UAAR: Scelta attività alternative all'IRC

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UAAR: Scelta attività alternative all'IRC

Messaggiodi edscuola » 19 gennaio 2012, 8:07

Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti

Scelta attività alternative all'insegnamento della religione cattolica per l'anno scolastico 2012/2013 – Informazioni e garanzie a genitori e studenti

Gli insegnamenti alternativi a quello della religione cattolica sono un diritto conclamato [1], hanno costi coperti dal bilancio statale [2] e la scuola è obbligata a garantirne l'attivazione [3].

La circolare MIUR n. 110 del 29 dicembre 2011 stabilisce al punto 6 le modalità con cui avvalersi delle attività alternative alla religione cattolica nell'anno scolastico 2012/2013.

Certi della Sua attenzione all'arricchimento dell'offerta formativa, al rispetto della libertà religiosa e del diritto all'istruzione, al fatto che la scelta delle alternative all'insegnamento della religione cattolica (IRC) non deve dar luogo ad alcuna forma di discriminazione [4], La invitiamo a:
• informare tempestivamente genitori e studenti frequentanti il suo istituto della possibilità di cambiare la scelta relativa alla frequenza dell'IRC per l'anno scolastico 2012/2013 tramite semplice compilazione entro il 20 febbraio 2012 del modulo E e del modulo F presso la segreteria;
• garantire a genitori e studenti che l'attività didattica e formativa alternativa all'IRC sarà offerta come viene offerto a chi ne fa richiesta l'IRC, con insegnante, aula e programma didattico, senza discriminazione alcuna;
• offrire analoghe informazioni e garanzie a genitori e studenti interessati ad iscriversi presso il Suo istituto;
• inserire la più ampia documentazione sull'attività didattica alternativa all'IRC nel POF di istituto;
• distribuire e far compilare in sede di iscrizione all'a.s. 2012/2013 il modulo F e non solo il modulo E, per le seguenti ragioni:
o buona amministrazione: un rapido riscontro sulle scelte dei genitori consente un ordinato inizio di anno scolastico e la nomina per tempo dei supplenti;
o non discriminare tra chi sceglie di frequentare l'IRC (che conclude la domanda di iscrizione compilando il solo modulo E) e chi si avvale delle attività didattiche alternative (a cui viceversa mancherebbe l'informazione sul diritto di scelta e a cui rimarrebbe l'onere di richiedere un modulo di cui potrebbe non conoscere l'esistenza).

Le segnaliamo inoltre che il progetto La scuola in chiaro, online sul sito del MIUR dal 12 gennaio scorso, che intende mettere “a disposizione in una forma organica le informazioni relative a tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado” [5] e che è “finalizzato anche a consentire l’iscrizione on line” [6], determina l'obbligo per la scuola di includere tra le informazioni dell'offerta didattica del proprio istituto anche quelle relative alle attività didattiche alternative.

Certi che nell'Istituto da Lei diretto venga garantito il diritto di scegliere le alternative all'insegnamento della religione secondo dottrina della Chiesa [7], le chiediamo di inviarci, preferibilmente per via telematica, il POF e la documentazione dei progetti didattici dell' “ora alternativa” proposti a genitori e studenti.

Il Segretario UAAR
f.to Raffaele Carcano

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[1] Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2749 del 7 maggio 2010, ha stabilito che «la mancata attivazione dell’insegnamento alternativo può incidere sulla libertà religiosa dello studente o delle famiglia, e di questo aspetto il Ministero [...] dovrà necessariamente farsi carico».
La circolare del ministero dell’istruzione n. 59 del 23 luglio 2010, inerente l’adeguamento degli organici di diritto alle situazioni di fatto per l’anno 2010/2011, evidenzia la necessità di assicurare «l’insegnamento dell’ora alternativa alla religione cattolica agli alunni interessati».

[2] Il MIUR, con nota del 22 marzo 2011, ha trasmesso alle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado le indicazioni della Ragioneria Generale dello Stato sul pagamento delle attività didattiche alternative all'insegnamento della religione cattolica.
Il parere, concordato tra il MIUR e il MEF, ribadisce che la scelta di genitori e alunni di avvalersi delle attività didattiche alternative alla religione cattolica rende le stesse un "servizio strutturale obbligatorio", da pagare "a mezzo dei ruoli di spesa fissa".
Risulta certificato dai due ministeri competenti che i costi dell' “ora alterativa” e dello “studio assistito” alternativi all'IRC sono coperti dallo Stato e non gravano sui singoli Istituti scolastici.

