da Tecnica della Scuola
Quota 96, Bastico e Ghizzoni hanno presentato un disegno di legge
di P.A.
Depositato un Ddl di modifica della riforma Fornero: “In difesa di un diritto non certo di un privilegio”.
E’ stato depositato contemporaneamente al Senato e alla Camera, per iniziativa delle parlamentari modenesi del Pd Mariangela Bastico e Manuela Ghizzoni, un disegno di legge in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico del personale scolastico, in modo da modificare la riforma Fornero laddove non tiene conto della specificità del settore della scuola.
Com’è noto, il tema interessa un centinaio di persone nel modenese e ben 3.500 in tutto il paese: la riforma pensionistica del Governo Monti salvaguardava la cosiddetta “Quota 96” (60 anni di età anagrafica e 36 anni di contributi effettivi, oppure 61 anni di età e 35 di contributi), ma da conseguire entro il 31 dicembre 2012. Il ragionamento è stato fatto sulla base dell’anno solare, ma nella scuola l’intera organizzazione è basata sull’anno scolastico: c’è un unico giorno utile per andare in pensione ed è il 1° settembre di ogni anno, indipendentemente da quando si maturano i requisiti.
La parlamentari Bastico e Ghizzoni si sono battute, in questi mesi, affinché questa specificità venisse riconosciuta, come del resto era accaduto in tutte le riforme in materia pensionistica antecedenti la riforma Fornero.
Tra l’altro, molti docenti e personale Ata hanno presentato, nel frattempo, istanza al Tar di sospensione della efficacia della normativa in quanto si ledono diritti soggettivi, di natura pensionistica, già acquisiti.
Con il disegno di legge in questione si intende modificare l’articolo 24 del decreto legge n. 201 del 2011 prevedendo lo slittamento, al 31 agosto 2012, del termine per maturare il requisito contributivo sulla base della normativa antecedente alla riforma del sistema previdenziale: “Abbiamo deciso di presentare questo disegno di legge – spiegano Bastico e Ghizzoni – affinché venga riconosciuto un diritto del personale della scuola. Non stiamo difendendo un privilegio, ma un diritto soggettivo legato alla specificità della organizzazione del mondo della scuola. La data del 1° settembre, infatti, risponde a giuste esigenze di funzionalità e di continuità didattica che le precedenti riforme hanno, peraltro, sempre riconosciuto. Con questa legge, quindi, intendiamo ripristinare un’equità di trattamento tra i tutti i lavoratori in relazione ai requisiti per il pensionamento. Tra l’altro, siamo molto soddisfatte perché su questo testo stiamo raccogliendo l’adesione di vari parlamentari sia di maggioranza che di opposizione e questo ci fa ben sperare per un iter rapido e positivo della norma”.