QUANTO COSTA L’IGNORANZA DEI NOSTRI FIGLI?
I risultati scolastici di fine anno parlano di quasi un terzo di studenti con giudizio sospeso che si affideranno al mercato nero delle ripetizioni. Che fine ha fatto il pacchetto di iniziative delle scuole? Il punto di vista dei genitori
Ogni anno, pubblicati i risultati scolastici, si fanno i conti. Circa il 30% di studenti delle superiori anche quest’anno si è ritrovato il “giudizio sospeso”. In pratica stiamo parlando di studenti con una o più materie da riparare a settembre, nella maggior parte dei casi a spese dei genitori, che sopportano l’onere di lezioni private. Un “nero” che potrebbe interessare di più il ministro Tremonti.
Pare che i dati siano preoccupanti soprattutto negli istituti tecnici e professionali, pare che in qualche caso si noti un certo miglioramento rispetto all’anno scorso. Comunque, stiamo sempre parlando di almeno 900.000 studenti in Italia.
Quanto costa l’ignoranza dei nostri figli? È la domanda che in questi giorni molti genitori si pongono, appunto, a fronte dei “debiti” che i figli debbono recuperare per non perdere l’anno scolastico.
Le scuole avevano istituito sistemi di sostegno e poi, dai tempi del ministro Fioroni (Ordinanza Ministeriale 92/1997), erano tenute ad organizzare gli IDEI (Interventi Didattici Educativi Integrativi), Help, Sportelli, Sostegno, o più comunemente chiamate “ripetizioni”: le risorse sempre più limitate nel sistema scolastico hanno comportato riduzione anche in questo settore.
Eppure il D.M. 80/97 in modo solenne dichiarava che «La scuola comunica subito alle famiglie, per iscritto, le decisioni assunte dal consiglio di classe, indicando le specifiche carenze rilevate per ciascuno alunno dai docenti delle singole discipline … Contestualmente vengono comunicati gli interventi didattici finalizzati al recupero dei debiti formativi che la scuola è tenuta a portare a termine entro la fine dell’anno scolastico, le modalità e tempi delle relative verifiche».
Le realtà associative dei genitori e gli istituti scolastici più avveduti hanno affrontato il problema favorendo la realizzazione di lezioni estive di rinforzo, individuali e collettive, presso le sedi scolastiche stesse con docenti sia della scuola che esterni, nel rispetto delle qualificazioni specifiche e degli aspetti economici e fiscali, a costi assai contenuti per le famiglie.
Così si sono raggiunti i tre scopi fondamentali: lezioni di qualità, docenti selezionati, costi ragionevoli.
A parte lodevoli eccezioni, però, è necessario, a fine di anno scolastico e in previsione del prossimo, svolgere alcune riflessioni e avanzare proposte. Dovremmo solo limitarci a fine anno a constatare il bilancio di promossi, bocciati e “rimandati”?
- È chiaro che studiare è fatica, ma a cosa si deve questo insuccesso scolastico diffuso? Gli allievi non hanno voglia di studiare? La scuola non la fa venire o, addirittura, la fa passare? Gli insegnanti sono più severi nelle valutazioni? Sono demotivati nell’attività didattica?
- Le insufficienze di fine anno, o, peggio, le bocciature, non spuntano dal nulla: sono state adeguatamente promosse l’informazione e la comunicazione reciproca fra scuola e genitori?
- Quali criteri ispirano i cosiddetti corsi di recupero? Si tratta solo di ripetizione delle lezioni mattutine, con lo stesso metodo didattico, oppure si stimolano motivazione all’apprendimento e diverse intelligenze dei ragazzi?
- Quanto incidono nell’esito finale le condizioni generali del sistema scolastico, la precarietà di molti docenti, l’assenza di dirigenti scolastici titolari, la scarsa considerazione di strumenti quali il Piano dell’Offerta Formativa (condiviso) e il Patto di Corresponsabilità Educativa?
Come Associazione Italiana Genitori onlus (Age) pensiamo che gli aspetti ideali, motivazionali e metodologici del percorso scolastico debbano essere oggetto di particolare attenzione e condivisione, sia per gli allievi che per i docenti e le famiglie. Si migliori il rapporto famiglia e scuola, rendendo sempre più consapevoli i genitori sia delle scelte scolastiche che dell’esito in itinere degli allievi per collaborare ai fini dei migliori risultati ed evitare cattive sorprese.
Soprattutto, intorno alla scuola, all’impegno per la cultura e l’educazione, è necessario che vi sia uno sforzo corale di legittimazione, di promozione. Ai giovani l’impegno nello studio deve essere proposto non come ripiego o dovere finalizzato ad una carriera, ma come itinerario di crescita, senso e scoperta di sé e del mondo.
Nota a cura dell’Ufficio nazionale Scuola e Università
dell’Associazione Italiana Genitori