Personale di ruolo: Anief ricorre per lo sblocco degli scatti stipendiali
Anche per il recupero del livello stipendiale pieno ai fini pensionistici. Istruzioni per ricorrere al Giudice del lavoro da richiedere a
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L’art. 9 della legge 122/2010 (commi 17, 21 e 23) ha bloccato e dichiarato irrecuperabili ai fini previdenziali gli scatti di anzianità retributiva maturati dal personale di ruolo nel periodo 2011-2013. I lavoratori della scuola, pertanto, dovranno lavorare per tre anni senza poter veder riconosciuto il merito del lavoro svolto, l’adeguamento dello stipendio all’aumento del costo della vita, il riconoscimento del lavoro per la pensione: in poche parole, si lavorerà senza alcun riconoscimento economico e, per di più, senza poter recuperare per tutta la vita il blocco previsto. Una perdita secca pari a diverse migliaia di euro per ogni lavoratore (vedi tabella in fondo).
Su queste basi e forte dell’intesa del 4 febbraio 2011, firmata da alcune confederazioni sindacali, il governo precedente ha avviato le procedure per la stipula di un accordo quadro che regoli il sistema di relazioni sindacali alla luce delle norme disposte dal decreto legislativo 150/2009, ponendo fine agli automatismi di carriera e autorizzando il Governo a decidere da solo sul trattamento economico, in caso di mancato accordo con le parti sociali, sostituendo ogni automatismo stipendiale con un fantomatico quanto aleatorio meccanismo meritocratico, in deroga a quanto sottoscritto con le parti sociali negli ultimi cinquanta anni. Il blocco di oggi, quindi, prelude ad una possibile abolizione domani.
“Se davvero pensiamo che siano queste le misure con cui superare la crisi economica, allora proprio non ci siamo”, commenta il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico. “ Si tratta in sostanza di un vero e proprio taglio agli stipendi per centinaia di migliaia di docenti e Ata, la classica medicina che rischia uccidere l’ammalato. In una grave congiuntura economica recessiva come quella che stiamo vivendo, assottigliare il già debole potere di acquisto di questa corposa categoria di lavoratori rischia di far avvitare l’Italia ancora più a fondo nella crisi, bloccando del tutto i consumi e facendo regredire fin sulla soglia di povertà coloro che hanno la grande responsabilità di educare i nostri figli e preparare l’Italia di domani. Ed è davvero uno scandalo che certi sindacati abbiano voluto speculare nientemeno che sul nostro futuro, accettando passivamente una simile enormità”.
Pur auspicando che il nuovo governo voglia ritornare sull’argomento, l’Anief non ha intenzione di tergiversare. “È irrealistico pensare che docenti e Ata di ruolo possano rimanere per tre anni con lo stesso stipendio mentre il costo della vita continua a crescere. Ed è inaccettabile - continua Pacifico - che il blocco degli scatti si ripercuota anche sulle loro future pensioni, considerato che il periodo 2011-2013 non potrà essere valutato ai fini pensionistici, costringendo così un docente con 40 anni di servizio utile ad andare in pensione con un livello stipendiale inchiodato a 37 anni. Ci chiediamo davvero con quale faccia i sindacati che hanno voluto questa norma potranno chiedere il rinnovo della delega ed il voto alla prossime elezioni RSU a quegli stessi lavoratori per i quali hanno preparato una simile trappola”.
L’Anief, pertanto, ha già avviato la macchina legale che porterà i docenti e gli Ata di ruolo che non vogliono accettare questa misura a chiedere al Giudice del Lavoro il ripristino dei loro diritti, valutando anche i profili di costituzionalità della norma sottesa.