da Tecnica della Scuola
Alla Camera riprendono i lavori sulla riforma degli organi collegiali
di Reginaldo Palermo
Riprende in settimana l'esame del disegno di legge in materia di "autogoverno delle scuole". PD, PdL e Terzo Polo decisi ad approvare il provvedimento in tempi rapidi, ma da sinistra arrivano forti critiche. Spaventa soprattutto l'autonomia statutaria.
La prossima sarà una settimana decisiva per il futuro del disegno di legge in materia di autogoverno delle scuole: giovedì 7, infatti, presso la Commissione Cultura della Camera la neo-presidente Manuela Ghizzoni darà avvio all’esame del provvedimento che potrà essere approvato direttamente dalla stessa Commissione senza passare dall’aula.
Le posizioni sembrano ormai chiare, ma, come si sa, in politica ci possono sempre essere sorprese dell’ultimo momento.
Italia dei Valori e Lega sono contrari al provvedimento ma soprattutto non condividono il fatto che la Commissione sia stata autorizzata ad intervenire in sede legislativa.
Al contrario PD, PdL e Terzo Polo sostengono il disegno di legge anche se i malumori e le perplessità non mancano.
La posizione più difficile e delicata è quella del PD che nelle ultime settimane ha subito il pressing della Flc-Cgil e dei movimenti, nettamente contrari al testo attuale.
Uno dei punti più delicati riguarda la cosiddetta “autonomia statutaria” e cioè la possibilità, per le istituzioni scolastiche, di dotarsi di un proprio statuto che dovrà stabilire tra l’altro anche la composizione del consiglio dell’autonomia e le modalità del voto.
La critica maggiore della Flc-Cgil riguarda la possibilità, prevista dalla bozza attuale, di far entrare soggetti privati nel Consiglio dell’autonomia, che sostituirà gli attuali consigli di circolo e di istituto: c’è il rischio - sostiene il sindacato - che con i propri finanziamenti i privati possano determinare le scelte organizzative e culturali delle scuole. Ma francamente il timore sembra un po’ fuori luogo, per almeno due buone ragioni: intanto i privati potranno far parte del consiglio solo se il consiglio delibererà in tal senso, senza contare che, in una fase di crisi come quella attuale, è difficile pensare ad aziende e altri soggetti privati che vogliano “fare la fila” per dare soldi alle scuole e per entrare nei consigli.
Altro problema è quello posto da alcune associazioni di genitori che sostengono che spariranno i rappresentanti di classe; anche in questo caso bisogna precisare che spetterà proprio al consiglio dell’autonomia affrontare questo problema all’interno dello Statuto.
Il PD ha più volte dichiarato, per bocca di diversi suoi esponenti, che il disegno di legge - dal quale sono state eliminate sia la parte relativa alle “scuole-fondazioni” sia quella sullo stato giuridico del personale docente – che il disegno di legge è un buon provvedimento che ben poco ha a che vedere con il testo originario del ddl Aprea.
E comunque, sostengono alcuni deputati del PD, c’è ancora spazio e tempo per migliorare il testo attuale. Sempre che – aggiungiamo noi – su modifiche e miglioramenti si riesca a trovare l’accordo fra le forze politiche. In caso contrario la riforma degli organi collegiali dovrà essere rimandata alla prossima legislatura.