da Tecnica della Scuola
Per favore, correggete i dati di Google Maps
di R.P.
L'invito alle scuole arriva dal Ministero. La spiegazione? La funzione di "localizzazione geografica" sarebbe imprecisa e quindi bisogna correggere i dati di ogni singola scuola in modo manuale. Lo scopo dovrebbe essere quello di migliorare la sicurezza della rete scolastica.
Se non ci fosse scritto “nero su bianco” nel sito del Ministero ci sarebbe quasi da non crederci: le scuole sono invitate a correggere i dati realtivi alla localizzazione geografica dei singoli plessi disponibili nella applicazione “Rete scolastica” del SIDI.
Il fatto è che i dati utilizzati dal SIDI provengono da Google Maps e cioè da quel sofisticatissimo sistema di localizzazione che vi consente perfino di verificare se al numero civico 35 di via Roma della città X c’è un bar o un negozio di telefonia.
E, se vi piacciono gli “Ottomila”, potete usare Google Maps per percorrere metro dopo metro il percorso che dal famoso “Colle Sud” porta alla vetta del monte Everest attraverso il terribile “Hillary Step”. Insomma per Google Maps non ci sono segreti (con buona pace, sia detto per inciso, di coloro che invocano la privacy a ogni piè sospinto).
Sembra davvero strano, quindi, che il Ministero tiri in ballo dei non meglio precisati “limiti della funzione di localizzazione”.
Quanto poi alla concreta utilità di tale localizzazione c’è da nutrire più di un dubbio: il Miur sostiene che si tratta di “rispondere alle esigenze di vari enti pubblici preposti alla sicurezza degli edifici scolastici”, come se, in un caso di emergenza gli uffici tecnici comunali o la protezione civile o i vigili del fuoco stessero a perder tempo a rintracciare sul sito del Ministero la localizzazione dell’edificio scolastico in questione.
Ma tant’è. Il Miur fornisce persino chiarimenti su come procedere per fare in modo che le mappe sia precise.
Le scuole, dunque, dovranno:
- controllare, per ogni plesso dell’istituzione, se il segnaposto impostato da “google” è posizionato correttamente
- in caso errore, utilizzare la funzione “Gestione localizzazione geografica” nell’applicazione SIDI “Scuola in chiaro” (è necessario in tal caso, spiegano dal Miur, “trascinare il segnaposto nella posizione corretta e poi premere il tasto SALVA”).
D’altra parte, il Ministro lo ha ribadito anche nella sua recente direttiva sull’azione amministrativa per il 201: l’innovazione tecnologica è il primo obiettivo da perseguire.
Ma forse a Viale Trastevere non leggono neppure i comunicati dell’ufficio stampa del Ministro, perché altrimenti saprebbero che la tanto decantata operazione “iscrizioni on-line” è stato un vero flop. Quest’anno le iscrizioni trasmesse per via telematica sono state poco più di 5mila. Se si ipotizza che riguardino solamente la scuola superiore la percentuale è risibile: poco più dell’1 per cento.