COBAS Palermo: Riconversione del personale in esubero

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COBAS Palermo: Riconversione del personale in esubero

Messaggiodi edscuola » 29 aprile 2012, 13:35

Riconversione del personale in esubero su posti di sostegno: soluzione inaccettabile

Roma, Mercoledì 2 maggio
Assemblea Precari di Sostegno
Sede COBAS ore 17-19.30 - Viale Manzoni, 55

Per discutere delle proposte alternative e delle forme di mobilitazione da portare avanti per bloccare quanto previsto dal Decreto Direttoriale
Il Decreto Direttoriale n. 7/2012 (a firma del dott. Chiappetta) afferma che, la “diffusione della cultura e della pratica dell'integrazione degli alunni diversamente abili richiede un numero crescente di insegnanti che acquisiscano la specializzazione per il sostegno a seguito della frequenza di un corso di perfezionamento ... pur senza conseguire la specializzazione per il sostegno”.
Entrando nel merito del decreto direttoriale, che molto sta facendo discutere, creando, ancora una volta, una spaccatura tra il personale della “scuola-miseria”( cioè tra precari e personale in esubero che, secondo noi, dovrebbero assieme individuare il vero problema e cercare insieme di bloccarlo), sosteniamo che:
1. Il Decreto Direttoriale 7/2012 sin dall'art. 1 chiarisce la sua natura di intervento a favore del ricollocamento del personale in esubero e non di attuazione del diritto allo studio degli alunni con disabilità.
2. L'art. 2 individua i soggetti a cui è conferito il compito di predisporre i corsi (aderenti alla Convezione 27.12.11) e la loro struttura in tre moduli (base, intermedio, avanzato) ciascuno equivalente a 20 crediti formativi universitari (CFU) con prova di valutazione finale. Si tratta, però, di un percorso didattico difficilmente equivalente alla formazione specifica universitaria, peraltro definita da disposizioni normative specifiche e non da decreti direttoriali.
3. L'art. 5, a riprova che “il veleno è sempre nella coda”, contiene le disposizioni più discutibili e relative alla fase precedente: la conclusione del primo ciclo di corsi che si perfezionerà solo dopo 4 anni (tre di corso più la prova di valutazione e le procedure di assegnazione). La norma prevede che “in prima applicazione”, cioè nell’immediato, possono essere utilizzati su posti di sostegno docenti che abbiano acquisito il livello “intermedio” (evidentemente è possibile, in base alla struttura dei corsi così come modificati dal decreto direttoriale conseguire il livello “intermedio” con una certa facilità...). Ma possono essere utilizzati anche quelli che hanno il solo livello “base” se la “tempistica” (termine un po' grezzo) non dovesse consentire le prove di valutazione del livello “intermedio”. Questa utilizzazione è però subordinata all'assenza di docenti con la specializzazione (ovviamente si tratta di docenti “precari”) ed avverrà “preferibilmente” presso la scuola di ultima titolarità. Il comma 2 prevede la compilazione di un elenco per i docenti che hanno conseguito il livello “intermedio”, senza suddivisione per aree disciplinari. Evidentemente bisognerà capire che rapporto ci sarà con i docenti “precari” in graduatoria. Infine il comma 3, sempre per consentire di andare il più velocemente possibile a regime ed utilizzare i posti di sostegno come ammortizzatore sociale consente “in prima applicazione...nelle more...in deroga....” di istituire i corsi anche in assenza...dei percorsi.
Per evitare quelle spaccature di cui si parlava prima, cioè tra personale in esubero e personale precario proviamo a fare dei ragionamenti “costruttivi”, a lanciare delle proposte e a porre delle domande.
ñ In primo luogo bisogna ricordare a tutti che anche nella scuola pubblica esiste il licenziamento. Non è vero, quindi, che i corsi suddetti saranno “volontari”: chi non parteciperà sarà messo in mobilità per 3 anni e poi licenziato. E' facile prevedere che tutti i docenti in esubero parteciperanno.
ñ Se il dott. Chiappetta è davvero preoccupato per la sorte della scuola italiana e degli allievi diversamente abili fino a dichiarare che c'è bisogno sempre di più di personale specializzato in sostegno, ci chiediamo perché non iniziare ad eliminare definitivamente le cattedre di “fatto” e immettere da subito in ruolo le migliaia di docenti specializzati che hanno “finanziato” per anni le università per ottenere il famoso titolo. Siamo sicuri, che il corso serva a migliorare la qualità della scuola e dell'insegnamento del sostegno e non a “ricollocare” il personale in esubero e, quindi, a risparmiare?
ñ Dove è finito, Ministro Profumo, l'organico funzionale di cui molto spesso Lei ha parlato? Avevamo ragione a dire che c'era una evidente continuità tra Lei e la Gelmini? Che l'unico obiettivo per Lei, come per la Gelmini, fossero i risparmi e, quindi, i tagli al personale scolastico? E' così che vuole risolvere i problemi della scuola pubblica italiana?
Noi pensiamo che i tagli effettuati in questi anni, soprattutto tra il personale ITP, abbiano rovinato ciò che di buono c'era nell'istruzione tecnica e professionale: l'attivività laboratoriale.
Se si vuole davvero il bene della scuola pubblica si faccia un passo indietro, si abolisca la “controriforma” Gelmini e i 150.000 tagli effettuati in 3 anni.
Se invece, come dice Chiappetta, questi corsi servono a specializzare nuovi insegnanti perché aumenta la “richiesta”, immettete in ruolo i docenti di sostegno che ne hanno diritto e ascoltate le richieste degli ITP, che sono altre, e utilizzateli come risorsa in più nella scuola di ultima titolarità senza intaccare l'organico di sostegno. Questa si che potrebbe essere una soluzione a favore degli allievi diversamente abili!!!
Noi ci batteremo affinché non nasca una nuova “guerra” tra il personale della scuola portando avanti una proposta che potrebbe, invece, “saldare” le posizioni:
Sui posti di sostegno disponibili vengano immessi in ruolo, già dal prossimo anno, i precari specializzati e il personale in esubero venga “utilizzato”, nella scuola di titolarità, come risorsa aggiuntiva.
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