Dirpresidi: LETTERA DEL PRESIDENTE REGIONALE

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Dirpresidi: LETTERA DEL PRESIDENTE REGIONALE

Messaggiodi edscuola » 15 febbraio 2011, 8:21

LETTERA DEL PRESIDENTE REGIONALE DIRPRESIDI AI SOCI E COLLEGHI DELLA PUGLIA

Carissimi,
da oggi sono collocato in posizione di distacco a servizio della Dirpresidi, in qualità di dirigente sindacale della CONFEDIR/PA, la più grande confederazione dei dirigenti pubblici e rappresentativa in tutti i comparti, cui la DIRPRESIDI aderisce, con il suo presidente, Attilio Fratta, componente della segreteria generale. E voglio qui pubblicamente ringraziarlo per l’apprezzamento manifestatomi, lui che un esonero sindacale non era mai riuscito ad ottenerlo nei lunghi anni in cui è stato presidente regionale dell’ANP Puglia, portata a ben 600 iscritti!
Posso così spendere, a tutto tondo e con un entusiasmo ancor più crescente – benché nei limiti consentiti dalla non più verde età – il mio impegno per lo sviluppo di un sindacato professionale in difesa della dignità di una categoria maltrattata dalla SUA Amministrazione ed abbandonata dai SUOI sindacati cosiddetti rappresentativi; e che ciò nonostante continua – deve continuare – ostinatamente a presidiare il valore di una scuola pubblica sempre più svilita da miopi politiche di progressivo definanziamento.
Or meno di un anno fa la Dirpresidi era una sigla sconosciuta tutta domestica, inchiodata a non più di 33 iscritti, patrimonio personale di un signore casertano, grande ammaliatore e poi rivelatosi, in un crescendo rossiniano, totalmente inaffidabile. Il signore casertano – dopo la celebrazione del congresso del 28 ottobre 2010, che ha espresso l’attuale nuova dirigenza – è stato espulso dalla Dirpresidi, con il pieno avallo della CONFEDIR, e prontamente denunciato nelle diverse sedi giudiziarie.
Abbiamo così potuto riprendere, non più zavorrati, il lavoro di proselitismo che, tra marzo e luglio 2010, aveva portato la Puglia a 100 deleghe (di cui oltre 60 nella sola provincia di Lecce), la Sicilia a 50 e il Lazio a quasi altrettante.
E’ vero, negli ultimi tempi abbiamo dovuto trascurare un po’ i soci, ma eravamo solo in quattro, poi diventati tre strada facendo, e abbiamo dovuto battere, in lungo e in largo, la penisola; per provare a costruire un sindacato VERO e a dimensione NAZIONALE contestualmente individuando dirigenti scolastici disposti a spendersi in prima linea. Ora possiamo contare su diversi colleghi nelle nuove strutture regionali (accanto alle tre preesistenti di Puglia, Sicilia e Lazio) della Campania, della Calabria, della Lombardia. A breve saranno costituite le strutture regionali della Basilicata, dell’Abruzzo, delle Marche e dell’Umbria.
Contatti sono stati già avviati in Piemonte e in Sardegna, mentre dovrà essere rivitalizzata la struttura della Toscana, che finora non è riuscita a decollare. Il botto è stata la recente adesione dell’ex presidente regionale ANP della Campania, Enzo Ciotola con altri presidenti regionali ANP che si apprestano a seguirlo. Sono in lavorazione diverse deleghe e, nei tabulati nel tesoro di marzo-aprile, contiamo di esibire i dati ufficiali che testimonieranno, per la Dirpresidi, una cifra vicina al doppio di quella che già l’aveva resa virtualmente rappresentativa, in attesa che l’ARAN operi le inerenti certificazioni.
E non intendiamo di certo arrestarci qui. Perché l’ambizione della Dirpresidi è quella di diventare il primo sindacato professionale della dirigenza scolastica, lanciando un’OPA sull’ANP e sollecitando i colleghi a spazzare le barriere ideologiche che li inducono a rilasciare deleghe alla loro controparte: CGIL, CISL, UIL, SNALS, sindacati generalisti dei «lavoratori» della scuola, docenti e personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, che così sono legittimati a sedersi ai vari tavoli negoziali a decidere per noi. E un po’ come se i primari ospedalieri accettassero di vedersi firmare il proprio contratto da infermieri e portantini. Una follia, ma che il nostro autolesionismo, rivestito di una pelosa solidarietà di «operatori della scuola», rende normale.
