ANIEF: Riforma del mercato del lavoro

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ANIEF: Riforma del mercato del lavoro

Messaggiodi edscuola » 22 marzo 2012, 1:05

Riforma del mercato del lavoro: l’Anief adirà tutte le vie legali possibili, anche in sede di Corte di Giustizia Europea, per evitare l’attuazione di un modello che vanifica la tardiva applicazione dell’assunzione obbligatoria dopo 36 mesi di precariato con il licenziamento in tronco coperto da una finta cassa integrazione.
 
 
Nella riforma del mercato del lavoro, in queste ore al rush finale, sembra prendere corpo la norma che permetterebbe di far assumere a titolo definitivo il personale precario che per almeno 36 mesi ha lavorato con contratti a tempo determinato. Secondo l’Anief si tratta di un provvedimento tardivo e la cui attuazione verrebbe vanificata da un altro provvedimento contenuto nello stesso testo di riforma, su cui il Governo sta incredibilmente cercando di trovare l’accordo unanime con le parti sociali.
 
“Il Governo italiano – sostiene Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – scopre solo ora, con 13 anni di colpevole ritardo, che un precario con 36 mesi di servizio alle spalle deve essere assunto a tempo indeterminato. Tuttavia, il prezzo da pagare è salatissimo: in caso di difficoltà economica - ovvero di soppressione, chiusura o accorpamento dei singoli enti/aziende – il personale di ruolo sarà infatti automaticamente licenziato. E il lavoratore espulso – continua Pacifico - verrà solo sorretto attraverso una finta cassa integrazione, pari a poco più di due anni di stipendio”.
 
Secondo il Presidente dell’Anief, quindi, la modifica dell’articolo 18 rappresenta un clamoroso arretramento dei diritti e delle garanzie contrattuali dei lavoratori italiani: “questa riforma – sottolinea Pacifico – immola la sacralità del diritto al lavoro, sancita della nostra Costituzione, sull’altare dei mercati finanziari”.
 
L’Anief adirà tutte le vie legali possibili, anche in sede di Corte di Giustizia Europea, per evitare l’attuazione di un modello di gestione che vorrebbe portare indietro nel tempo, quando i dipendenti non avevano diritti di reintegro lavorativo: “occorre assolutamente salvaguardare la crescita economica e sociale del nostro Paese che non può essere impoverita dal sacrificio di chi ogni giorno vive per il progresso della nazione”, conclude il Presidente del giovane sindacato.
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Dalla Funzione pubblica le prime indicazioni per gli statal

Messaggiodi edscuola » 2 aprile 2012, 20:28

Riforma del mercato del Lavoro: dalla Funzione pubblica le prime indicazioni per gli statali
Dal ministero, nella riunione del 29 marzo con le OO. SS. confederali, si chiede il rafforzamento delle norme che escluderebbero dal comparto pubblico la stabilizzazione dei precari, e che garantiscono la mobilità forzata dei lavoratori in esubero, seguita da cassa-integrazione e licenziamento, in sintonia con la riforma Fornero.
Se la normativa vigente già disciplina la mobilità volontaria, per soppressione di enti e quella collettiva in caso di eccedenza per ragioni finanziarie, le attuali regole sull’utilizzo di tipologie di lavoro flessibile nel settore pubblico vorrebbero essere rafforzate nell’ottica del processo di omogeneizzazione con il rapporto di lavoro privato che da un ventennio ormai si va sempre più consolidando.
Nella ricerca di maggiore dinamicità e flessibilità si ribadisce da parte della Funzione Pubblica che in nessun caso i rapporti di lavoro a tempo determinato possono essere convertiti a tempo indeterminato, sulla base dell’art. 35, comma 5 del d.lgs. 368/01, contrariamente all’attuale doppio binario della conversione del contratto e del riconoscimento al lavoratore del risarcimento danno, riconosciuto dalla normativa europea (direttiva 1999/70/CE) per contrastare l’abuso dei contratti e adottato dai giudici nel settore privato, ma anche nella scuola, grazie ai ricorsi promossi anche dall’Anief. Mentre si ricorda come l’art. 33 del d.lgs. 165/01, prima ancora della L. 183/2011 sul licenziamento dei neo-assunti sovrannumerari, prevede la cassa-integrazione per le pubbliche amministrazioni che hanno situazioni di soprannumero in relazione alle esigenze funzionali o alla situazione finanziaria, senza per questo ricorrere alle ragioni economiche di modifica all’articolo 18.
Anief ritiene che questa linea di intervento sul mercato del lavoro pubblico sia foriera di nuovo contenzioso e avverte che non esiterà ad adire i tribunali della Repubblica contro questa nuova aggressione dei diritti dei lavoratori. La precarietà va combattuta attraverso l’eliminazione degli abusi sui contratti T.D. e non con la ricerca di deroghe a una direttiva comunitaria che disapplica la norma interna. La stabilità del personale va garantita con l’implemento degli organici e non con tagli di spesa che poi non certificano risparmi.
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