Gli studenti imparano il braille per scrivere alla compagna

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Gli studenti imparano il braille per scrivere alla compagna

Messaggiodi edscuola » 22 febbraio 2011, 8:54

da LASTAMPA.it

Gli studenti imparano il braille per scrivere alla compagna cieca

Agrigento, le maestre vincono la sfida: l'alfabeto insegnato al doposcuola
LORENZO ROSSO

Agrigento
Lei è una bimba di sette anni, cieca dalla nascita ma con tanta voglia di sentirsi normale. Loro sono i compagnetti di seconda elementare che per non lasciare sola, nella sua disabilità, l'amichetta, aiutati dalle maestre, hanno imparato alla perfezione il braille, il sistema di scrittura e lettura a rilievo per non vedenti.
Sono questi gli elementi di una grande storia di solidarietà sbocciata tra Cristina, scolara dai lunghi capelli castani, un corpo esile e un viso dolce, e i suoi compagni di classe. Una vicenda che sarebbe stata ignorata dai più, se qualcuno non l'avesse segnalata alle autorità scolastiche provinciali che a loro volta l'hanno resa pubblica.

Il tutto si svolge ad Acquaviva, un centro minerario di poco più di mille abitanti situato nella valle del fiume Platani, nell'entroterra siciliano dove la strada «scorrimento veloce» Agrigento-Palermo segna la linea di confine tra le provincie di Agrigento e Caltanissetta.

In questo piccolo paese dove tutti si conoscono, anni fa non era sfuggito il fatto che una coppia del luogo ha generato, alla nascita, una bambina affetta da disabilità visiva. «Cristina - spiega il papà Giuseppe, dipendente dell'azienda mineraria siciliana - purtroppo è nata con un “inginocchiamento” del nervo ottico. L'abbiamo subito sottoposta ad una lunga serie di cure in centri specialistici sia in Italia che all'estero ma purtroppo siamo ancora in attesa di risultati anche se la speranza di vedere nostra figlia un giorno o l'altro guarita, non ci abbandona!».

Cristina, continuando a vivere nel paese siciliano, è stata iscritta alla scuola pubblica locale, l'Istituto Paolo Emiliani Giudici, e qui sono entrate in gioco importanti figure. Si tratta delle maestre: Giovanna Schillaci, l'insegnante principale; Maria Vaccaro, quella di sostegno, e Maddalena Cacciatore, del doposcuola. Con caparbietà le tre insegnanti, prima all'asilo e poi alla scuola elementare, non solo sono riuscite a integrare la bambina nelle attività scolastiche ma hanno dato vita, con i compagni di classe, sei maschietti e tre femminucce, a una speciale gara di solidarietà culminata con l'apprendimento da parte di tutti del sistema braille.

Per mesi e mesi, nei pomeriggi, durante le ore del doposcuola, i bambini di seconda elementare hanno preso confidenza con le tavolette braille imparando a leggere e a scrivere con i segni e anche con una certa sicurezza. E giorni fa, in occasione del compleanno di Cristina, hanno voluto mettersi alla prova. A sorpresa, alla compagnetta, i bambini hanno consegnato le loro letterine nelle quali le hanno scritto in braille alcuni pensierini di auguri. Messaggi che Cristina, commossa, per la prima volta ha potuto leggere ed apprezzare.

Ma c'è di più. La bambina ha fatto conoscere ai suoi compagni, il mondo circondato di buio di una non vedente, raccontando le proprie sensazioni ma anche dimostrando di aver compensato il suo handicap attraverso un eccezionale sviluppo sensoriale sia nell'olfatto (Cristina riesce a riconoscere gli altri compagni di classe semplicemente dall'odore che emanano) che dal tatto. Infatti negli intervalli delle lezioni uno dei giochi più amati in classe è quello della «mosca cieca» dove a turno i bimbi, bendati e in silenzio, tentano di riconoscersi tra loro solo con il tatto e l'olfatto.

Insomma, innamorata della musica e appassionata della lingua inglese, che conosce bene, Cristina in breve è riuscita a diventare la punta di un progetto di aggregazione scolastica che ha pochi precedenti in Italia. Tanto che l'Unione Italiana Ciechi ha deciso nei prossimi giorni di organizzare l'iniziativa della Giornata Nazionale contro la cecità proprio ad Acquaviva Platani per far conoscere a livello nazionale la straordinaria esperienza fatta dai bambini di questo piccolo comune siciliano.

«Quando abbiamo iscritto Cristina alla scuola pubblica - ha confessato papà Giuseppe - non pensavamo di trovare così tanta solidarietà e soprattutto delle insegnanti motivate nel loro lavoro tanto da riuscire a portare a termine un progetto così ambizioso e impegnativo con dei bambini di appena sette anni!».
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