[3] L’ordinanza del tribunale di Padova n. 1176 del 30 luglio 2010 ha stabilito che l’attivazione dei corsi alternativi costituisce «un obbligo», e che la loro mancata attivazione costituisce «un comportamento discriminatorio illegittimo», fonte di responsabilità risarcitoria per l’Istituto scolastico.

[4] Legge 25 marzo 1985, n. 121, di ratifica ed esecuzione del Concordato siglato nel 1984 da Repubblica Italiana e Santa Sede.

[5] Circolare n. 108 MIURAOODGSSSI prot. 6756 del 27/12/2011

[6] Nota MIURAOODGSSSI prot. N. 6865 del 30/12/2011

[7] L'insegnamento della religione cattolica è «impartito in conformità alla dottrina della Chiesa», come da art.5 del protocollo addizionale del Concordato siglato nel 1984 da Repubblica Italiana e Santa Sede.
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Avvenire: Ora di religione

Messaggiodi edscuola » 30 gennaio 2012, 8:33

da Avvenire
28 gennaio 2012

SCUOLA
Ora di religione, per la scelta c'è chi punta sulla confusione

Scelta della scuola da frequentare l’anno prossimo. Ma anche scelta se avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. È il duplice impegno che in queste settimane le famiglie italiane sono chiamate a compiere. Il termine scade il prossimo 20 febbraio, ma già da tempo, per i genitori di studenti che a settembre 2012 inizieranno un nuovo percorso di studi, è iniziato un tour (reale e virtuale) tra i vari istituti. Decisamente meno complessa la scelta riguardante l’insegnamento della religione cattolica a scuola. Le famiglie che in queste settimane iscrivono i propri figli al primo anno della materna, della primaria, della media e delle superiori, ricevono all’atto dell’iscrizione anche un modulo con il quale esprimere la scelta sull’insegnamento della religione. Secondo gli ultimi dati disponibili, il 91% degli studenti decide di frequentare l’insegnamento dell’Irc e solo un 9% opta per non avvalersi.

Ma in questa fase l’unica decisione che un genitore deve prendere è se scegliere o meno l’insegnamento della religione cattolica a scuola per il proprio figlio. «Questo prevede la legge – ricorda Nicola Incampo, esperto Cei di Irc e curatore della sezione Irc per il sito culturacattolica.it – e non anche la contemporanea scelta di attività alternative per chi decide di non avvalersi dell’insegnamento». Una precisazione quanto mai necessaria, specialmente dopo l’invio da parte dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar) di una lettera a tutti i dirigenti scolastici nella quale si sollecitano «informazioni e garanzie» per genitori e studenti in merito alla scelta dell’attività alternativa, affermando che «in sede di iscrizione» va «distribuito e fatto compilare il modulo F» destinato a chi non si avvale dell’Irc. «Ma la legge 121 del 23 marzo 1985 parla chiaro – spiega Incampo –, quando dice che "all’atto dell’iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto, su richiesta dell’autorità scolastica, senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione". Come si vede non si parla affatto della contemporanea scelta di altra attività alternativa, ma solo se avvalersi o meno dell’Irc». Sempre la stessa legge prevede che la scuola, entro trenta giorni dall’inizio delle lezioni, raccolga le indicazioni tra coloro che non si avvalgono dell’Irc su come intendono utilizzare l’ora in questione. Allo stato attuale il 47,5% dei non avvalentesi opta per «l’uscita da scuola», il 24% per «studio non assistito», il 18,8% per «studio individuale assistito» e il 9,7% per «attività didattica e formative».
Insomma se la scelta di avvalersi o meno dell’insegnamento riguarda un diritto costituzionale, quella sulle attività alternative «è un aspetto organizzativo dell’attività scolastica e di gestione degli studenti», sottolinea l’esperto di Irc, aggiungendo che «proprio per questo le attività alternative all’Irc non possono essere inserite nel piano dell’offerta formativa degli istituti. Del resto la norma prevede nel quadro orario obbligatorio soltanto l’insegnamento della religione cattolica e non altre attività, che vengono proposte ai soli studenti non avvalentesi». Passaggi e atti chiari, normati da un quarto di secolo. «Eppure si cerca di ingenerare confusione nelle procedure», commenta ancora Incampo. Comunque, le circolari ministeriali, oltre alla legge che regola la scelta, parlano chiaro e i dirigenti scolastici sanno come procedere tutelando tutte le decisioni «senza discriminazioni».

