APEF: L’On. Aprea lascia il Parlamento

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APEF: L’On. Aprea lascia il Parlamento

Messaggiodi edscuola » 5 aprile 2012, 18:40

L’On. Aprea lascia il Parlamento

L’On. le Valentina Aprea, presidente della VII Commissione Cultura della Camera, ha dato le dimissioni da parlamentare per ricoprire a tempo pieno il suo nuovo prestigioso incarico di assessore alla cultura, istruzione e formazione professionale alla Regione Lombardia.
Nella sua lunga carriera politica, iniziata nel 1994 ha rivestito, con il Ministro Moratti, l’incarico di sottosegretario all’istruzione con delega alle Riforme, ma è stata soprattutto una convinta sostenitrice della valorizzazione e del riconoscimento della professionalità docente, unica parlamentare nel quadro politico sia di centrodestra che di centrosinistra, presentando alla Camera all’inizio della legislatura, la legge sulla Riforma dello Stato giuridico degli insegnanti che prevedeva, tra l’altro, uno sviluppo di carriera, un nuovo sistema di reclutamento e la riforma degli Organi collegiali della Scuola.
Nonostante il mancato sostegno dei ministri del suo stesso schieramento politico, con la tenacia che la contraddistingue, è riuscita a portare a termine il suo disegno di legge (n.953), con l’accordo della nuova maggioranza, anche se solo sulla parte relativa alla Governance delle Scuole autonome che, dopo un percorso difficile in commissione durato due anni, era stato fermato dalla Lega nel luglio 2009.
Proprio in questi giorni la legge è stata assegnata in sede deliberante con il voto favorevole dell’Aula, alla VII Commissione, il che le spiana la strada verso l’approvazione in Senato.
Come abbiamo già scritto, il Progetto di legge però ha perso pezzi importanti, come la prevista riforma dello Stato giuridico dei docenti, evidentemente troppo “avanti” e troppo riformatore per le forze, tutte, che sostengono l’attuale governo. Ma Valentina Aprea, nel nuovo quadro degli equilibri dei partiti della attuale maggioranza, ha accettato, realisticamente di dare almeno alle Scuole, le basi per realizzare quell’autonomia statutaria, che attendevamo dal 1997.
Noi le saremo sempre grati per questo e per le tante battaglie riformiste che, in un mondo ingessato, sordo all’innovazione e che vive di centralismo come la Scuola, l’abbiamo vista combattere. Siamo certi che, almeno al momento, nel Parlamento italiano sarà difficile trovare una persona altrettanto competente e con una vision altrettanto riformista verso il mondo della Scuola.

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