da Tecnica della Scuola
Profumo difende i test Invalsi: implementare la cultura della valutazione
In una intervista a Dire, il ministro Profumo difende la validità strategica dei test Invalsi: “No a chiusure, per diffondere la cultura della valutazione faremo operazioni di comunicazione ad hoc”.
“L'Italia ha bisogno della valutazione: solo guardandosi allo specchio il paese può migliorarsi". Così il ministro dell'istruzione, Profumo, nell'intervista pubblicata dall'agenzia Dire e in concomitanza delle prove nazionali di matematica e italiano in svolgimento da oggi in tutta la nazione .
E poi rivolgendosi ai dirigenti, dice: “La carenza di cultura della valutazione” di cui soffre il paese “ci sta penalizzando nei confronti internazionali”. E quindi, per diffondere la cultura della valutazione : “Il prossimo anno si farà un'operazione di educazione e comunicazione, che partirà dai dirigenti regionali per arrivare ai dirigenti delle scuole e alla comunità tutta" attraverso "un mix di comunicazione istituzionale e comunicazione attraverso la rete e i social network". L'operazione servirà anche a diffondere una cultura di lettura del dato che oggi manca nel paese”. E aggiunge pure: “Il ministero dovrà essere più' collaborativo e meno impositivo. Dobbiamo diffondere la consapevolezza negli attori del sistema scuola del valore della valutazione e dei suoi obiettivi”.
”Se l'Italia si trova in difficoltà nei confronti internazionali, è proprio a causa della carenza di una cultura della valutazione, che, invece, deve diventare strategica per il futuro”, così come è richiesto dall'Europa. Bisogna cambiare atteggiamento, dice ancora: “ La valutazione ci consente di guardarci oggettivamente allo specchio per misurare i punti di forza e debolezza e poi migliorare. La sua priorità non è quella di punire o premiare”.
Riferendosi poi alle proteste che da tante scuole stanno partendo, compreso lo sciopero indetto dai Cobas a partire da oggi, il ministro ricorda: “Anche lo scorso anno ci fu un movimento di questo tipo. Ma alla fine solo lo 0,13% non ha partecipato. Agli insegnanti dico che solo attraverso una fotografia corretta e trasparente della situazione attuale possiamo cercare di migliorare la scuola. Per questo li invito a partecipare, anche contribuendo a migliorare il processo di valutazione con le loro osservazioni, fornendoci il loro feedback per avviare un processo migliorativo. Chiudersi non serve a nessuno".
In riferimento al tanto atteso approdo delle prove Invalsi agli esami di stato, dove si dovrebbero introdurre i test nazionali alla terza prova scritta, dice che “ci sarà da aspettare. Il tema dell'esame di Stato è delicato e serve una analisi complessiva su cosa ci aspettiamo da questa prova. Non basta intervenire solo in questa direzione, c'è bisogno di un ragionamento complessivo”.
Infine, sulle regole per la partecipazione dei diversamente abili ai test che prevedono la loro possibile esclusione da parte delle scuole, il ministro risponde: “Credo che si riferiscano a situazioni che hanno bisogno di una particolare attenzione, non credo che nessuno voglia la loro esclusione”.