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio socio-religioso del Triveneto per conto del Servizio nazionale della Cei per l’insegnamento della religione cattolica, nell’anno scolastico 2010/2011, il 91% degli studenti ha frequentato l’insegnamento della religione cattolica. La percentuale è del 93,2 nella scuola dell’infanzia (dove la scelta dell’Irc va fatta annualmente), mentre nella primaria si sale al 94,2%, per attestarsi al 92,7% nelle medie. Dato più basso nelle superiori dove comunque l’85,3% degli studenti partecipa all’Irc.

Enrico Lenzi
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UAAR: Lettera alle scuole sull’ora alternativa

Messaggiodi edscuola » 30 gennaio 2012, 8:34

Roma, 29 gennaio 2012

Lettera alle scuole sull’ora alternativa, “Avvenire” attacca l’Uaar

Con l’articolo di ieri sull’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC), il quotidiano dei vescovi Avvenire attacca direttamente l’UAAR in merito alla lettera spedita nei giorni scorsi alle scuole, con l’accusa di creare “confusione”.
Attraverso il suo esperto Nicola Incampo, la CEI ammonisce le scuole a non seguire il suggerimento UAAR di consegnare in fase di iscrizione all’anno scolastico 2012/2013 il modello F, modello che informa e dà garanzie a genitori e studenti sulle alternative all’IRC, sostenendo che devono limitarsi a consegnare il modello E, relativo alla sola scelta di frequentare o meno l’insegnamento religioso conforme alla dottrina della Chiesa cattolica. Non solo, la CEI arriva a sostenere che l’attività didattica alternativa all’IRC (cd. ora alternativa) non può nemmeno essere inserita nel Piano dell’Offerta Formativa (POF) delle scuole, come già i più attenti istituti scolastici fanno e come l’UAAR invitava a fare nella lettera presa di mira da Avvenire.
Curiosamente l’esperto CEI richiama il passo della legge 121/1985 che, relativamente alla scelta di frequentare o meno l’IRC, stabilisce che non «possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione».
Premesso che forse è sfuggita all’esperto CEI la legge 281/1986, che stabilisce che entrambi i moduli “devono essere allegati alla domanda di iscrizione”, l’UAAR sostiene una posizione di chiara tutela del diritto all’istruzione e a alla libertà religiosa di alunni e famiglie: se non deve esserci discriminazione sulle conseguenze della scelta se frequentare o meno l’IRC, non è pensabile silenziare l’informazione e la garanzia delle alternative all’IRC e non è pensabile bandire le attività didattiche alternative alla religione cattolica dai POF.
Per la CEI queste informazioni e garanzie, se fornite dai dirigenti scolastici, genererebbero “confusione”. Un modo bizzarro di definire la possibilità di non essere costretti a frequentare l’IRC, frequenza basata proprio sul condizionamento e sulla mancanza di tutela e informazione da parte delle istituzioni.
L’UAAR ribadisce l’invito rivolto ai dirigenti scolastici italiani: informate e date garanzia a genitori e studenti sulle alternative alla religione cattolica, fornite il modello F in fase di iscrizione all’anno scolastico 2012/2013 e distribuitelo anche a chi già frequenta il vostro istituto perché possa liberamente scegliere per l’ora alternativa, inserite dettagliate informazioni sull’ora alternativa nei POF e fate in modo che fin dal primo giorno dell’anno scolastico 2012/2013 gli studenti dell’ora alternativa e dello studio assistito abbiamo un docente dedicato.

Roberto Grendene, responsabile campagne Uaar
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