La Corte Costituzionale boccia il dimensionamento scolastico.
L’Anief darà mandato ai suoi legali perché impugnino tutti i decreti regionali su cancellazioni e accorpamenti delle scuole, ora reputati incostituzionali.
Per il presidente Anief, Marcello Pacifico, la sentenza oltre a ripristinare il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, conferma i gravi errori del precedente Governo.
Ancora una volta la riforma Gelmini viene bocciata sonoramente nelle aule dei tribunale: stavolta è stata la Consulta, con la sentenza 147 del 2012, a ritenere "costituzionalmente illegittimo" l'articolo 19, comma 4, del decreto legge 98 del 2011, poi legge 111/2011, nella parte che fissava l'obbligo di accorpamento in istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, elementari e medie che per acquisire l'autonomia "devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche".
A seguito di questa importante espressione da parte dei giudici delle leggi, l’Anief darà mandato ai suoi legali perché impugnino tutti i decreti assessoriali riguardanti la cancellazione o l’accorpamento di istituti scolastici, ormai dichiarati incostituzionali.
“Così – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief – la Gelmini dopo essere stata bacchettata per i mancati inserimenti a ‘pettine’ dei precari, ha ricevuto una bocciatura anche per l’inadeguato provvedimento che ha dimensionato in 15 giorni la rete scolastica italiana cancellando 2.000 presidenze. L’espressione della Consulta è assai importante, visto che la scorsa estate con l’intento di risparmiare i ministri Tremonti e Gelmini hanno pensato di ridurre di un quinto le direzioni scolastiche di tutta Italia. Peraltro, non autorizzando il pagamento delle indennità di reggenza dei vicari, che hanno comunque diretto queste scuole nell’anno appena trascorso con spirito di abnegazione”.
Secondo la Consulta, la Legge 111/2011 non è quindi lecita perché contrasta palesemente con l'articolo 19, comma 4, della manovra (quello che determina le competenze legislative di Stato e Regioni), "essendo una norma di dettaglio dettata in un ambito di competenza concorrente".
“Questa sentenza dei giudici – continua il presidente dell’Anief – oltre a ripristinare il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, manda dunque un chiaro segnale verso il precedente Governo. E rende vano il suo tentativo di calpestare, con una legge estiva, i diritti dell’utenza costituzionalmente protetta. Il provvedimento si materializza, tra l’altro, nella stessa giornata in cui, durante la riunione del comitato paritetico dell’Aran, sono stati resi noti i dati parziali di rilevazione degli aventi diritto alle elezioni Rsu: rispetto all’ultima tornata elettorale, quindi sei anni addietro, sono stati cancellati addirittura 200 mila posti di lavoro, che corrispondono al 75% dei tagli complessivamente effettuati nello stesso periodo in tutto il pubblico impiego!”.
“A questo punto – conclude Pacifico – spero che il Parlamento affronti subito la questione della riduzione delle scuole italiane, ripristinando le presidenze cancellate. Ma anche ripartendo con nuovi investimenti nel comparto dell’istruzione e rilanciando il merito. È questa l’unica strada percorribile per tornare a tenere alto il livello scolastico dell’intero Paese, nel rispetto delle specifiche esigenze del territorio”.