da LASTAMPA.it
Profumo, nel 2012 pensiamo di inserire 10mila precari
Ma serve un patto generazionale, basta giovani sempre in coda
roma
Circa diecimila assunzioni di precari della scuola nel solo 2012? Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, lo ritiene "possibile", almeno sulla carta.
Intervenendo a un convegno dedicato al rilancio della cultura in Italia organizzato da Idv, Profumo ha infatti sottolineato che «a fronte di 180.000 insegnanti precari in graduatoria contiamo di poterne inserire circa diecimila», visto che «la capacità di assorbimento del sistema scuola è di alcune migliaia all'anno».
A fronte di questi nuovi ingressi, però, c'è chi sarà inevitabilmente chiamato al sacrifico, visto che «bisogna fare un patto tra generazioni e i giovani non possono andare sempre in coda. Serve un canale maggioritario - ha detto ancora il ministro - per dare una risposta a chi é già in graduatoria, ma nella scuola ci sono anche delle materie d'insegnamento scoperte e si può avviare una fase concorsuale per coprire quei posti».
Il ministro nel suo intervento, interrotto un paio di volte da alcuni professori in sala che esprimevano le loro preoccupazioni, ha parlato a lungo anche dell'università, «che devono imparare a gestire in modo diverso le risorse, quest'anno verranno investiti dieci miliardi».
Secondo il ministro, inoltre, «non si potrà più ragionare come si è fatto fino ad oggi, serve una maggiore capacità di acquisire fondi dell'Europa. Dal 2014 al 2020 in Europa verranno investiti non 50 miliardi come negli anni scorsi, ma 80, se non cambiamo direzione rischiamo di perdere 800/900 milioni l'anno per la ricerca e rischiamo di perdere anche i fondi per la coesione che sono 7 volte quelli per la ricerca. Il paese deve imparare a recuperare risorse e a competere su più piani, anche con regole fatte da altri».
Profumo ha poi sottolineato che l'attuale canale «per i ricercatori non funziona. Abbiamo creato una moltitudine di figure che non può continuare. Bisognerà creare una figura unica con cui dovremo confrontarci».