UNICOBAS: SCIOPERI 12 E 13 MAGGIO

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UNICOBAS: SCIOPERI 12 E 13 MAGGIO

Messaggiodi edscuola » 20 aprile 2011, 8:17

BLOCCO PROVE VALUTAZIONE INVALSI
SCIOPERI 12 E 13 MAGGIO. 13 MAGGIO MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA

Le prove di valutazione Invalsi, previste per il mese di maggio, distruggono l'immagine della scuola italiana, offendono la professionalità della scuola pubblica e valutano al ribasso gli studenti, schedandoli a vita. La superficialità ed il nozionismo di origine anglo-sassone, l'inadeguatezza dei test ai programmi ed alla metodologia italiana, l'unificazione dei risultati con quelli delle scuole private (che, da sole, ci fanno perdere venti posti nelle comparazioni con l'estero), tutto ciò serve a dimostrare il presunto "sfascio" della scuola pubblica. La propaganda di qualche editorialista "laudator temporis acti", spiana poi la strada al sistema de-meritocratico della Gelmini e di Brunetta, onde poter commissariare la scuola. Cosa che si vorrebbe persino nella scelta dei libri di testo (selezionati magari dall'ex ballerina Carlucci, oggi "Onorevole"). Il tutto per imporci infine quei "super-ispettori" dei quali parla il Ministro, comandati a decidere sulla busta paga dei docenti. Per la burocrazia ministeriale (e sindacal-concertativa), almeno il 25% degli insegnanti sarebbero "fannulloni" (da pagare meno ancora del, già imposto, più basso salario europeo e mettere alla gogna su internet) ed il 75% non "meritevoli". Questo è il senso dell'accordo sottoscritto da CISL, UIL, CONFSAL (SNALS) e UGL il 4 febbraio scorso, che copia pedissequamente l'apposita bozza di decreto del Presidente del Consiglio redatta due giorni prima ed ancora "sospesa".
L'idea è quella di utilizzare le prove per fornire parvenza di "oggettività" ad una mera omologazione dall'alto, affiancando forme di valutazione del tutto pretestuose, autoritarie e discrezionali. Ma studiosi del calibro di Giorgio Israel (che ha collaborato sia con Fioroni che con la Gelmini sul sistema nazionale di valutazione) ne dichiarano apertamente l'inapplicabilità. "Per quel che riguarda i compiti dell'Invalsi - scrive Israel - ritengo che esso debba restare rigorosamente fuori da una valutazione dei docenti". Lo stesso metodo Invalsi è criticato in sé: "Il processo di valutazione deve essere inteso come un processo culturale e non come un processo manageriale ... esso è totalmente inadeguato in un sistema i cui contenuti sono culturali, non misurabili, non passibili di una definizione oggettiva affidabile alla gestione di 'esperti' esterni" (G. Israel). Le prove Invalsi sono anche centralistiche. A fronte di un singolare federalismo scolastico, col quale si rischia di veder nascere al Nord "avanguardie" della "scuola nazionale padana", i test non solo non tengono conto dell'autonomia dei singoli istituti, ma sono addirittura uguali da Canicattì a Bolzano!
Il carrozzone Invalsi gode di cospicui finanziamenti, erogati anche in funzione della somministrazione e della correzione delle schede. Un carico aggiuntivo gratis et amore dei che si cerca d'imporre agli insegnanti senza riscontri nel contratto nazionale. Persino gli inventori delle prove (peraltro le più facilmente copiabili in assoluto) sostengono da anni che non dovrebbero coinvolgere né il team di classe, né alcun docente dell'istituto ove si svolgono. Il metodo Invalsi si contrappone con arroganza persino al sistema di rilevazione adottato da decenni dall'OCSE, mirato, invece che al nozionismo, alla verifica delle competenze, e che colloca ad esempio la scuola Primaria italiana, da più di 30 anni, fra il primo ed il quinto posto nel mondo. Il Ministro si rileggesse l'art. 33 della Costituzione sulla libertà d'insegnamento, nonché le attribuzioni dei Collegi Docenti, unici ad aver titolo a decidere in materia di didattica e valutazione. E sono già migliaia le delibere approvate nelle 10.000 scuole italiane contro le prove Invalsi.
La battaglia è sentita anche da studenti e famiglie, col netto rifiuto della vergognosa scheda sugli alunni che, se spinge a giudizi sommari e discriminatori su attitudini e personalità, attua persino una rilevazione di censo, istituendo così una sorta di inaccettabile schedatura. Siamo arrivati a valutazioni a quiz in stile televisivo che registrano prevalentemente attitudini meramente esecutive e monoprofessionalistiche. I test Invalsi sono il complemento della scuola minimalista prodotta dalla Gelmini, e ben si addicono, ad esempio, al nuovo Liceo Scientifico senza il latino, che starà facendo rigirare nella tomba persino Gentile.
La Secondaria Superiore, per la prima volta alle prese con le prove Invalsi, le sta rifiutando in massa. Alle Superiori, per le quali non v'è alcun decreto attuativo, l'Invalsi non può in alcun modo ritenersi obbligatorio.
Per ciò che attiene agli altri ordini e gradi di scuola, a scanso di equivoci, l'Unicobas ha proclamato due scioperi.
Il 12 maggio (data "clou" per la somministrazione dei test) è la volta delle Medie. Abbiamo proclamato uno sciopero dell'ultima ora: tanto basta perché le prove non vengano completate.
La protesta culmina venerdì 13 maggio (giorno della Primaria) con lo sciopero dell'intera giornata. Lo sciopero è per tutto il mondo della Scuola (docenti ed Ata, di ruolo e non, dell'istruzione pubblica di ogni ordine e grado) e produrrà una grande manifestazione nazionale a Roma.
A costruire insieme queste scadenze invitiamo anche la Cgil ed i Cobas, se vogliono passare dalle parole ai fatti. Occorre infatti il massimo dell'unità. All'organizzazione della Camusso ricordiamo che, a causa degli iniqui pronunciamenti della Commissione di Garanzia sulla "rarefazione oggettiva" (che la Cgil ha accettato e noi continuiamo a non approvare), vista la precedenza delle nostre iniziative, probabilmente non potrà estendere alla scuola lo sciopero generale del 6 maggio. Ai Cobas suggeriamo di uscire dal settarismo che traspare dalle posizioni di chiusura di Bernocchi. C'è in gioco molto di più delle gelosie di una sigla: lo sciopero del resto è di tutti.
La campagna contro un'impropria valutazione degli alunni (che peraltro prelude ad altrettanto impropria valutazione degli insegnanti) è un dovere morale al quale i sindacati che hanno a cuore la scuola pubblica non possono sottrarsi. Da parte nostra siamo pronti ad una gestione assolutamente paritetica, con assemblee comuni nelle scuole da qui alla metà di maggio ed infine un corteo che dovrà essere unitario anche con gli studenti ed i genitori.

Stefano d'Errico (Segretario nazionale Unicobas Scuola)
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