da tuttoscuola.com
La normativa europea non si applica al personale della scuola
Cassazione: sì ai contratti a termine per i precari
Con una sentenza dello scorso 20 giugno, la Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema della stabilizzazione dei precari della scuola a cui l’Amministrazione scolastica ha reiterato per più anni contratti di lavoro a tempo determinato.
Secondo la Sezione lavoro della Cassazione, la stipula successiva dei contratti di supplenza a tempo determinato è pienamente legittima.
Queste le motivazioni.
In primo luogo, la Cassazione ricorda che il sistema di reclutamento del personale docente della scuola statale è regolato da una disciplina speciale, definita in particolare dalla legge n. 124/99, dal decreto legislativo n. 297/94 (Testo unico) e dai regolamenti sulle supplenze. Inoltre, sempre secondo la Cassazione, è ormai “principio di diritto vivente” l’affermazione secondo cui il decreto legislativo n. 165/2001, relativo al pubblico impiego (che fa, però, salve le specifiche norme sul reclutamento del personale del comparto scuola), “riconosce la praticabilità del contratto a termine”.
In secondo luogo, la sentenza precisa che le modalità di reclutamento nella scuola risultano conformi al diritto comunitario in quanto la reiterazione dei contratti “risponde ad oggettive, specifiche esigenze, a fronte delle quali non fa riscontro alcun potere discrezionale della pubblica amministrazione, per essere la stessa tenuta al puntuale rispetto della articolata normativa che ne regola l'assegnazione”.
In sintesi: sì alla reiterazione dei contratti di supplenza, no al risarcimento danni per la loro mancata trasformazione in contratti a tempo indeterminato.