Anief: il Ministero ha annunciato l’avvio dai Tfa a giugno. È un annuncio importante, ma non basta a sciogliere tanti interrogativi. Basta con la politica degli annunci: il personale della Scuola chiede certezze.
Dopo mesi di annunci e rettifiche, il ministero dell’Istruzione ha finalmente reso pubblico il numero dei posti disponibili e la loro collocazione regionale per le immatricolazioni al Tirocinio Formativo Attivo utile ad acquisire l’abilitazione per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado. L’Anief reputa questo annuncio un importante passo in avanti nell’iter che conduce verso la realizzazione delle prove di accesso e l’avvio dei corsi di abilitazione previsti dal D.M. n. 249/2010.
Il giovane sindacato reputa però fortemente riduttivo che il Miur affermi solamente che vi sarà entro il mese di giugno una selezione regionale per individuare gli oltre 20.000 candidati che frequenteranno i corsi abilitanti. A poche settimane dall’avvio delle prove selettive, infatti, non è stato ancora pubblicato il decreto contenente le tanti disposizioni tecniche che regolano la complessa materia.
Rimangono dunque irrisolti diversi interrogativi, che lasciano ancora oggi interdetti decine di migliaia di laureati interessati a svolgere i corsi a fare l’insegnante. Il ministero dell’Istruzione, ad esempio, dovrebbe chiarire sin d’ora quali sono le modalità attraverso cui si svolgerà nei prossimi anni il reclutamento dei docenti della scuola pubblica. Oppure capire come mai non è stata resa nota la ripartizione dei candidati ad insegnare nella scuola primaria.
Sarebbe utile comprendere anche se l’accesso ai Tfa sarà riservato a candidati già abilitati o se per concorrere basterà essere in possesso del titolo abilitante. È indispensabile poi avere la conferma che la frequenza dei corsi e il superamento degli esami determinerà l’abilitazione ad insegnare una materia associabile alle vecchie o alle nuove classi di concorso. I candidati devono inoltre sapere, sempre prima di iniziare i corsi, se la loro frequenza, con esiti positivi, produrrà l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento. Ma anche l’accesso ai maxi-concorsi, naturalmente in posizioni di riserva da sciogliere all’atto del conseguimento del titolo, degli annunciati concorsi pubblici. Oltre che capire con quale percentuale, in base ai posti vacanti, il conseguimento delle abilitazione permetterà l’accesso ai ruoli.
Sarebbe interessante comprendere una volta per tutte se verrà permesso di salvaguardare il diritto degli insegnanti oggi in esubero di acquisire una nuova abilitazione ed evitare di incappare nella mobilità forzata e nel licenziamento introdotti durante l’ultimo Governo Berlusconi.
Basta con la politica degli annunci: il personale della Scuola ha bisogno di certezze. Di fatti concreti.