da LASTAMPA.it
IL TRIBUNALE DEL LAVORO di novara AVEVA RICONOSCIUTO I DIRITTI DEI prof a tempo determinato
"No ai risarcimenti". Un'altra beffa ai precari della scuola
La Cassazione ha stabilito che la reiterazione dei contratti di supplenza è legittima. Annullate le sentenze a favore dei docenti
Marcello Giordani
Un’altra beffa ai precari della scuola. La Corte di Cassazione ha stabilito che la reiterazione dei contratti di supplenza è legittima, quindi gli insegnanti supplenti che nel corso degli anni hanno ricevuto numerosi incarichi a tempo determinato non hanno diritto né all’immissione in ruolo né ad alcuna forma di risarcimento.
La sentenza della sezione lavoro della Cassazione è la numero 10127 del 20 giugno e smentisce le pronunce di primo grado che invece avevano riconosciuto il risarcimento e la «ricostruzione» della carriera per i docenti che avevano fatto ricorso.
Nei mesi scorsi, era stato il tribunale del lavoro di Novara ad ammettere questi benefici a 91 lavoratori della scuola che avevano presentato ricorso attraverso la Cgil e 16 mediante il sindacato Gilda. A luglio sono previste le sentenze per altri trenta precari della scuola che hanno fatto ricorso attraverso la Cisl, altri venti con la Cgil ed altrettanti con la Gilda. Fra settembre ed ottobre sono oltre 120 i precari che riceveranno la sentenza.
«A questo punto - spiega da Novara Giambattista Cattaneo, segretario provinciale Scuola della Cisl - il problema si fa davvero serio. Infatti bisognerà vedere cosa stabilirà di fare l’Avvocatura dello Stato. Se ricorrerà contro le sentenze di primo grado, facendo riferimento alla pronuncia della Cassazione, queste verranno annullate. Se invece non ci dovesse essere ricorso, le sentenze di primo grado passeranno in giudicato. E’ chiaro però che siccome la Cassazione fa giurisprudenza, diventano difficilissimi i futuri ricorsi. Come sindacato siamo amareggiati perché non è ammissibile che gli operatori della scuola debbano rimanere precari a vita».
Laura Razzano, segretaria provinciale Gilda di Novara, esprime stupore: «Mi chiedo come sia possibile questa disparità di giudizio. A questo punto a chi si deve ancora fare riferimento? In ogni caso ad essere penalizzati sono sempre i lavoratori, è una grande ingiustizia». Luigi Nunziata, segretario provinciale dei lavoratori del settore per la Cgil, è meno categorico e non esclude che ci sia ancora una speranza per i precari della scuola: «L’unica via è quella di rivolgersi alla Corte Europea. Se l’Italia non sancisce certi diritti vorrà dire che ci rivolgeremo all’Unione e ai tribunali».
Anche questa possibilità non appare però così semplice da realizzare: infatti la sentenza della Corte Suprema del 20 giugno fa riferimento al fatto che la disciplina del reclutamento della scuola è conforme al diritto comunitario in quanto la reiterazione dei contratti «risponde ad oggettive, specifiche esigenze».