Spending review: Cisl scuola diffidente

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Spending review: Cisl scuola diffidente

Messaggiodi edscuola » 7 luglio 2012, 8:08

da tuttoscuola.com

Spending review: Cisl scuola diffidente

Piovono le indiscrezioni sul decreto varato dal Consiglio dei ministri, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. I sindacati non si fidano delle assicurazioni del ministro Profumo, che anche oggi ha affermato che non ci sono ulteriori tagli al bilancio del Miur (tagli magari no, ma le notizie finora disponibili parlano di svariate operazioni di prosciugamento e razionalizzazione della spesa, come già riferito nella giornata di oggi da Tuttoscuola).

Una prima reazione viene da Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, che attende di verificare se nel testo ufficiale del decreto sulla spending review sono state tolte le “più vistose brutture presenti nelle anticipazioni circolate in questi giorni: tra queste, le inquietanti ipotesi di taglio secco dei collaboratori scolastici, che riterremmo del tutto intollerabile” e “la vera e propria idiozia di un impiego dei docenti in esubero per supplenze brevi in ambito regionale”.

Su quest’ultimo punto la Cisl scuola si dichiara “pronta a contrastare duramente misure che intervengono in modo forzoso sulle modalità di utilizzo del personale, ignorando fra l'altro le prerogative contrattuali in materia e i positivi risultati che la contrattazione ha sempre consentito di ottenere nell'impiego ottimale e produttivo del personale in esubero”.

Il sindacalista già guarda avanti, alla fase del dibattito parlamentare, annunciando che la sua organizzazione “in stretto raccordo con le altre categorie del lavoro pubblico, manterrà comunque alta la vigilanza e l’iniziativa nella fase di conversione in legge del decreto, convinta che la concertazione con le parti sociali e le sedi negoziali devono essere fortemente valorizzate se davvero si vuole un'efficace revisione della spesa, e non un'ottusa e ingiusta politica di tagli lineari''.

A quanto si è finora appreso, tuttavia, il decreto prevede numerosi tagli (e ‘taglietti’, direbbe Profumo) alla spesa per l’istruzione, anche se non si tratta propriamente di tagli ‘lineari’.
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