da LASTAMPA.it
Primo Levi a Ponticelli
Nell'ex cuore operaio di Napoli la vita e l'opera del grande scrittore torinese
VINCENZO MORETTI
Ponticelli. Zona est di Napoli. Un tempo non lontano il cuore operaio della città. Oggi troppo spesso teatro di storie di emarginazione e di violenza. Di droga e di camorra.
Ponticelli. Quartiere difficile. Che non si arrende. Come dimostra la storia che state per leggere, nata per iniziativa della Biblioteca Universitaria di Napoli in occasione della seconda edizione di “Ottobre piovono libri 2007".
Il progetto si chiama Primo Levi: il lager, la provetta, la fabbrica.
Come nasce ce lo racconta Antonio Borrelli, coordinatore e animatore del progetto.
L’11 aprile 1987 lo scrittore della Shoah muore suicida come altri testimoni che hanno raccontato l’indicibile. È perfino inevitabile che Levi diventi lo scrittore icona della sofferenza interiore dalla quale non si può guarire, lo scrittore di Se questo è un uomo, testimone della più grande tragedia del ‘900. Ciò rischia di produrre però un corto circuito che schiaccia la vita e la figura di Levi tra il lager e il suicidio e di mettere per così dire in ombra una produzione letteraria ricca di suggestioni e di temi anticipatori e in controtendenza rispetto alle mode culturali.
Abbiamo scelto perciò tre i filoni di approfondimento:
la testimonianza del lager (Se questo è un uomo; La tregua; Lilit e altri racconti; I sommersi e i salvati);
il rapporto tra cultura scientifica e cultura umanistica e i risvolti psicologici e sociali di un uso disinvolto delle tecnologie (Storie naturali; Il sistema periodico; L’altrui mestiere);
il tema del lavoro (La chiave a stella), dove Levi scrive che ciò che più avvicina l’uomo allo stato della felicità è lo svolgere un lavoro che piace.
Già nelle opere della testimonianza, soprattutto ne La tregua il tema del lavoro, del suo valore, delle diverse mentalità rispetto ad esso, è trattato attraverso la presentazione di figure eccentriche e bislacche. Ma è con Faussone, l’operaio specializzato protagonista de La chiave a stella che Levi affronta l’argomento e lo fa esaltando la competenza, l’attitudine alla concretezza, la capacità di creare materialmente ordine dal disordine che è tipica del lavoratore non alineato.
Dopo l'iniziativa di apertura dello scorso dicembre, due le iniziative previste a Ponticelli.
Martedì 29 gennaio, alle ore 10,00, presso il Liceo Scientifico “P. Calamandrei”, si terrà l’incontro Scrivere per guarire. Primo Levi, Alda Merini e altri, organizzato dalla Biblioteca Universitaria di Napoli insieme con i Dipartimenti di Salute Mentale delle Asl Napoli 1 e Napoli 4. Un incontro che si propone di far conoscere agli studenti delle scuole superiori, la potenzialità della parola e della scrittura come strumenti di attenuazione del disagio esistenziale e, talvolta, di “superamento” di un forte trauma, come quello di aver vissuto in condizioni estreme: il campo di stermino (Levi) e il manicomio (Merini). In proposito appare particolarmente significativa questa frase di Levi: “Sentivo più ancora che nel Lager l’offesa che avevo ricevuto, e capivo che l’unico modo di salvarmi era raccontare”.
Psicologi e psichiatri dei Dipartimenti di Salute Mentale documenteranno i risultati ottenuti con alcuni pazienti.
Venerdì 15 febbraio, alle ore 17,00, presso la Casa del Popolo, si discuterà invece di cambiamenti organizzativi e culturali nel mondo del lavoro, di incertezze e di identità, di cittadinanza e sviluppo.
Buona partecipazione.