da AprileOnLine
Primi passi a favore delle scuole
Alba Sasso*,
È stato approvato oggi alla Camera il disegno di legge "Disposizioni urgenti in materia di pubblica istruzione", stralciato dal cosiddetto "pacchetto Bersani". Un testo che introduce delle novità di rilievo rispetto al sistema pubblico dell'istruzione
Per fare alcuni esempi; è prevista una norma volta a garantire la permanenza nelle scuole sia dei docenti di sostegno per i ragazzi diversamente abili, sia dei docenti che insegnano nelle scuole a rischio. È contemplata l'individuazione degli organi di governo dei centri per l'educazione permanente che ne permettano un migliore funzionamento. Vi è una disposizione che riassegna i fondi non spesi per l'edilizia scolastica e che sono da utilizzare anche per ottimizzare la messa in sicurezza e l'adeguamento a norma degli edifici scolastici. Cosa di cui c'è grande bisogno.
Vengono poi presi dei provvedimenti che daranno respiro e sollievo alle finanze scolastiche: in particolare, le scuole vengono escluse dal pagamento della Tassa raccolta rifiuti (Tarsu). C'era, infine, un emendamento condiviso dall'intera settima commissione, dichiarato inammissibile dalla presidenza della Camera e che ha avuto il voto contrario della commissione bilancio. Parlo dell'emendamento con cui veniva posto un termine perentorio e inderogabile per la conclusione dei corsi abilitanti, e nel quale si prevedeva la decorrenza giuridica a partire da quest'anno per quei docenti per i quali non era stato possibile sciogliere la riserva e che saranno immessi in ruolo solo dall'anno prossimo. Emendamento che riprendeva una risoluzione su questo tema già votata mesi addietro in commissione. Non mancherà certo il mio impegno a ricercare una soluzione a tale situazione, possibilmente già con la prossima finanziaria.
Nel complesso, quelle approvate oggi sono norme che migliorano la funzionalità e qualità dell'offerta formativa.Si sono voluti così avviare i primi passi verso la soluzione di una serie di gravi problemi che da troppo tempo affliggono le nostre scuole, non consentendo loro di pianificare serenamente l'attività didattica.
Voglio infine sottolineare che la discussione del provvedimento ha evidenziato che la scuola italiana ha bisogno di riscrivere il testo unico per la legislazione scolastica, dal momento che durante gli anni la legislazione si è andata dilatando. Nel corso degli anni, infatti, sono state approvate nuove norme che non hanno cancellato, ma si sono sovrapposte alle precedenti, con il rischio di generare un "ingorgo normativo".
Credo che la scuola italiana abbia bisogno di quanto è stato fatto in altri Paesi, ossia di norme snelle, leggere, comprensibili e, soprattutto, attuabili.
*Sinistra Democratica, Vicepresidente Commissione Cultura Camera dei Deputati