Ma già da oggi – in attesa che tutta la dirigenza scolastica abbia un sussulto di orgoglio e dismetta le sue inconferenti paure – la forza della Dirpresidi, oltre alla propria autoconsistenza della raggiunta rappresentatività, è la sua appartenenza alla Confedir. Il che ci consentirà di sostenere ai tavoli negoziali intercompartimentali – in questo lungo periodo di moratoria contrattuale, da qui a tutto il 2013 – i tre obiettivi irrinunciabili e interconnessi:
- La collocazione nell’area 1, la stessa in cui figurano i dirigenti amministrativi e i dirigenti tecnici del nostro unico datore di lavoro, il MIUR, per uscire dalla riserva indiana della deteriore «specificità»;
- L’adozione di un modello di valutazione sobrio, semplice, maneggevole e costituito da due sole schede, come quello usato per valutare la dirigenza amministrativa e quella tecnica, per diventare una dirigenza «vera», intascando una reale retribuzione di risultato in luogo di quella vergognosa mancia, da dieci anni elargitaci, pari al costo di mezzo caffè al giorno, a fronte dei 30.000 euro annui e passa percepiti dai nostri colleghi generici e non specifici;
- La costruzione di un middle management, cioè di strutture e di soggetti qualificati a presidiarle, stabilmente incardinati nelle istituzioni scolastiche, sì da rendere agibile una dirigenza altrimenti fagocitata dalla miriade di eterogenei adempimenti quale decisore di ultima istanza e solo responsabile di fronte a tutto.
Ma nell’immediato occorrerà intraprendere la via giudiziaria, per rivendicare il riconoscimento della perequazione interna e dell’ equiparazione retributiva con le altre dirigenze pubbliche, a cominciare dalla dirigenza amministrativa e dalla dirigenza tecnica del MIUR che, pur dotate di responsabilità infinitamente minori, intascano una remunerazione più che doppia rispetto a quella percepita dai cirenei dirigenti scolastici, figli di un dio minore. Non vi sono alternative: bisogna sommergere con 10.000 ricorsi i giudici del lavoro di tutt’Italia e diventare massa critica per mettere pressione agli interlocutori politici, all’amministrazione, agli stessi sindacati della pentiade rappresentativa, che hanno concordato sull’ennesimo slittamento dell’obiettivo imprescindibile, rinviando, ancora una volta, alla prossima tornata contrattuale (non prima del 2014) «l’ulteriore esame delle connesse problematiche e la definizione delle più opportune soluzioni, nella direzione del riallineamento retributivo» (sic!). Non vi sono alternative specialmente per i colleghi prossimi alla pensione, che potranno così e comunque beneficiare dei loro riconosciuti diritti – e il percorso per acquisirli non sarà né breve né lineare – a far data dalla proposizione del ricorso (dal momento della domanda, incluso il pregresso periodo entro i limiti prescrizionali, secondo il disposto del codice civile).
Nei prossimi giorni la Dirpresidi Puglia avvierà la procedura. Tenetevi pronti.
Parallelamente, attiverò una interlocuzione con l’ufficio scolastico regionale per farci restituire il maltolto – qualche migliaio di euro a titolo di arretrati – e vedersi ripristinata la retribuzione di posizione variabile e di risultato (anche se qui si tratta di pochi spiccioli) antecedenti lo sciagurato, ed illegittimo, CIR sottoscritto il 30 aprile 2009 da CGIL, CISL, UIL, SNALS, ANP ad un tavolo negoziale in cui la dirigenza scolastica pugliese era rappresentata da una sola, distratta, collega in altre faccende (e preoccupazioni) affaccendata e da docenti e personale ATA, cioè dalla controparte - «lavoratori della scuola» - dei dirigenti scolastici, «datori di lavoro»!
Qualora l’esito non dovesse risultare positivo citeremo in giudizio, in solido, le segreterie regionali della pentiade e le persone che hanno sottoscritto il contratto «a perdere» per infedele esecuzione del mandato, onde sentirle condannare al risarcimento dei danni, materiali e morali, gratuitamente arrecati alla categoria, oltre al pagamento delle spese processuali.
Vi chiedo di essere risoluti. E di essere in tanti. Meglio, dobbiamo esserci tutti.
Contiamoci per poter contare.
Francesco G. Nuzzaci, presidente regionale Dirpresidi Puglia
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