione del Snv.
COME FUNZIONA
Anche qui l'Italia arriva in ritardo. In Inghilterra un sistema di valutazione esiste da vent'anni. Così in Olanda e Australia. E nei principali Paesi Ocse. Il nuovo meccanismo prevede alcuni passaggi che consentiranno di riorganizzare i dati che oggi il Miur, il ministero dell'Istruzione, già possiede, renderli standard e confrontabili poi con le migliori esperienze straniere, ma anche con tutto ciò che viene dopo la scuola: l'università e il lavoro.
I PASSAGGI
Il primo step è l'autovalutazione. Ad ogni scuola sarà inviato un fascicolo elettronico con i dati del Miur su alcuni elementi chiave: assenze degli insegnanti, tasso di ripetenza degli studenti, il successo o meno del ragazzo nei passaggi scolastici successivi, l'inserimento nel mondo del lavoro o la carriera universitaria. Gli istituti correggono o completano il fascicolo, costruiscono un Rapporto e propongono un Piano di miglioramento. Il secondo step è la valutazione esterna fatta da appositi "Nuclei di valutazione", composti da tre persone: un ispettore del ministero dedicato e due "esperti". Il Nucleo arriva nelle scuole (si partirà da quelle con criticità, per poi arrivare a tutte) e discute il Piano con dirigente e docenti. Terzo step, le "azioni di miglioramento" messe in campo dagli istituti stessi. Ultimo step, la sintesi tra i due Rapporti (della scuola e del Nucleo) sarà la base per la valutazione finale del direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, già oggi incaricato a questo scopo, ma mai operativo. Mancavano gli strumenti, ora sono arrivati.